Accettazione radicale

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    Trovando sul sito di UBILIBER il testo
    Disponibilità incondizionata - Lo spirito dell’accettazione radicale
    e leggendone l'estratto che poteste scaricare qui
    Mi trovo un po' perplesso. Però è un periodo "così" per me: devo capire meglio perchè, non mi trovo troppo in sintonia.
    Chissà, se voleste condividere le vostre riflessioni a proposito...

    Come affrontiamo un dolore insopportabile? Come gestiamo un argomento resistente e onnipresente come quello della bassa autostima? Spesso ci rifugiamo in cose da fare, in luoghi fisici o virtuali cui appartenere, ci imbottiamo di parole e chimica, nascondendoci a noi stessi. E così ci ritroviamo con le spalle al muro, sospesi tra giudizi paralizzanti e conflitti nelle relazioni, in preda alle dipendenze e al perfezionismo, proiettati nel superlavoro, soli. Ci incolpiamo o ci scagliamo contro gli altri, attribuendo tutta la responsabilità del nostro disagio esistenziale all’andirivieni della impietosa altalena delle colpe. Cosa accadrebbe se, invece di continuare a dirigere la nostra attenzione all’esterno, fossimo disposti a metterci in gioco e a guardarci dentro, a sederci con noi stessi con consapevolezza e meraviglia, affrontando il nostro dolore, riconoscendolo e “standoci”? Con passione e chiarezza, Tara Brach ci invita a fare inversione di marcia, a fidarci della nostra innata bontà, mostrando come possiamo trovare l’equilibrio tra lucidità e compassione. Ci incoraggia a rallentare, a trovare il tempo e lo spazio per fermarci a comprendere ogni momento, in modo che le nostre azioni possano riflettere il nostro più profondo sentire, facendo sorgere così un senso di accettazione per noi stessi capace di ridimensionare la nostra reattività emotiva. Con l’aiuto di poche ma mirate meditazioni, nate dall’integrazione di pratiche buddhiste con la psicoterapia di matrice occidentale, attraverso esperienze personali, case histories e nuove interpretazioni di racconti tradizionali, l’autrice ci esorta ad accogliere noi stessi con tenerezza e fiducia, ad abbracciare la nostra sofferenza e a trattarci con la cura e la gentilezza che meritiamo. È un invito ad avere nei nostri riguardi lo stesso atteggiamento che avremmo per la persona a noi più cara, o il nostro migliore amico. Solo così, riuscendo a smettere di essere in guerra con noi stessi, liberi di vivere pienamente ogni momento della nostra vita e assaporandone la preziosità, ci avvicineremo dolcemente alla dimensione del cuore, dove compassione e benevolenza apriranno le porte alla guarigione profonda.
     
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    ciao ho letto la prefazione se cosí si chiama, dal link,e poi su "qui" ho visto l'indice.
    Potresti dirmi se sei perplesso sull'accettazione radicale o se, come me, pensi che ci sono troppi psicologi che curano i pazienti con una specie di Buddismo pronto all'uso tipo l'oki tascabile ?
    accetto critiche per quanto ho appena scritto, e faccio presente che rispetto a tutti voi qui sono agli inizi, grazie 🌺
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    Su "qui" dovrebbe esserci anche qualche pagina del testo....
    Comunque si "oki tascanbile" e tutta una serie di assonanze
     
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    non mi si apre tutto ho qualche problema con il telefono, provero' dal pc dopo.
    Scusa io parlo come magno:
    Sono riuscita a leggere che la persona che ha scritto questo libro è psicologa clinica (collaborano accanto agli psichiatri negli ospedali e ti fanno fare i test da 100 domande cose del genere) insegna meditazione dappertutto anche in carcere se non erro, questo non sarebbe neanche "sbagliato" se lo facesse solo per rilassamento. Il problema sta nel fatto che, adesso anche su Tik Tok è esplosa questa cosa, tutti questi psicologi e coach sono tutti maestri improvvisati che utilizzano meditazioni e frasi Buddiste con cui assicurano di trovare la "felicitá" (ma cosa è la felicitá per l'uomo medio che segue tizio psicologo?)
    Ti spiegano la meditazione di tale tradizione, lo yoga, come mangiano in Tibet , e hai la ricetta.
    Ora...non posso criticare il libro della persona perchè non l'ho letto, questa persona avrá fatto anche i suoi studi sicuramente! ma in generale questi qui fanno un mucchio di soldi perchè la gente cerca soluzioni ai problemi in modo veloce come togliersi il mal di testa :)
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    Si grossomodo son daccordo
    Anche su "ma cosa è la felicitá ... "
     
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    sono riuscita a scaricare il "qui"
    l'autrice mira a insegnarci equilibrio interiore e accettazione di noi stessi,per avere autostima. eh ok...cosí siamo piu' sereni e contenti.
    A pagina 13-14 si definisce psicologa e insegnante buddista.Ho cercato informazioni e vedo che è registrata sul web come psicologa e autrice di molti libri che risolvono i problemi. Ok.
    riconfermo quello che ho scritto prima, rispettando comunque il suo lavoro , fa anche dei podcast giornalieri bla bla, grande impegno....però boh...alla fine il messaggio di questo libro è accettarsi incondizionatamente giusto? cosí ci troviamo nel giardino interiore tutti felici. Ok. Ma si parla di un percorso individuale mirato solo al proprio bene.
    secondo me bisogna accettarsi ma anche trasformarsi per migliorarsi, allora si che sei felice, perchè di conseguenza fai bene anche al prossimo...o almeno questo è quello che penso ... adesso.
    tu che dici ?
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    Se accettarsi significa stare con le cose così come sono imho va bene. Ma "sono quel che sono e va bene così" no, sempre imho. Come dici tu bisogna migliorarsi, riconoscendosi come parte attiva nel problema.
    Poi non sempre "il proprio bene" mi è chiaro, e rischio di dipendere solo dalle indicazioni del nostro "guru" su come dev'essere "il giardino interiore" (che poi così "giardino"... perchè mai) .
    Darsi una regola generale non è in generale ;) un buon metodo ed è tutto un po' preconfezionato.
     
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    grazie :)
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    Non so quali metodi l'autrice usi, comunque accettarsi e migliorarsi allo stesso tempo li vedo possibili presupponendo che la nostra natura sia buona e abbastanza libera, per cui accettandola e mettendola in gioco si migliora.
    Quindi se sono un assassino in teoria non sto seguendo la mia natura... o forse un assassino migliorando la capacità di uccidere può comunque sentire di accettarsi e migliorarsi, non saprei però mi viene difficile pensarlo.
    Poi dopo sui metodi è da vedere, personalmente preferisco cose che sento naturali per me.
     
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    In fondo siamo tutti un po' assassini.
    Un po' anche per questo imho "accettazione per noi stessi" "avere nei nostri riguardi lo stesso atteggiamento che avremmo per la persona a noi più cara" mi sa un po' più "auto-aiuto psicologico" e un po' meno di ricerca
     
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    Per me un pò assassini lo siamo per paura di essere vulnerabili. Credo anche che la società in cui viviamo ci porti a questo per meccanismi come la competizione, lo sfruttamento, la persuasione, l'inganno, l'aggressione. Però personalmente ho l'impressione che il cuore in realtà ha una forza che giace nascosta, allora secondo me comprendere come attingere a questo giacimento può portarci soddisfazione, un modo diverso di vivere la vulnerabilità, un modo di trovare forza e bontà allo stesso tempo. Ma queste modalità mi piace trovarle con naturalezza, andando a vedere dove e come ci si discosta dalla tendenza all'armonia... almeno io sento di avere nel mio cuore questa inclinazione mentre non provo un vero piacere nella disarmonia.
     
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    Per me fa parte della condizione di essere vivente.. si vive sempre a spese di altra vita. Forse oggi sarebbe più semplice avere un impatto minore rispetto ad un tempo, però per scelta o comodità come specie abbiamo preso tutta un' altra direzione
     
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    In parte sono d'accordo perché ho un istinto di sopravvivenza che indubbiamente vuole la sua parte, tuttavia non mi piace eccedere nel fare danni ad altre vite, anzi mi piace essere parte di un benessere collettivo e questa la sento una cosa naturale. Poi in realtà non so se sia una naturalità genetica o una naturalità su un altro piano, però non mi soffermo mai troppo a pensare a cose tipo reincarnazione (come spiegazione alternativa alla selezione naturale per le proprie propensioni) mi limito a constatare quello che sento e che in fin dei conti ho sempre sentito fin da piccolo. Comunque per la mia sopravvivenza potrei anche uccidere ne sono ugualmente certo, ma forse non sarà sempre così... nel momento in cui non dovessi più temere la morte.
     
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