Carlo Rovelli on "Self"

Brad Warner

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    Got ignorance?
    Uncertainty is an uncomfortable position. But certainty is an absurd one.


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    Un estratto dal libro
    L' ordine del tempo
    di Carlo Rovelli
    www.libreriauniversitaria.it/ordin...o/9788845931925


    CITAZIONE
    Siamo processi, accadimenti, compositi e limitati nello spazio e nel tempo.
    [...]
    Diversi ingredienti fondano la nostra identità. Tre di questi sono importanti per l’argomento di questo libro:
    1. Il primo è che ciascuno di noi si identifica con un punto di vista sul mondo. Il mondo si riflette dentro ciascuno di noi attraverso una ricca gamma di correlazioni essenziali per la nostra sopravvivenza.Ciascuno di noi è un processo complesso che riflette il mondo e ne elabora le informazioni in maniera strettamente integrata.
    2. Il secondo ingrediente che fonda la nostra identità è lo stesso che per il carro. Nel riflettere il mondo, lo organizziamo in enti: pensiamo il mondo raggruppando e spezzettando alla meglio un continuo di processi più o meno uniformi e stabili, per meglio interagire con essi. Raggruppiamo un insieme di rocce in un ente che chiamiamo Monte Bianco, e lo pensiamo come una cosa unitaria. Disegniamo linee nel mondo, che lo dividono in parti; stabiliamo confini, ci appropriamo del mondo facendolo a pezzi. È la struttura del nostro sistema nervoso che funziona in questo modo.
    [...]
    In particolare raggruppiamo in un’immagine unitaria l’insieme di processi che costituiscono quegli organismi viventi che sono gli altri esseri umani, perché la nostra vita è sociale e quindi interagiamo molto con essi, ed essi sono nodi di cause e effetti assai rilevanti per noi. Ci siamo formati un’idea di «essere umano» interagendo con i nostri simili. Io credo che venga da lì l’idea di noi stessi, non dall’introspezione. Quando pensiamo a noi come persona, credo che stiamo applicando a noi stessi i circuiti mentali che abbiamo sviluppato per trattare con i nostri compagni.
    [...]
    3. Ma c’è un terzo ingrediente che fonda la nostra identità, e probabilmente è quello essenziale, quello per il quale questa discussione delicata compare in un libro sul tempo: la memoria.
    Non siamo un insieme di processi indipendenti, in momenti successivi. Ogni momento della nostra esistenza è legato con un peculiare filo triplo al nostro passato – quello immediatamente precedente e quello più lontano – dalla memoria. Il nostro presente pullula di tracce del nostro passato. Noi siamo storie per noi stessi. Racconti.
    [...]
    Ci sono strutture elementari nel cablaggio del nostro sistema nervoso che rilevano immediatamente il movimento: un oggetto che appare in un luogo e subito dopo in un altro luogo non genera due segnali distinti che viaggiano verso il cervello sfasati nel tempo, ma un singolo segnale, correlato con il fatto che stiamo guardando una cosa che si muove. In altre parole, quello che percepiamo non è il presente, che comunque non avrebbe senso per un sistema che funziona su scale di tempi finite, bensì qualcosa che accade ed è esteso nel tempo. È nel nostro cervello che un’estensione nel tempo si condensa in percezione di durata.
     
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    Cosa posso chiedere di più di un libro del prof. Rovelli? :D
    Già l'estratto è bellissimo, penso proprio che questa lettura mi farà compagnìa "sotto l'ombrellone" ^_^
     
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1 replies since 24/6/2021, 23:17   56 views
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