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L'insegnamento di orientamento buddhista del Maestro Bertossa si basa su di una sua "esperienza esistenziale" e come dice lui stesso:
"Se quando starò morendo qualcuno mi chiederà cosa io abbia insegnato per decenni, risponderò: a stupirsi rendendosi conto che si è. Perché sebbene impossibile sta però accadendo. E che quindi è davvero un miracolo, perché di nessun Dio. Ho insegnato a passare all'altra sponda. Questa. ...
... Tutto qui..."
Franco Bertossa
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Apro questa discussione in cui riporterò articoli del suo insegnamento come contributo alla discussione.
"...Il Buddhismo Europeo prenderà l'avvio con la traduzione nei nostri codici di ciò che, nel 534 a.C, avvertì potentemente il giovane Siddhartha, il quale non cercò pace o Dio, ma il SENSO e, a partire da ciò, la verita'.
Per nostra fortuna".
Franco Bertossa
articolo tratto da:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbi...4&id=1517224636). -
Rinchen Dorje.
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Bella iniziativa Loredana, brava, mi piace … seguirò con molto piacere . -
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Sono sempre parecchio dubbioso su operazioni di questo genere. Si voglia o non voglia, il buddhismo nasce diviso in tendenze differenziate e poi si suddivide in scuole, ed infine in correnti regionali a loro volta divise in ulteriori scuole. Voler trarre un humus unitario da tutto ciò equivale - si voglia o non voglia - imporre al buddhismo un orientamento arbitrario che va benissimo quando si tratta di ricerca personale, un po' meno bene quando si chiama ciò con il pomposo nome di "Buddhismo Europeo"..
E infatti Bertossa è costretto a mischiare - indebitamente - il buddhismo con l'esistenzialismo heideggeriano proprio per poter trovare un qualche carattere comune ai vari buddhismi. Operazione che sarebbe anche interessante se non fosse che l'esistenzialismo filosofico(aldilà delle apparenti somiglianze) giunge spesso a conclusioni agli antipodi rispetto ai vari buddhismi.
Va anche detto che il buddhismo non è unicamente una corrente filosofica, ma è anche - e soprattutto - una tradizione di carattere religioso, rituale etc. che(esattamente come la teologia medievale europea) ha sviluppato al suo interno degli approcci filosofici differenziati.
L'operazione contemporanea di fare del buddhismo un qualcosa di assolutamente laico rischia di snaturare il buddhismo. Si pensa di star seguendo il "buddhismo", ma in realtà è semplice "mindfulness" o "ginnastiche" similari.
In ogni caso, seguo con interesse per vedere come evolve la cosa. -
Rinchen Dorje.
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Ruhan io la penso come te, però con gli anni, soprattutto nell'ultimo periodo, mi sono ammorbidito in materia. Certo tu sei uno studioso, ricercatore, filosofo e giustamente non mescoli le tradizioni.
Però a me l'espressione coniata da Goldstein "un solo dharma" (che poi la usò per farne il titolo di un suo libro che tra l'altro conservo nella mia biblioteca) non mi dispiace.
Lui all'epoca riportò due citazioni che mi colpirono parecchio:
devi trovare il punto essenziale a tutti gli insegnamenti e praticare in quel modo (Atisha)
e
c'è un solo dharma, non molti. Le distinzioni nascono dai bisogni dell'ignorante (Seng Ts'an, terzo patriarca zen)
Personalmente non condivido la seconda affermazione, in quanto i sincretismi selvaggi secondo me sono segno di ancora una maggior ignoranza, ma ricordo che anche il vecchio Namkhai Norbu ci spronava nel cogliere un solo dharma e nell'integrare tutti gli insegnamenti.
Però se memoria non mi tradisce, tra le profezie di Padmasambhava vi è una in cui afferma che il buddhismo ritroverà il suo splendore in occidente.
Ecco, questa evoluzione occidentalizzata del buddhismo a volte la ritengo interessante finchè il dialogo è serio, mentre non tollero quella selvaggia qualunquista e confusionaria che leggiamo in determinati gruppi di Fb e che di buddismo non hanno nulla.
La domanda che spesso mi faccio è se dobbiamo difendere a tutti i costi il buddismo classico o possiamo prendere in considerazione che siamo davanti ad una rivoluzione intellettuale dharmica simile a quella del Giappone del 1200?
Io non conosco Bertossa sennò attraverso le pubblicazioni di Loredana: vedremo.. -
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Loredana specifica che è al di fuori della tradizione ed è "solo" ispirata solo in parte al Buddhismo, per cui è chiaro dove si colloca. Se viene chiarito il contesto è un'occasione in più di confronto, però bisogna avere ben chiara la prospettiva.
Se non ho letto male la Bio di Bertossa ha incontrato vari maestri/guru che non sempre facevano riferimento al Buddhismo, la sua esperienza forse fonde questo, e non la tradizione, con il pensiero occidentale.
Sbaglierò, ma la rivoluzione in Giappone del 1200 si incastra su un substrato di tradizione che non abbiamo ancora avuto modo di sviluppare in occidente. Temo che si snaturi un po' tutta la storia.
Sono curioso di leggere, anche perché trovare una sintesi tra le cose è arduo per una vita e una persona soltanto... -
Rinchen Dorje.
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Sbaglierò, ma la rivoluzione in Giappone del 1200 si incastra su un substrato di tradizione che non abbiamo ancora avuto modo di sviluppare in occidente. Temo che si snaturi un po' tutta la storia.
e invece non sbagli, ottima osservazione. -
.Ruhan io la penso come te, però con gli anni, soprattutto nell'ultimo periodo, mi sono ammorbidito in materia. Certo tu sei uno studioso, ricercatore, filosofo e giustamente non mescoli le tradizioni.
Però a me l'espressione coniata da Goldstein "un solo dharma" (che poi la usò per farne il titolo di un suo libro che tra l'altro conservo nella mia biblioteca) non mi dispiace.
Lui all'epoca riportò due citazioni che mi colpirono parecchio:
devi trovare il punto essenziale a tutti gli insegnamenti e praticare in quel modo (Atisha)
e
c'è un solo dharma, non molti. Le distinzioni nascono dai bisogni dell'ignorante (Seng Ts'an, terzo patriarca zen)
Personalmente non condivido la seconda affermazione, in quanto i sincretismi selvaggi secondo me sono segno di ancora una maggior ignoranza, ma ricordo che anche il vecchio Namkhai Norbu ci spronava nel cogliere un solo dharma e nell'integrare tutti gli insegnamenti.
Però se memoria non mi tradisce, tra le profezie di Padmasambhava vi è una in cui afferma che il buddhismo ritroverà il suo splendore in occidente.
Ecco, questa evoluzione occidentalizzata del buddhismo a volte la ritengo interessante finchè il dialogo è serio, mentre non tollero quella selvaggia qualunquista e confusionaria che leggiamo in determinati gruppi di Fb e che di buddismo non hanno nulla.
La domanda che spesso mi faccio è se dobbiamo difendere a tutti i costi il buddismo classico o possiamo prendere in considerazione che siamo davanti ad una rivoluzione intellettuale dharmica simile a quella del Giappone del 1200?
Io non conosco Bertossa sennò attraverso le pubblicazioni di Loredana: vedremo.
Mha, sono in parte d'accordo e in parte no. Il problema fondamentale è che i sincretismi funzionano solo quando avvengono in maniera quasi non consapevole nel giro di decenni o addirittura secoli. Con il sincretismo - così a tavolino - il rischio è sempre quello di ottenere statue assolutamente mute.
Un elemento generale è che tutti i maestri dicono che esiste un solo Dharma. Però quando vai a scavare scopri che quel SOLO ED UNICO Dharma, guarda caso, è il loro Dharma o quello della loro particolare scuola
Mi fido poco, quindi.
Tornando al caso specifico di Bertossa:Loredana specifica che è al di fuori della tradizione ed è "solo" ispirata solo in parte al Buddhismo, per cui è chiaro dove si colloca. [...]
[...]Se non ho letto male la Bio di Bertossa ha incontrato vari maestri/guru che non sempre facevano riferimento al Buddhismo, la sua esperienza forse fonde questo, e non la tradizione, con il pensiero occidentale.
Bertossa non fonde tanto le sue esperienze con guru e affini, ma ha tentato(ed è il suo tentativo principale anche in quanto a pubblicazioni e articoli) di accostare l'esistenzialismo filosofico europeo con il buddhismo. Per riassumere, il suo buddhismo è una specie di heideggerismo con gli occhi a mandorla
Il problema è che se andiamo veramente a scavare, le somiglianze con il buddhismo sono essenzialmente poche e tutte estremamente forzate, esattamente come accade con i paragoni tra buddhismo e misticismo di Eckhart.
Lo avesse chiamato "il mio personale buddhismo" avrei capito. Ma lo chiama pomposamente "Buddhismo Europeo" e mi pare un tantino esagerato prendere Bertossa come figura di riferimento del processo di inculturazione del buddhismo in ambito europeo.
Il problema principale(in Occidente) è che si pensa troppo spesso che gli effetti filosofici - che l'incontro con il buddhismo ha sulla propria personale riflessione - siano essi stessi "il buddhismo".. -
Rinchen Dorje.
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Mha, sono in parte d'accordo e in parte no. Il problema fondamentale è che i sincretismi funzionano solo quando avvengono in maniera quasi non consapevole nel giro di decenni o addirittura secoli. Con il sincretismo - così a tavolino - il rischio è sempre quello di ottenere statue assolutamente mute.
Un elemento generale è che tutti i maestri dicono che esiste un solo Dharma. Però quando vai a scavare scopri che quel SOLO ED UNICO Dharma, guarda caso, è il loro Dharma o quello della loro particolare scuola
Mi fido poco, quindi.
mentre Warm scrive:CITAZIONEma la rivoluzione in Giappone del 1200 si incastra su un substrato di tradizione che non abbiamo ancora avuto modo di sviluppare in occidente. Temo che si snaturi un po' tutta la storia.
si, ci ho pensato su con calma e avete entrambi ragione: ottime osservazioni.. -
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Lo avesse chiamato "il mio personale buddhismo" avrei capito. Ma lo chiama pomposamente "Buddhismo Europeo" e mi pare un tantino esagerato prendere Bertossa come figura di riferimento del processo di inculturazione del buddhismo in ambito europeo.
Magari non fa riferimento solo al "suo". Ho letto pochissimo di Bertossa, magari non si erige a riferimento, ma parla in senso più ampio, e in questo "più ampio" ci mette anche la sua ricerca.. -
.Lo avesse chiamato "il mio personale buddhismo" avrei capito. Ma lo chiama pomposamente "Buddhismo Europeo" e mi pare un tantino esagerato prendere Bertossa come figura di riferimento del processo di inculturazione del buddhismo in ambito europeo.
Magari non fa riferimento solo al "suo". Ho letto pochissimo di Bertossa, magari non si erige a riferimento, ma parla in senso più ampio, e in questo "più ampio" ci mette anche la sua ricerca.
Da quello che ho letto - purtroppo - penso che per "Buddhismo Europeo" intenda proprio il progetto di sincretismo buddhismo/esistenzialismo che porta avanti da anni con "ASIA".
E frasi come quella di seguito lo testimoniano:CITAZIONE"...Il Buddhismo Europeo prenderà l'avvio con la traduzione nei nostri codici di ciò che, nel 534 a.C, avvertì potentemente il giovane Siddhartha, il quale non cercò pace o Dio, ma il SENSO e, a partire da ciò, la verita'.
Per nostra fortuna".
Franco Bertossa
Ovviamente "i nostri codici" sono quelli dell'esistenzialismo filosofico europeo. Questo risulta chiaro se ci si fa un giro tra gli articoli ospitati sul sito della sua fondazione.. -
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Mi piacerebbe sentire Loredana. L'avevo invitata io ad aprire la discussione, che l'avevo vista entusiasta di Bertossa... temo si senta un po' "sotto assedio" ...
che ne pensi tu Loredana?. -
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Ma no, Loredana ha fatto bene ad aprire la discussione, figurati. Aspetto anche io il suo punto di vista. . -
Rinchen Dorje.
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no no Loredana DEVE assolutamente sviluppare il suo topic: noi ci siamo fatti prendere la mano dall’emozioni di confrontarci sullo sviluppo del buddismo-
Anch’io vorrei approfondire e capire il pensiero di Bertossa
Ps: Loredana inoltre per me sono giorni di stress per via delle scadenze fiscali, quindi ho bisogno di pensieri ottimisti e positivi. Ti leggo con profondo interesse. -
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Ragazzi i vostri interventi sono interessanti e importanti
oggi purtroppo sono al funerale della madre del mio Maestro e non riesco ad essere presente, leggo ora un poco di fretta... Appena ho un attimo proseguo... 😉. -
Rinchen Dorje.
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che possa avere una pronta e felice rinascita .