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Ciao a tutti
Sto facendo una ricerca: Nagarjuna è il capostipite della scuola Madhyamaka base del Vajrayana tibetano in cui rimarca il concetto di Sunyata (vacuità) ok!?
Ma perché nel II sec d.c. scrisse il Dharmasangraha in cui asserisce del monarca ideale Chakravartin attribuendogli 7 attributi o tesori (sapta ratna).
Come si sposa quest'ultimo concetto pieno di certezze concrete e assolute con la vacuità estrema, non nichilista ma diciamo piena di dubbi, della Madhyamaka?
Grazie
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Non dualita' tra KU e Ke .Visione assoluta e visione relativa . . -
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Ku ke kazz sta' a di???
Potreste essere un po' meno telegrafici e più esplicativi?
Io sto solo facendo una ricerca storica, non sono religioso, non ne so molto.
Chi è ku?
Chi è ke?
Cos'è la non dualità?
Chi ha la visione relativa e chi quella assoluta?. -
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Sono concetti basilari della filosofia buddhista che per essere in grado di fare una ricerca dovresti curarti di conoscere .
Comunque ,nonostante questo sia un forum e non c'e' obbligo di rispondere a nessuno che non si ponga con un minimo di gentilezza, in parole poverissime e molto approssimative:
Ku e' la vacuita' di cui sopra ,il "Vuoto" di esistenza propria ma "pieno" di energia potenziale da cui "sgorgano i fenomeni"
Ke e' l' aspetto manifesto della vacuita' ,quindi le cose come appaiono normalmente ,dove c'e' una individualita' apparente
nel mahayana le due realta' corrispondono perfettamente su piani diversi e questa cosa e' descritta in vari modi tipo "il samsara e' il nirvana " per esempio
la non dualita' e' uno dei modi di descrivere questa unicita' della realta' all' interno dela struttura filosofica
la visione e' assoluta se ragiono secondo i concetti sopra citati ,la visione e' relativa se per esempio capisco che se anche tutto e' vuoto di esistenza propria ,gli esseri che credono di avere una individualita' soffrono e per questo devono essere trattati con gentilezza
Chakravartin (il sovrano che fa girare la ruota del Dharma ) comprende perfettamente queste ( ed altre) sfumature della dottrina e governa secondo essa portando beneficio agli esseri da lui governati. -
Enzo501.
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Sono concetti basilari della filosofia buddhista che per essere in grado di fare una ricerca dovresti curarti di conoscere .
Comunque ,nonostante questo sia un forum e non c'e' obbligo di rispondere a nessuno che non si ponga con un minimo di gentilezza, in parole poverissime e molto approssimative:
Ku e' la vacuita' di cui sopra ,il "Vuoto" di esistenza propria ma "pieno" di energia potenziale da cui "sgorgano i fenomeni"
Ke e' l' aspetto manifesto della vacuita' ,quindi le cose come appaiono normalmente ,dove c'e' una individualita' apparente
nel mahayana le due realta' corrispondono perfettamente su piani diversi e questa cosa e' descritta in vari modi tipo "il samsara e' il nirvana " per esempio
la non dualita' e' uno dei modi di descrivere questa unicita' della realta' all' interno dela struttura filosofica
la visione e' assoluta se ragiono secondo i concetti sopra citati ,la visione e' relativa se per esempio capisco che se anche tutto e' vuoto di esistenza propria ,gli esseri che credono di avere una individualita' soffrono e per questo devono essere trattati con gentilezza
Chakravartin (il sovrano che fa girare la ruota del Dharma ) comprende perfettamente queste ( ed altre) sfumature della dottrina e governa secondo essa portando beneficio agli esseri da lui governati. -
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Ok, il Chakravartin diffonde e instilla i concetti di Sunyata e Anitya, come già sapevo.
Ma io mi chiedo:
Perché deve avere bisogno dei sette tesori (sapta ratna) ?
Se lui ha capito la vacuità
Si è staccato dagli attaccamenti terreni.
Perché ha bisogno della moglie retta
Del cavallo elegante
Dei generali leali
Dell'elefante figo ecc
So bene che potrebbero essere tutte metafore!?
Ad esempio l'elefante rappresenta la saggezza!?
Ma non è cmq rischioso fare questi abbinamenti?
Possono essere fuorvianti?!
Il credente può credere che x raggiungere l'illuminazione del Chakravartin si debba essere potenti, possedere tanti beni e governare su tanta gente !?. -
Talpo Dhir.
User deleted
CITAZIONEOk, il Chakravartin diffonde e instilla i concetti di Sunyata e Anitya, come già sapevo.
Se concettualmente lo sai già, ok sei a posto. Sei arrivato al capolinea, non puoi andare oltre. Non puoi andare oltre non per i tuoi limiti di comprensione, ma per i limiti che ha la concettualizzazione in se stessa. La stragrande maggioranza degli insegnamenti buddhisti sono metodi che “vorrebbero portarti” ad una esperienza non concettuale quindi, o segui praticando gli insegnamenti, e magari arrivi a farne esperienza oppure ad un certo punto non riuscirai ad andare oltre perché il concettuale non è più sufficiente e tutto quello che vai ad affermare, rimanendo concettuale, non avrà un reale senso.. -
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Ok mi stai dicendo che i sapta ratna o sette tesori del Chakravartin, sono da prendere come metafore e fine.
Ma io penso che nella Storia qualcuno li abbia mai presi alla lettera?. -
Talpo Dhir.
User deleted
CITAZIONEOk mi stai dicendo che i sapta ratna o sette tesori del Chakravartin, sono da prendere come metafore e fine.
Ma io penso che nella Storia qualcuno li abbia mai presi alla lettera?
io non ho parlato di metafore…. ok provo a spiegarmi meglio.
Per metodo intendo una sequenza, meglio, una concatenazione di azioni, che ci portano all’interno di una determinata area esperienziale.
Facciamo l’esempio di un metodo.
Supponiamo che desideriamo un tè. Per prima cosa dovremo accertarci di avere tutto il necessario per poter realizzare il nostro tè, un fuoco, un pentolino, dell’acqua e infine una tazza e il tè. Poi dovremo versare l’acqua nel pentolino, mettere il pentolino sul fuoco, far bollire l’acqua, spegnere il fuoco una volta che essa ha raggiunto l’ebollizione aggiungere il tè all’acqua, aspettare cinque minuti versarlo in una tazza e il tè è pronto per essere gustato. Questa concatenazione di azioni ci rende possibile entrare nell’area esperienziale che ci permette di soddisfare il nostro desiderio di gustare un tè
Quando e perchè uso il termine area esperienziale? Lo uso quando l’esperienza che si va a generare è sì chiaramente definibile dall’inizio (desideriamo una tazza di tè e andremo a fare un esperienza di una tazza di tè) ma l’esperienza che andremo a fare avrà una sua unicità derivata sia dalla natura fluida o meglio dinamica derivata dalla soggettività del soggetto che la compie, sia per la costante diversità del contesto.
Non ti sto dicendo neanche "di prenderli alla lettera" ti sto dicendo che sono solo un aspetto di un metodo ben più ampio, non puoi decontestualizzarlo, devi praticare la sequenza per intero se vuoi arrivare da qualche parte…
Spero di aver reso l'idea e non averti creato ancor più confusione. Del resto il Vajrayāna è considerato di difficile comprensione ma di facile fraintendimento..
Vacuità di Nagarjuna e ChakravartinCome conciliare la vacuità alla metafora del Chakravartin ? |
