Ciao - vipassana

Salve a tutti,

È l prima volta che scrivo. Mi sono da poco interessato alla pratica vipassana. Ho visto che in italia ci sono almeno due centri. Il primo chiamato pian dei ciliegi, il secondo nella tradizione di Goenka. Mi pare di capire che vi siano delle differenze filosofiche fra i due. Di fatto, quello a pian dei ciliegi, offre ritiri tendenzialmente più brevi.

Volevo sapere se qualcuno di voi ha avuto esperienze a riguardo e se me ne può parlare. Io sono ateo, sono interessato alla meditazione come forma di concentrazione e osservazione dei pensieri e mi chiedevo quale fosse la variante più indicata a questi fini.

Mi piacerebbe anche avere delle delucidazioni circa i costi. So che i corsi sono gratuiti, ma mi chiedevo se l'alloggio e il vitto non lo fossero.

Grazie

Grazie molte. Leggerò sicuramente il link verso cui mi hai indirizzato.

Ciò che mi interessava del ritiro era la disciplina legata all'esperienza. Ho paura che se frequentassi un corso privato, incapperei in una versione più edulcorata, o comunque meno efficace, della tecnica. Probabilmente, però, come dici, dovrò prima informarmi autonomamente.

Posso domandarti se hai poi mai deciso di partecipare ai ritiri e, in caso, a quale centro ti sei rivolto?

Mi aggiungo anche se non dovrei dato che avete detto tutto così bene e così chiaramente. Detto questo, Tobiass, sicuro che quello che ti interessa è vipassana e per caso non shamata? Perché da quello che sembra il tuo obiettivo, ovvero osservazione dei pensieri, analisi degli stati mentali eccetera, questo lavoro si fa nella meditazione shamata. La vipassana si esercita in uno stadio successivo; si basa difatti sui risultati ottenuti con l'esercizio di shamata (a dire il vero il discorso è più intrecciato ma per ora non importa) e il lavoro che si fa è quello di esaminare analiticamente i temi di meditazione per chi ha già fatto del Buddhismo una prospettiva concreta per la propria vita.

In soldoni, con shamata si cerca di acquietare la mente che normalmente è un cavallo selvaggio indomabile, in modo che poi quando si va a meditare sui punti della dottrina, la meditazione sia efficace. Un po' come prendere prima la mira e poi, solo quando la mano è ferma, sparare.

In questo contesto, normalmente una persona che chiede della meditazione vipassana in teoria dovrebbe aver già messo un piede in una tradizione spirituale buddhista o almeno sua cugina e decide di praticare vipassana per avanzare nella conoscenza e negli stati meditativi più o meno non-logico discorsivi. Naturalmente a domanda deve rispondere e non si dovrebbe insinuare "ma forse volevi dire un'altra cosa o non sai esattamente cosa cerchi". Però qualcosa del tuo post mi ha fatto venire il dubbio e l'ho espresso.

Come è noto la situazione è molto sfumata e in certi contesti shamata e vipassana vanno avanti insieme. Come prospettavi è altresì possibile che uno voglia approfondire specificamente vipassana e non shamata perché gli servono gli strumenti per fare un esame che so, a medicina e ha bisogno di sviluppare una capacità analitica di rappresentazione o cose così. Sono infatti metodi perfettamente neutrali, finalizzabili a qualsiasi obiettivo; esattamente come le tecniche come potrebbero essere gli esercizi fisici di pesistica, che possono essere finalizzati a qualsiasi sport.

Insomma, se ti era ben chiaro cosa ti serve chiedo venia e mi ritiro in buon ordine. Se invece quanto ho scritto potrebbe destarti qualche riflessione sul centraggio degli obiettivi allora forse se ne potrebbe riparlare. Da un punto di vista pratico non cambierà niente perché come dicevo shamata e vipassana sono spesso portati avanti quasi insieme e non esiste un centro in cui si pratichi solo una o l'altra. Quindi tutti i post precedenti restano validi.