La natura della realtà.

Incontro del Dalai Lama con esponenti della fisica quantistica.

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  1. Rock;Stepp
     
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    Trovando questo video su Internet non potevo non condividerlo con voi.
    Il Dalai Lama incontra Arthur Zajonc e Michel Bitbol, il secondo per chi bazzica un po sul sito di Asia è forse più familiare.
    La cosa interessante del video è vedere come certe implicazioni della fisica quantistica somigliano molto a quelle della posizione buddhista.

    Parte 1:

    Video

    Parte 2:

    Video

    Edited by Rock;Stepp - 10/1/2014, 05:19
     
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    http://www.coelum.com/coelum/archivio/edit...elum-n-177-2014
     
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    Got ignorance?
    Uncertainty is an uncomfortable position. But certainty is an absurd one.


    Buddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centri

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    http://www.rmarroni.net/operatore_olistico..._misticismo.pdf

    Non ho il libro, spero che la traduzione sia sufficientemente accurata ... lo sarà sicuramente visto che non è mia!

    CITAZIONE
    Ad unanime consenso, la fisica moderna non prova né confuta, non sostiene né rifiuta una visione del mondo mistica e spirituale. Esistono sì alcune similarità tra la visione globale della nuova fisica e l'approccio unitario di alcune dottrine mistiche, ma queste somiglianze, ove non siano puramente accidentali, si rivelano di importanza minima a confronto delle vaste e profonde differenze. Tentare di sostenere una visione del mondo spirituale con elementi della fisica vuol dire semplicemente fraintendere del tutto la natura e la funzione di entrambi. Come disse lo stesso Einstein: “Questa moda attuale di applicare gli assiomi della fisica alla vita umana non è soltanto completamente sbagliata, ma ha anche qualcosa di biasimevole” (in Planck, 1932, p.209).

    CITAZIONE
    Planck vedeva scienza e religione correlate a due dimensioni molto diverse dell'esistenza, tre le quali, a suo dire, non ci può essere propriamente né conflitto né accordo, come ad esempio si può dire tra la musica e la botanica non c'è né conflitto né accordo. I tentativi di mettere in conflitto scienza e religione e, dall'altra parte, quelle di unificarle, “ fanno capo ad un malinteso o, più precisamente, al confondere immagini della religione con dichiarazioni scientifiche: inutile dire che il risultato di ciò non ha alcun senso”

    www.albertostrumia.it/articoli/miscellanea/miart005.pdf
    CITAZIONE
    È ormai classico l’accostamento–identificazione tra il big–bang della cosmologia scientifica e il fiat lux biblico, per citare solo un esempio. È certamente suggestivo, spontaneo, e in un certo senso può essere anche legittimo tentare degli accostamenti di questo tipo, ma non si può sostenere di averne dimostrato la correttezza, se non altro perché non disponiamo di una meta–scienza sul terreno della quale condurre una tale dimostrazione.
    Purtroppo, oltre alle questioni di principio, si aggiungono spesso, anche ulteriori complicazioni dovute ad una inadeguata non conoscenza delle teorie scientifiche da parte di filosofi e teologi, da una parte, come ad un uso assolutamente erroneo della terminologia teologica da parte di taluni scienziati. Per fare solo un esempio si equivoca sul termine
    creazione intendendo, meccanicisticamente, la creazione come un semplice avvio della macchina dell’universo, pensando che se l’universo fosse ab aeterno non occorrerebbe alcuna creazione e quindi sarebbe inutile l’azione di un Dio. Inoltre si identifica spesso ciò che i fisici chiamo vuoto con ciò che filosofi e teologi chiamano nulla. Tutto ciò ha portato anche scienziati di fama internazionale a sostenere la tesi ridicola secondo cui se l’universo ha avuto origine da una fluttuazione quantistica del vuoto esso è venuto dal nulla e quindi non occorre un Creatore

    Personalmente sono per tenere separati i due campi d'azione.

    Sulle domande "chi sono", "perchè", "quel è il senso di tutto questo" ... secondo me sono una fase, mentre per quel che è la mia opinione sarebbe meglio dare personalmente un senso a tutto questo, quali sono le motivazioni che scelgo di prendere come sentiero, in quale direzione voglio procedere ... il tutto nonostante "me" .... insomma voto e pentimento.
     
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  4. Vajrapani
     
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    Mi pare un contributo notevole. Sottolineo però che l'autore tende comunque, oltre i suoi inviti alla seperazione dei campi, a far propendere lievemente la bilancia dal lato della teologia, come dimostrano le sue righe finali.
     
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    Si .. sicuramente. Sul secondo sito c'è il curriculum di Alberto Strumia, laureato in fisica e sacerdote. Il primo estratto invece proviene dal sito di Romina Marroni, che nella presentazione dichiara "amore profondo per Gesù, per il Sacro, per lo Spirito " ... quello che viene proposto non potrebbe essere certo di taglio diverso.
    Mi pareva interessante appunto anche per questo.

    ... appena riesco posto un piccolo estratto da un vecchio numero del periodico della stella del mattino ...
     
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    www.rmarroni.net/operatore_olistico..._misticismo.pdf

    Non ho il libro, spero che la traduzione sia sufficientemente accurata ... lo sarà sicuramente visto che non è mia!

    Verso la fine dell'estratto del libro di Ken Wilber sottolinierei questi pezzi quì:

    CITAZIONE
    Cominciamo con “scienza”. Come ho già detto, siamo liberi di definire “scienza”
    come vogliamo, a patto di rimanere coerenti. Mi sembra però fondamentale operare
    almeno una distinzione tra metodo e campo della scienza. Il metodo si riferisce ai
    modi, alle vie con cui tutto ciò che chiamiamo scienza riesce a raccogliere fatti, dati
    o informazioni e a confermare o rifiutare proposizioni confrontandole con questi
    dati. Il metodo, in altre parole, è costituito dai mezzi che la scienza (ancora non
    specificata) usa per acquisire conoscenza.
    Il campo, invece, rappresenta semplicemente la categoria di eventi o fenomeni che
    diventano, o possono diventare, oggetti d'investigazione di ciò che noi vogliamo
    significare per “scienza”. “Metodo” si riferisce dunque all'epistemologia della
    scienza, mentre “campo” si riferisce alla sua ontologia.
    ...
    Il punto è che siccome questa definizione coinvolge soltanto il metodo, e
    giustamente non fa riferimento alcuno ai campi oggettuali, il confine tra scientifico e
    non scientifico non si trova tra fisico e il metafisico, bensì tra affermazioni
    convalidate dall'esperienza e affermazioni non convalidate o puramente
    dogmatiche; le prime possono essere sottoposte a conferma o negazione sulla
    base dell'esperienza, mentre le ultime sono basate sulle tante varietà del genere “è
    così perché te lo dico io”. Se la “scienza” fosse circoscritta al campo degli oggetti
    fisico-sensoriali, la matematica, la logica, la psicologia e la sociologia non
    potrebbero essere definite “scientifiche” dato che gli aspetti centrali di tutti questi
    campi sono non-sensoriali, non-fisici, non-empirici e in certe occasioni meta-fisici.
    ...
    Dopo aver visto che il “metodo scientifico” si applica a scoperte che si possono
    provare con l'esperienza, al contrario delle affermazioni dogmatiche (che possono
    essere valide ma su fondamenti che dovremo definire diversamente dal termine
    “scientifico”), possiamo porre la domanda: “A quali campi è allora applicabile il
    metodo scientifico?”. Ma chiediamoci, prima ancora: “Quali campi ci sono?”. Vale a
    dire quali generi di esperienza, o modi di essere, o aspetti della realtà sono
    disponibili, tanto per cominciare, là dove il “metodo scientifico” può o non può
    essere applicabile? In altre parole, quale ontologia possiamo accettare?
     
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  7. Talpo Dhir
     
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    Premetto che dell'argomento o meglio delle argomentazioni tra scienza e buddhismo sono di una ignoranza spaventosa .. trovo l'argomento interessante.. però in virtù proprio della mia ignoranza mi è sorta una domanda da super profano

    Che vantaggi possono avere scienza e buddhismo nel confrontarsi ?(mi fermo a prendere in considerazione il buddhismo sia per semplificare il discorso sia per non dover ammettere un altra spaventosa ignoranza che è la conoscenza delle religioni di per se)
    Ok su alcune cose si può vedere o almeno intuire una reciproca utilità, ad esempio la psicoterapia si può avvantaggiare adattando pratiche meditative nella cura dei propri pazienti, il buddhismo si può avvantaggiare trovando soggetti più equilibrati (dopo il trattamento di psicoterapia ovviamente se non erano equilibrati prima). E' evidente però che sia gli obiettivi che le motivazioni sono moto diverse, semplificando al massimo, il psicoterapeuta cerca di "normalizzarti" e lavora sul tuo IO per farlo, il buddhismo cerca di portarti all'illuminazione e per farlo destruttura il tuo IO. Penso anche alla fisica, alla questione tempo, non tanto alla sua visione di unità di misura che è una convenzione e una volta accettata come tale è un problema risolto, ma alle implicazioni che comporta il tempo. Come buddhista mi interessa vedere che è grazie al tempo che io sviluppo attaccamento avversione e indifferenza, ma non solo è grazie allo spazio temporale che vedo le mie definizioni (casa auto amico) mutare e trasformarsi in altre definizioni... per arrivare a comprendere che la mia percezione di tempo che scorre mi inchioda nella visione duale proprio perché il tempo per esistere ha bisogno di un osservatore, ma sto po-po di mal di testa ad un fisico quanto può interessare visto che la fisica si ferma a quello che io chiamo visione relativa?
     
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  8. Rock;Stepp
     
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    CITAZIONE (Talpo Dhir @ 14/1/2014, 20:06) 
    Premetto che dell'argomento o meglio delle argomentazioni tra scienza e buddhismo sono di una ignoranza spaventosa .. trovo l'argomento interessante.. però in virtù proprio della mia ignoranza mi è sorta una domanda da super profano

    Che vantaggi possono avere scienza e buddhismo nel confrontarsi ?(mi fermo a prendere in considerazione il buddhismo sia per semplificare il discorso sia per non dover ammettere un altra spaventosa ignoranza che è la conoscenza delle religioni di per se)
    Ok su alcune cose si può vedere o almeno intuire una reciproca utilità, ad esempio la psicoterapia si può avvantaggiare adattando pratiche meditative nella cura dei propri pazienti, il buddhismo si può avvantaggiare trovando soggetti più equilibrati (dopo il trattamento di psicoterapia ovviamente se non erano equilibrati prima). E' evidente però che sia gli obiettivi che le motivazioni sono moto diverse, semplificando al massimo, il psicoterapeuta cerca di "normalizzarti" e lavora sul tuo IO per farlo, il buddhismo cerca di portarti all'illuminazione e per farlo destruttura il tuo IO. Penso anche alla fisica, alla questione tempo, non tanto alla sua visione di unità di misura che è una convenzione e una volta accettata come tale è un problema risolto, ma alle implicazioni che comporta il tempo. Come buddhista mi interessa vedere che è grazie al tempo che io sviluppo attaccamento avversione e indifferenza, ma non solo è grazie allo spazio temporale che vedo le mie definizioni (casa auto amico) mutare e trasformarsi in altre definizioni... per arrivare a comprendere che la mia percezione di tempo che scorre mi inchioda nella visione duale proprio perché il tempo per esistere ha bisogno di un osservatore, ma sto po-po di mal di testa ad un fisico quanto può interessare visto che la fisica si ferma a quello che io chiamo visione relativa?

    Beh l' uomo occidentale è solito a pensare che ciò che è scientifico e/o matematico abbia valore assoluto, sia una verità inopinabile.
    Il fatto che certe implicazioni pseudo filosofiche delle fisica quantistica si sposano con quelle buddhiste è qualcosa di molto importante.
    Per quanto mi riguarda psicologi e psichiatri vari hanno poco da dire circa la sofferenza esistenziale, e possono fornire solo cure pagliative, ma neanche, quindi chi magari percepisce questo disagio può permettersi di dare alla meditazione e alla filosofia orientale più valore.
    Almeno per come la vedo io, poi chiaro che è l' esperienza della pratica che fa la differenza.
    Ecco a me sembra solo molto interessante che due discipline differenti abbiano molto in comune.
    Cito Odifreddi, grande ateo e scientista:
    Il buddhismo è dunque una religione completamente umanistica, democratica e scientifica...
     
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  9. rinchen dorje
     
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    <<secondo te, la fisica quantistica ha la risposta? Scusa, ma a che cosa mi può servire che tempo e spazio siano esattamente la stessa cosa? Cioè, chiedo a uno “Che ora è?” e lui mi risponde “6 chilometri”? Ma che roba è?!>>
    …cit. Enything Else. di Woody Allen

    :punk:
     
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  10. Talpo Dhir
     
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    CITAZIONE (rinchen dorje @ 15/1/2014, 10:18) 
    <<secondo te, la fisica quantistica ha la risposta? Scusa, ma a che cosa mi può servire che tempo e spazio siano esattamente la stessa cosa? Cioè, chiedo a uno “Che ora è?” e lui mi risponde “6 chilometri”? Ma che roba è?!>>
    …cit. Enything Else. di Woody Allen

    :punk:

    É un po topic ma alla domanda che ore sono la risposta 7km é un po stronza ma di sicuro meno sbagliata che le 00 e 3minuti .. senza questo sarebbe stato impossibile andar per mare
     
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    Un esempio di campo e quindi di invasione di campo :)

    http://arxiv.org/abs/1401.1219
     
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  12. Talpo Dhir
     
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    CITAZIONE (Talpo Dhir @ 15/1/2014, 11:37) 
    CITAZIONE (rinchen dorje @ 15/1/2014, 10:18) 
    <<secondo te, la fisica quantistica ha la risposta? Scusa, ma a che cosa mi può servire che tempo e spazio siano esattamente la stessa cosa? Cioè, chiedo a uno “Che ora è?” e lui mi risponde “6 chilometri”? Ma che roba è?!>>
    …cit. Enything Else. di Woody Allen

    :punk:

    É un po topic ma alla domanda che ore sono la risposta 7km é un po stronza ma di sicuro meno sbagliata che le 00 e 3minuti .. senza questo sarebbe stato impossibile andar per mare

    Per la precisione 1670 km orari / 360 (secondi in un ora ) da 4,63 km al secondo quindi direi che sono le 00 00 01,2 di oggi . É importante questo ragionamento dove non hai la possibilita di sapere quanta distanza esattamente hai percorso dal tuo punto di partenza andando verso est o verso ovest :)
     
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    Ok giusto Talpo, basta dire che le 00 e 3 minuti sono due angoli (delle lancette).

    Comunque quello che mi chiedo io è questa cosa quà: consideriamo la teoria delle convergenze parallele :P tra discipline scientifiche e umanistiche. Supponiamo che sia vera. Attraverso quale procedimento sono pervenuto a tale verità? E come posso controllarla?
     
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  14. Talpo Dhir
     
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    Em ....si può dire non ne ho la più pallida idea? :ph34r:
     
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  15. Talpo Dhir
     
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    Per Rinchen Dorgje .... nella mia risposta volevo scrivere.... è u po' off topic... mi è andato perso l'off... il senso di quello che volevo dire è che spesso col tempo le cose cambiano e perdendo la motivazione iniziale si tende a perdere anche la comprensione del perché siano state pensate cosi. In questo caso una delle motivazioni che ha fatto si che si legasse il tempo con lo spazio era quello di sapere dove si era (calcolo dei meridiani).. spero di aver chiarito a sufficienza
     
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18 replies since 10/1/2014, 00:46   350 views
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