Donazioni d'organi

Posizione delle scuole buddhiste

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  1. Tomo Ko
     
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    Mi è arrivata un'interessante news letter che tratta dell'argomento

    www.sipuodiremorte.it/donare-gli-organi/

    Le posizioni di vari gruppi religiosi e laici variano in modo molto profondo e contrastante. Voi cosa ne pensate?
    Tempo fa avevo sentito un monaco buddhista che ne parlava, lui era d'accordo sulla donazione perchè è un atto di compassione, può alleviare la sofferenza di un'altra persona, ma diceva che ognuno è libero di scegliere e decidere secondo coscienza.
    Siete a conoscenza di posizioni ufficiali delle varie scuole buddhiste? Esistono?
    Nel buddhismo tibetano il processo del morire è stato studiato e descritto in modo molto preciso, la dissoluzione degli elementi, se non erro, dura 3 giorni e fino dopo 72 è preferibile non seppellire o cremare il cadavere, ma i prelievi di organi avvengono ben prima, cosa comporta questo fatto?
     
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    Uncertainty is an uncomfortable position. But certainty is an absurd one.


    Buddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centri

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    Purtroppo seguo lo zen ... mi pare un po' come quella questione del verme tagliato in due.
    Ti risponderei razionalmente essendo favorevole all'espianto degli organi per la donazione.
    Sono curioso anch'io di sapere se ci sono posizioni ufficiali e quali.
     
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  3. Vajrapani
     
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    Conosco un testo buddista sulla bioetica che potrebbe forse fare al caso vostro.
    Difficile dire se esistano posizioni chiare in merito delle varie scuole e tradizioni.


    Eccolo: http://muse.jhu.edu/books/9780791481455
     
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  4. Tomo Ko
     
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    CITAZIONE (Vajrapani @ 2/7/2013, 15:15) 
    Conosco un testo buddista sulla bioetica che potrebbe forse fare al caso vostro.
    Difficile dire se esistano posizioni chiare in merito delle varie scuole e tradizioni.


    Eccolo: http://muse.jhu.edu/books/9780791481455

    Ti ringrazio molto, peccato che il materiale più interessante si trovi solo in lingua inglese... sigh :(
     
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  5. Vajrapani
     
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    Naturalmente una discussione profonda sul trapianto d'organi chiama in causa anche il concetto di morte cerebrale cui la scienza medica di oggi, per svariati motivi, fa riferimento.

    Sul tema segnalo l'interessante contributo di Paolo Becchi ( prestatosi a mio avviso molto meno brillantemente all'agone politico) Morte cerebrale e trapianto d' organi, Morcelliana, 2008.
     
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  6. Losang
     
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    Ricordo che nel buddhismo non esiste un Papa o altri organi ufficiali che dettano regole su tutti gli argomenti a cui i laici si devono attenere. Ognuno deve secondo le proprie conoscenze o chiedendo consiglio ai più anziani cercare un suo punto di vista. Non vi sono posizioni ufficiali ma vi possono essere documenti che eventualmente radunano vari studi che riguardano l'argomento. Per esempio quando il Dalai Lama fa delle affermazioni sull'etica, queste possono eventualmente coinvolgere politicamente il popolo tibetano in esilio (spesso una buona parte non è in sintonia o lo critica aspramente) non certo tutti i buddhisti del mondo.

    Visto che viene chiesto un parere personale a tutti noi, cerco di esprimere semplicemente un mio limitatissimo e discutibilissimo punto di vista.
    Se un essere umano si vuole sacrificare per compassione per un altro essere umano questo non è nemmeno da chiedersi se è giusto o sbagliato: è un gesto grandioso un gesto altruistico senza paragoni.

    Perché dico questo? Perché possiamo chiamarla morte cerebrale o in tanti altri modi ma nell'espianto gli organi vengono prelevati in un corpo ancora vivo e questo deve essere ben chiaro a tutti. In un corpo morto non si possono prelevare organi per il trapianto.

    Per il processo della morte dell'individuo non cambia nulla, quello che cambia è la responsabilità karmica (il problema etico di interrompere una vita) che si assumono i medici, i parenti e tutti coloro che partecipano attivamente all'espianto anche a fin di bene. Questo non possiamo proprio saperlo.
     
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    CITAZIONE (Losang @ 3/7/2013, 07:55) 
    Perché dico questo? Perché possiamo chiamarla morte cerebrale o in tanti altri modi ma nell'espianto gli organi vengono prelevati in un corpo ancora vivo e questo deve essere ben chiaro a tutti. In un corpo morto non si possono prelevare organi per il trapianto.

    Per il processo della morte dell'individuo non cambia nulla, quello che cambia è la responsabilità karmica (il problema etico di interrompere una vita) che si assumono i medici, i parenti e tutti coloro che partecipano attivamente all'espianto anche a fin di bene. Questo non possiamo proprio saperlo.

    Non ci sarebbe differenza nel donare ad esempio parte del fegato o un rene o la trasfusione di sangue, o il trapianto di midollo.
    Anche dal punto di vista karmiko è usare parte di un corpo morente per la vita di uno o più esseri viventi.
    Il fatto che attaccato ad una macchina maccanicamente si possano far funzionare i singoli organi per un tempo limitato o illimitato (in un futuro) secondo me dovrebbe dar da pensare. Immaginiamo che dopodomani una parte di un corpo si potesse nutrire, tenere in vita per un tempo illimitato (o comunque fino al deperimento per vecchiaia) nonostante la morte cerebrale, che si fa? Immaginiamo di essere inabilitati a causa di una grave malattia, in coma, che l'unica cosa che smetta di funzionare sia il nostro cervello ma che possano tenere in vita i nostri organi meccanicamente per 120 anni, che si fa?
    Quando sai che il decorso della tua malatia sarà terribile e che perderai dignità, capacità di intendere in cambio di molta sofferenza che si fa?

    Come parere personale sono favorevole sia all'espianto dgli organi, sia in certe condizioni all'eutanasia, sia in certe condizioni al suicidio assistito.

    p.s. Non si cercal'indicazione di un Papa (credo di parlare anche per TomoKo, anche se la domanda era posta così, hai fatto bene a precisare Losang!) ma se ci sono delle indicazioni su cui riflettere. Per "posizioni ufficiali" credo che avesse voluto intendere come posizioni normalmente condivise ... o qualcosa del genere.

    CITAZIONE (Losang @ 3/7/2013, 07:55) 
    Per il processo della morte dell'individuo non cambia nulla, quello che cambia è la responsabilità karmica (il problema etico di interrompere una vita) che si assumono i medici, i parenti e tutti coloro che partecipano attivamente all'espianto anche a fin di bene. Questo non possiamo proprio saperlo.

    Straquoto
     
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  8. Tomo Ko
     
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    CITAZIONE (warmbeer @ 3/7/2013, 08:15) 
    CITAZIONE (Losang @ 3/7/2013, 07:55) 
    Perché dico questo? Perché possiamo chiamarla morte cerebrale o in tanti altri modi ma nell'espianto gli organi vengono prelevati in un corpo ancora vivo e questo deve essere ben chiaro a tutti. In un corpo morto non si possono prelevare organi per il trapianto.

    p.s. Non si cercal'indicazione di un Papa (credo di parlare anche per TomoKo, anche se la domanda era posta così, hai fatto bene a precisare Losang!) ma se ci sono delle indicazioni su cui riflettere. Per "posizioni ufficiali" credo che avesse voluto intendere come posizioni normalmente condivise ... o qualcosa del genere.

    L'espianto viene effettuato in presenza di assoluta e sicura morte cerebrale, corpo ancora vivo forse non è corretto perchè anche il cervello fa parte del corpo e in tal caso è morto. Diciamo che con mezzi artificiali vengono mantenute le funzioni vitali ma ormai la coscienza dell'individuo non c'è più. Personalmente non penso si possa sviluppare un cattivo karma o debito karmico solo per prelevare organi e staccare la spina, anzi si compie un'azione positiva, si dà la possibilità di salvare delle vite e si compie la volontà di compassione e donazione di chi è morto ma ha lasciato disposizioni in tal senso.

    Warmbeer hai capito giusto, quello che mi interessava era capire se ci sono diversità di vedute nello zen, piuttosto che nel vajrayana ecc. tenendo conto di indicazioni o discorsi di dharma fatti da praticanti pluriennali sia laici che monaci. Dalai Lama in testa ma anche Karmapa o esponenti di organi ufficiali quali il Soto Shu, o abati di monasteri molto conosciuti.

    Mi interessava anche capire se la dissoluzione dei 5 elementi (mi pare descritta nel Bardo, libro tibetano dei morti) sia accettata anche dalle altre scuole buddhiste e cosa potrebbe eventualmente comportare per il defunto un espianto di organi nella fase della dissoluzione.

    Hot: ho trovato questo bellissimo link che parla della dissoluzione dei 5 elementi rilevabile anche negli animali
    http://www.improntediluce.it/articoli/comp...ella_morte.html

    Personalmente sono per il non accanimento terapeutico o eutanasia passiva, non accetterei invece di assistere ad un suicidio assistito o a praticare eutanasia attiva. Eutanasia passiva o non accanimento comprende anche l'accettare la volontà di un paziente che intende rinunciare a determinati supporti curativi o, se già in funzione, a interromperne l'uso.
     
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    CITAZIONE (Tomo Ko @ 3/7/2013, 17:53) 
    Personalmente sono per il non accanimento terapeutico o eutanasia passiva, non accetterei invece di assistere ad un suicidio assistito o a praticare eutanasia attiva. Eutanasia passiva o non accanimento comprende anche l'accettare la volontà di un paziente che intende rinunciare a determinati supporti curativi o, se già in funzione, a interromperne l'uso.

    Sul suicidio assistito sono un po' combattuto anch'io. Conseguenze karmiche indiscutibili.
    Però devo dire che ad un certo punto, tra il morire attaccato ad una flebo, intontito e sofferente all'ospedale e lo spegnersi a casa tra figli, mi pare più dignitoso e umano andarsene "in famiglia", e sceglierei la seconda. Sai una volta la vita era più corta ma la morte era una "certezza diversa". Non so come dire. Certo si soffriva di più.
     
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  10. Talpo Dhir
     
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    CITAZIONE (Tomo Ko @ 3/7/2013, 17:53) 
    L'espianto viene effettuato in presenza di assoluta e sicura morte cerebrale, corpo ancora vivo forse non è corretto perchè anche il cervello fa parte del corpo e in tal caso è morto. Diciamo che con mezzi artificiali vengono mantenute le funzioni vitali ma ormai la coscienza dell'individuo non c'è più.

    Il “nocciolo” della questione è appunto questo, mentre mi espiantano gli organi ne subisco una interferenza? Pur io rimanendo un donatore di organi, perché lo ritengo un buon modo per creare delle valide opportunità a chi riceve i miei organi, proprio perché consapevole che queste sono solo delle opportunità che offro, il dubbio mi rimane… e se questo mio donare va a precludermi un risultato ancor più utile nel senso che già con una ri-fortunata rinascita umana potrei avvantaggiare molti più esseri senzienti?
    Bel dilemma, da una parte il non sprecare nulla, dall’altra il puntare con maggior determinazione ad una aspirazione maggiore magari con pratiche che prevedano trapassi non troppo dolci così da salvare capra e cavoli. Eeeeeeeeee la saggezza … magari averne senza dover osare :unsure:
     
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    CITAZIONE (Talpo Dhir @ 3/7/2013, 19:29) 
    Bel dilemma, da una parte il non sprecare nulla, dall’altra il puntare con maggior determinazione ad una aspirazione maggiore magari con pratiche che prevedano trapassi non troppo dolci così da salvare capra e cavoli. Eeeeeeeeee la saggezza … magari averne senza dover osare :unsure:

    Secondo me si tratta di fare quel che va fatto (fosse facile) se tocca a me, tocca a me. Ripeto, fosse facile! A dirsi e a scriversi di certo, ma all'atto di soffrire sul serio ... non è facile!
     
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  12. Vajrapani
     
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    CITAZIONE (Tomo Ko @ 3/7/2013, 17:53) 
    CITAZIONE (warmbeer @ 3/7/2013, 08:15) 
    p.s. Non si cercal'indicazione di un Papa (credo di parlare anche per TomoKo, anche se la domanda era posta così, hai fatto bene a precisare Losang!) ma se ci sono delle indicazioni su cui riflettere. Per "posizioni ufficiali" credo che avesse voluto intendere come posizioni normalmente condivise ... o qualcosa del genere.

    L'espianto viene effettuato in presenza di assoluta e sicura morte cerebrale, corpo ancora vivo forse non è corretto perchè anche il cervello fa parte del corpo e in tal caso è morto. Diciamo che con mezzi artificiali vengono mantenute le funzioni vitali ma ormai la coscienza dell'individuo non c'è più.

    Questo è il punto e credimi è tutt' altro che sicuro. Infatti che il cervello sia il solo supporto della coscienza è da valutare. Sicuramente come sappiamo per certe scuole non è così.
     
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  13. Losang
     
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    Il problema posto entra nell'ambito della Bioetica (esigenza che nasce dopo il processo di Norimberga contro i crimini del nazismo, per regolamentare le pratiche sperimentali) che è una trasformazione dell'etica medica tradizionale, per capirci il giuramento ippocratico. Chiedere cosa pensa un buddhista della bioetica diventa difficile per il semplice fatto che se venisse espresso qualsiasi parere verrebbe immediatamente respinto come non adatto alla nuova dimensione morale delle scienze e della cura della salute (della biomedicina).

    Qualsiasi obiezioni che si potrebbero fare alle scienze e nel nostro caso ad una cura medica, immediatamente si verrebbe spinti nel ghetto degli oscurantisti antiscientifici.

    Secondo la bioetica tutti dobbiamo allinearci ai due paradigmi etici che sono indiscutibili al giorno d'oggi:

    Sacralità della vita (ogni vita è sacra).
    Qualità della vita (ogni vita è sacra ma non ogni vita ha uguale valore).

    Quindi è inutile ogni discussione ci troveremmo sempre di fronte a queste due obiezioni:

    -Non sopprimere mai intenzionalmente una vita umana.
    -Assumiti le responsabilità delle tue scelte.
    Oppure:

    -Non toglierti mai la vita ed evita che lo facciano gli altri;
    -Rispetta il desiderio delle persone di vivere o morire.

    E potrei continuare.

    Immettersi in questo discorso è inutile, uscirà sempre una delle due risposte.

    Personalmente temo che il secondo paradigma in mano ad un potere corrotto sia un'arma terribile dei più forti contro i più deboli. E se rischiamo di fare diagnosi frettolose di morte cerebrale in modo troppo precipitoso avendo in vista l'espianto degli organi? Faccio infine un esempio limite, se un uomo ricco ha bisogno di un cuore urgente, e viene ucciso un bimbo povero per procurarglielo, il chirurgo ha compiuto un atto etico perché ha salvato la vita ad un ricco uomo d'affari oppure si è macchiato di un orrendo delitto?
    Come si vede le domande sono tante.

    La diagnosi di morte cerebrale è esente da errori? Mai successo che pazienti con diagnosi di morte cerebrale si siano risvegliati?

    CITAZIONE
    L'espianto viene effettuato in presenza di assoluta e sicura morte cerebrale, corpo ancora vivo forse non è corretto perchè anche il cervello fa parte del corpo e in tal caso è morto. Diciamo che con mezzi artificiali vengono mantenute le funzioni vitali ma ormai la coscienza dell'individuo non c'è più.

    Per quanto riguarda l'affermazione che se il cervello è morto la coscienza dell'individuo non c'è più, da un punto do vista del Dharma è inaccettabile. Come qualsiasi buddhista non infarcito di scienza occidentale ti risponderebbe che il cervello essendo un organo come altri non è la mente (coscienza) e ti indicherà con precisione la zona del cuore come la sede della coscienza. Inoltre la fase della morte non termina con la dissoluzione dei quattro elementi e quindi anche quando il cuore ha smesso di battere la coscienza deve attraversare altri quattro stadi prima di abbandonare il corpo.
     
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    CITAZIONE (Losang @ 4/7/2013, 12:23) 
    Faccio infine un esempio limite, se un uomo ricco ha bisogno di un cuore urgente, e viene ucciso un bimbo povero per procurarglielo, il chirurgo ha compiuto un atto etico perché ha salvato la vita ad un ricco uomo d'affari oppure si è macchiato di un orrendo delitto?

    Quando fai questi esempi non capisco se sei ironico. Non sta nè in cielo nè in terra. Quando mai l'espianto di organi include un giudizio sulla qualità di una vita in rapportso ad un altra vita? La vita di un ricco a confronto di quella di un povero ... mah


    CITAZIONE (Losang @ 4/7/2013, 12:23) 
    Per quanto riguarda l'affermazione che se il cervello è morto la coscienza dell'individuo non c'è più, da un punto do vista del Dharma è inaccettabile. Come qualsiasi buddhista non infarcito di scienza occidentale ti risponderebbe che il cervello essendo un organo come altri non è la mente (coscienza) e ti indicherà con precisione la zona del cuore come la sede della coscienza. Inoltre la fase della morte non termina con la dissoluzione dei quattro elementi e quindi anche quando il cuore ha smesso di battere la coscienza deve attraversare altri quattro stadi prima di abbandonare il corpo.

    Quindi in un trapianto di cuore la coscienza "passa" dal donatore al ricevente.
    Quindi lasciamo morire delle persone per prolungare l'agonia altre persone.

    Non è ragionevole, non è supportato da nulla di dimostrabile.
    Poi sicuramente, non sarò buddhista. Vabbò ...
     
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  15. Losang
     
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    La mia non è ironia ma preoccupazione. Mai sentito parlare di commercio degli organi?

    Mai detto che il cuore sia la coscienza ma che la coscienza è situata simbolicamente nella zona del cuore e nulla a che fare con il cervello.

    Mai affermato di lasciare morire le persone per prolungare l'agonia di altre. Quello che dico è che gli organi vengono prelevati a persone vive (anche se in fin di vita) e trovo non etico affermare per comodità il contrario. Se io sono d'accordo è quindi lecito prelevare i miei organi se mi trovo nella situazione ideale perché gli organi mi possono essere prelevati. Se fosse tecnicamente possibile prelevare organi a chicchessia non avremmo nessun problema di reperire organi per il trapianto.

    Ho espresso il mio parere e le mie preoccupazioni, nulla di più.

    NB Il migliore modo di procedere non è di essere in accordo o di non essere in accordo con la mia opinione, ma si tratta di correggere le mie affermazioni se sono fasulle (non ho nessuna pretesa né ho alcuna competenza di medicina, il mio è un semplice parere o meglio un dubbio dell'uomo della strada) e mi si spieghi dove sbaglio e come devo interpretare il fenomeno dei trapianti.

    Edited by Losang - 4/7/2013, 14:45
     
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27 replies since 1/7/2013, 17:18   1015 views
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