Voi siete dzogpa chenpo

Insegnamento sulla bodhicitta relativa e assoluta

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  1. Ohrmus
     
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    Lo dzog chen, la grande perfezione naturale, è ritenuta essere tanto una pratica quando una VISIONE, un punto di vista, una prospettiva che TRASCENDE LA MENTE CONCETTUALE. Dunque, il nostro essere coinvolti pro o contro le apparenze fenomeniche(ossia le condizioni circostanziali, interiori o esteriori che siano, che si tratti di indulgere nei namtok o di sopprimerli) risulta essere una meditazione"fabbricata" dalla mente. Questa montatura, questo espediente, non è la pratica di rigpa. E' come un cane che rincorre la sua coda. Non è la pratica dello dzog chen, la non-pratica neutrale, liberatrice, del sorgere spontaneo della spontanea liberazione.

    Bene ... ^_^ Il karma sarà inevitabilmente accumulato fintantoché non riconosceremo la natura di tutti i namtok, di tutte le forme e apparenze, di tutti gli stati mentali, compresi i noumena mentali e i fenomeni esterni, quale insostanziale, vacua, simile al sogno; fintantoché non la riconosceremo come aperta, luminosa, comprensiva della nostra primordiale, luminosa buddhità, aperta e priva di un sé; fino a quando, insomma, non ci saremo liberati dalla fissazione dualistica, dal coinvolgimento mosso dalla volontà, o dalla reattività compulsiva.

    Nel dimorare in rigpa, invece (ne riconoscere la nostra natura originale, godendo del flusso naturale dello stato risvegliato innato, della consapevolezza intrinseca e non-duale), recidiamo la radice stessa degli effetti e delle cause del karma, la radice della sofferenza; inoltre, le condizioni che fanno maturare i semi karmici latenti non possono più essere riunirsi, sicché anche il residuo karmico di azioni passate non trova alcun terreno in cui maturare. E' come quando si sollevano le onde nell'oceano: in alcun modo esse possano migliorare, rovinare, disturbare o anche soltanto mutare l'oceano, se non forse, sul livello più superficiale.

    E come, secondo il metodo della grande perfezione, possiamo relazionarci con la nostra buddhità: nel bel mezzo di tutte le apparenze, di tutto ciò che sorge, di tutte le circostanze e le condizioni, possiamo integrare ogni singola attività nel nostro viaggio spirituale. questo rivela la libertà innata, la perfezione dello dzog chen, la natura della consapevolezza stessa, che è immutabile e simile all'oceano,cielo. ;)

     
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9 replies since 16/8/2012, 23:40   240 views
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