Voi siete dzogpa chenpo

Insegnamento sulla bodhicitta relativa e assoluta

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  1. Ohrmus
     
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    Possiamo costruire molte analisi produttive; per esempio, quando sorge un pensiero, notare: questo è un pensiero. Da dove sorge? Dove va? Dov'è andato? Dov'è l'intervallo, lo spazio aperto tra un pensiero e l'altro di cui ho sentito parlare insegnamenti sul mahamudra, e che si suppone io sappia riconoscere?
    Questo ha poco a che vedere con l'autentica pratica dello dzog chen; é piuttosto una pratica mentale, una meditazione costruida talla mente, e non è la pratica di rigpa in sé. E tuttavia questi interrogativi fanno parte dei preliminari espliciti alla pratica dello dzogchen, e ci aiutano a distinguere tra la mente dualistica, ordinaria(sem) e l'innata e lucida consapevolezza(rigpa).
    Il pericolo p che stiamo dire troppo cose troppo presto.
    Crediamo di aver capito shunyata (la vacuità), ma erriamo a lato dell'assoluto, smarriti in modalità nichilistiche e obnubilati dai concetti. Come disse Nagarjuna:" Com'è triste vedere coloro che, erroneamente, credono in una realtà concreta e materiale, ma ancor più da compatire sono coloro che credano nella vacuità".Chi crede nelle cose può essere aiutato attraverso diversi generi di pratiche, attraverso il metodo dei mezzi abili, ma coloro che sono caduti nell'abisso della vacuità scoprono che è quasi impossibile riemergere dal momento che non vi sono maniglie a cui aggrapparsi, né gradini, né progresso graduale, insomma, niente da fare. Facilmente ci lasciamo intrappolare dall'aggrovigliato sottobosco delle idee. Poi ci spostiamo in sterili speculazioni, ne siamo delusi, e alla fine rinunciamo. Questo è il pericolo che si corre se si ascoltano insegnamenti non-duali come lo dzog chen e shunyata, prima di averli effettivamente esperiti e praticati. Ma chi è che fa tutti questi sforzi perlopiù fallaci e discutibili? E' la nostra mente discorsiva, concettuale, la produttrice dei "namtok" (pensiero discorsivo e concettuale, speculazioni della mente dualistica) La mente-namtok è la mente dualistica e concettuale che produce instancabilmente tutti questi discutibili sforzi. La macchina del namtok, l'intelletto separatore, si suddivide in due tipi di famiglie: una famiglia consiste nel gruppo dei tre o cinque veleni (klesha) di cui fa menzione la tradizione: essi includono tutte le varietà di pensieri, le emozioni positive e negative, le illusioni e cosi via...La produzione di namtok, da parte della mente dualistica avviene in tre ambiti: quello dei pensieri passati, quello dei pensieri presenti e quello dei pensieri futuri.
    L'altra famiglia della macchina del namtok p ravvisabile in tre gruppi di pensieri, parole e atti imparentati tra loro e riunibili in tre gruppi: pensieri parole e atti virtuosi; pensieri parole e atti non-virtuosi; pensieri parole e atti neutri. Non si può infatti dire che soltato le emozioni negative, come l'odio , la frustrazione e l'attaccamento, siano namtok; lo sono anche i pensieri, le azioni e i fatti virtuosi, come l'amore, la compassione e la devozione Quanto ai pensieri , parole e azioni neutri o indifferenti, e persino i pensieri subconsci, non riconosciuti, sono anch'essi namtok, perché si trovano all0interno della realta della mente finita, all'interno del dualismo e dell'ignoranza.

    E allora, come relazionarsi con tutte queste famiglie e tribu' di namtok? :D
    Come vivere la verità del Dharma nella vita quotidiana, dove conta davvero, dove davvero questo può fare la differenza? Praticando la verità della consapevolezza intrinseca, che simultaneamente sorge da sé e si auto-libera. Tutto, nella nostra esperienza, in realtà appare in modo spontaneo, cambia in modo spontaneo, si libera o si scioglie in modo spontaneo, senza il nostro aiuto. Non c'è alcun bisogno di interferire, manipolare o elucubrare alcunché. Questo è il punto di vista dzog chen su come relazionarci con ogni cosa, tanto durante le sessioni di meditazione formale quanto nella post-meditazione, ossia nella vita quotidiana.
    Questo è il punto di vista combina insieme i tre aspetti della pratica rigpa: la visione, la meditazione e l'azione.

     
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9 replies since 16/8/2012, 23:40   240 views
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