Voi siete dzogpa chenpo

Insegnamento sulla bodhicitta relativa e assoluta

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  1. Ohrmus
     
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    Può essere che il cielo sia sempre limpido, chiaro, vasto infinito e cosi via, ma quando arriva il momento della pratica, è come se all'improvviso sorgesse il sole. Non che il cielo della nostra natura inerente sia migliorato ma sembra cje accada definitivamente qualcosa. Questa metafora del sole che sorge si riferisce a "rangjung yeshe" (la saggezza-consapevolezza nata da sé, spontanea, uno stato di risveglio innato della nostra natura). questa saggezza della consapevolezza spontanea, auto-generata quell'innato destarsi che spunta all'interno della nostra vera natura e il momento dello dzog chen, il sorgere della saggezza della consapevolezza auto-generata, la saggezza innata. Meraviglioso! Questo è il significato della Grande Perfezione innata, veloce e agevole, il grande sentiero diretto, veloce, spazioso naturale e confortevole.

    In una sola vita, in un solo corpo, persino in un solo istante di consapevolezza auto-generata, l'alba di Vajrasattva, la saggezza della consapevolezza innata, auto-generata, brilla come un abbagliante sole interiore. Quando entrate in contatto con questa saggezza consapevole innata che sorge sa sé, quando praticate lo dzog chen cosi com'è realmente, questa vacillante esistenza umana diventa all'istante significativa. E non soltanto diventa significativa questa vita, ma anche tutte le nostre vite, nonché le vite di tutti coloro che sono stati in relazione con noi.

    Quest'esperienza dello stato naturale, della grande perfezione innata e luminosa implica che tutte le modalità con cui ci si aggrappa a un sé, tutte le forme di dualismo, i modi in cui ci si aggrappa alla concretezza delle cose, alle loro apparenze siano ridotte in polvere, annichilite.

    L'inerente libertà d'essere è presente in modo spontaneo, primordialmente. Tutte le percezioni illusorie sono non-esistenti in modo naturale, quando spunta la saggezza della consapevolezza innata. Il proliferare del karma e dei klesha ( delle emozioni conflittuali) è fondato sull'aggrapparsi dualistico, sull'ignoranza: alla luce della consapevolezza non-duale, i klesha non attecchiscono. Tutto "va in pezzi", perché è inerentemente non-nato fin dall'inizio; e la liberò dell'essere perfetto, di rigpa, spontaneamente presente fin dall'inizio che non ha inizio, è realizzata in modo chiaro e fino in fondo in quel preciso istante.

    E' facile smarrirsi in sentieri collaterali, in tale vasta e luminosa profondità. Naturalmente sappiamo di aver bisogno di uno spirito illuminato, vasto, aperto e altruistico; ci rendiamo conto che la grande perfezione innata, la natura ultima delle cose, trascende la mente concettuale e le sue percezioni dualistiche ma:

    ED E' QUI CHE CORRIAMO IL RISCHIO DI DISCOSTARCENE: stiamo ancora a spiare, a cercare in modo acuminato e ristretto, stiamo ancora a chiederci: cos'è lo dzog chen? dov'è lo dzog chen? che cos'è? voglio percepirlo voglio conoscerlo, eperirlo... etc
    Questo è naturale, ma non p ancora il riconoscimento della nostra vera natura. E' invece il punto dove si dischia di deviare, un punto in cui non p più necessario indulgere dopo che il riconoscimento è avvenuto. E' come quando avete incontrato e conosciuto qualcuno: Non p che dovete pensare troppo per immaginarvi quale aspetto abbia costui, come sia. C'è una libertà intuitiva da tali dubbi e speculazioni, e il riconoscimento è più diretto, di prima mano.


    Edited by Ohrmus - 17/8/2012, 20:38
     
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9 replies since 16/8/2012, 23:40   240 views
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