La pratica del Chöd nelle Tradizioni Bön

di Alejandro Chaoul

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gbaba
     
    .

    User deleted




    La pratica del Chöd nella Tradizione Bön*
    di Alejandro Chaoul




    Gli studiosi tibetani ed euro-americani hanno intrapreso lunghe discussioni riguardo le origini del Bön. Le fonti Bön dichiarano che la loro religione sia antica di almeno diciottomila anni. Qualunque sia la realtà, è chiaro che essa era ben insediata nel Tibet all’epoca dell’arrivo del Buddhismo nel VII secolo C.E. In ogni modo, la prominenza del Buddhismo sul Bön ha prodotto “lavori religiosi polemici abbastanza ostili al Bön”. Dan Martin, che ha studiato profondamente questo soggetto, argomenta che “dichiarazioni riguardo al ‘primitivo animismo del Bön’ e la sua successiva ‘trasformazione’ o ‘accomodamento’ (o ‘plagio’) sono state ripetute così spesso da acquisire uno status di Verità culturale.” Martin invece suggerisce: “Il Bön com’è esistito nell’ultimo millennio rappresenta un’inusuale ma ancora legittima trasmissione degli insegnamenti buddhisti, in sostanza basati sulle poco conosciute tradizioni buddhiste dell’Asia centrale.”
    La relazione tra Bön e Chös, entrambi equivalenti al termine sanscrito Dharma, rispettivamente per i Bönpo e i Buddhisti, è ancora oggi controversa. Alcuni studiosi, come Per Kvaerne nel suo ‘The Bön Religion of Tibet’ (1995), considerano il Bön una religione non buddhista. La loro posizione si basa su “concetti di autorità religiosa, legittimazione e storia” che collegano questa tradizione al suo fondatore, Tonpa Shenrab Miwoche piuttosto che al Buddha Sakyamuni. Ma altri, come Martin, Snellgrove, e Kvaerne (in pubblicazioni precedenti, 1972) descrivono il Bön come una setta buddista – quantunque non ortodossa – basandosi sulle sue pratiche e le similarità dottrinali dei suoi “rituali, dottrina metafisica e disciplina monastica.” Gli insegnamenti Bön e Buddhisti condividono chiaramente tratti similari, e altre ricerche storiche, e forse nuovi ritrovamenti, possono essere necessarie per chiarire alcune di queste questioni.
    Ciononostante, alcune cose hanno aiutato a creare una generale accettazione e comprensione della tradizione Bön come un tutto, per esempio il movimento “non-settario” (ris med) del XIX secolo nel Tibet Orientale e il presente riconoscimento del Dalai Lama del Bön quale quinta Scuola Tibetana. Il Dalai Lama ha anche detto che la tradizione Bön, che esisteva nel Tibet prima dell’arrivo del Buddhismo, possedeva anche un completo corpus di insegnamenti del Buddha (D.L. A Flash of Laghtning in the Dark of Night: A Guide to the Bodhisattva’s Way of Life, 1994).
    Kvaerne dichiara che il termine “Bön” ha lo stesso spettro di connotazioni per i suoi aderenti (Bönpo) come “Chös” ha per i Buddhisti. Questa dichiarazione riecheggia una precedente posizione conciliatoria – e coraggiosa – presa dal grande Vairocana, una posizione presumibilmente condivisa da un piccolo gruppo nel Tibet dell’VIII secolo, che si dice abbia scritto: “Bön e Dharma differiscono solamente nei termini dei loro discepoli, il loro significato è inseparabile, un’unica essenza.” Inoltre Reynolds aggiunge: “ Specialmente per i Bönpo, il Dharma, “Chös” o “Bön” in Tibetano, non è qualcosa di settario ma rappresenta veramente una Rivelazione Primordiale, che è ancora e ancora rivelata attraverso il tempo e la storia. Non solo è primordiale ma anche perenne. Il Dharma non è semplicemente il prodotto unico di un particolare periodo storico, cioè il VI secolo a.C. dell’India del Nord.

    La storia tradizionale del Bön rivendica che diciottomila anni fa il Buddha Tonpa Shenrab Miwoche nacque in una regione dell’Asia centrale conosciuta come Olmo Lungring. Gli insegnamenti che impartì si diffusero attraverso tutta l’Asia centrale, all’inizio nelle regioni del Tazig e Zhang-zhung, e poi nel Tibet, Kashmir, India e Cina. Giacomella Orofino riporta che “secondo la tradizione Bönpo tibetana, la maggior parte della sua letteratura è stata tradotta dal linguaggio sacro di Zhang-zhung”, con numerosi testi Bönpo contenenti vocaboli di Zhang-zhung inframezzati al Tibetano. Martin spiega: “La tradizione Bön asserisce che le sue scritture siano passate attraverso tripla o quadrupla traduzione, dal loro linguaggio di origine alle attuali versioni tibetane. I testi tradotti tre volte partono generalmente dal Tazig al Zhang-zhung al Tibetano mentre quelli tradotti quattro volte generalmente partono dal ‘linguaggio divino’ al Sanscrito al Tazig al Zhang-zhung al Tibetano.”
    In queste scritture Tonpa Shenrab era il maestro del Buddha Sakyamuni in due incarnazioni consecutive. Nella prima, Tonpa Shenrab si chiamava Chime Tsugphu (“L’Incoronato Immortale”) e il Buddha Sakyamuni era uno dei suoi discepoli principali, Sangwa Dupa (“Segreto Essenziale”). Nell’esistenza seguente, nella quale Tonpa Shenrab portava questo stesso nome, il Buddha Sakyamuni era ancora uno dei suoi principali discepoli, Lhabu Dampa Karpo (Puro Figlio Bianco degli Dei). Lhabu Dampa Karpo domandò al maestro cosa poteva fare per aiutare gli esseri senzienti, e Tonpa Shenrab rispose che doveva aiutare le genti dell’India che seguivano una visione sbagliata. A questo scopo Tonpa Shenrab diede a Lhabu Dampa Karpo un’iniziazione affinché non dimenticasse gli insegnamenti nelle vite future. Così nella sua successiva vita nacque in India come Principe del clan Sakya, beneficiando numerosi esseri.
    Reynolds dichiara: “Fu principalmente in Zhang-zhung e nel Tibet che le prime versioni degli insegnamenti del Buddha, chiamati Bön, furono preservati.”
    I testi tradizionali Bön dicono che i principali insegnamenti di Tonpa Shenrab erano i cicli delle Nove Vie o Nove Veicoli e delle Cinque Porte. Questo insieme di nove veicoli è unico e distinto da simili divisioni nella tradizione Nyingma; così fu il soggetto del primo lavoro Bön a essere tradotto in un linguaggio occidentale. Le Nove Vie consistono di quattro veicoli casuali (chiamati “sciamanici” da alcuni studiosi Euro-Americani) che includono rituali, medicina, astrologia e divinazione; i susseguenti veicoli risultanti, dei sūtra e dei tantra; e il culminante Dzog-chen (“Grande Completezza”). In più, Yongdzin Tenzin Namdak asserisce che poiché tutti i nove veicoli furono insegnati da Tonpa Shenrab, sono tutti considerati cammini legittimi per raggiungere l’illuminazione. In altre parole, siano essi “sciamanici”, sutrici, tantrici o dzogchen, tutti hanno l’ideale della bodhi.
    Gli stessi Bönpo distinguono tre tipi di Bön: (1) Bön (retrospettivamente qualificato come iniziale o primitivo), (2) Yungdrung o Bön eterno, e (3) Nuovo Bön. Il Bön primitivo è visto come un insieme di religioni popolari, simile a ciò che Stein chiama “la religione senza nome” o la tradizione “popolare”, come Tucci e altri che lo seguono la denominano. Yungdrung Bön è la religione che rivendica le sue origini negli insegnamenti del Buddha Tonpa Shenrab e si vede come una religione separata dal Buddhismo, anche se ne riconosce la similarità. Il Nuovo Bön è un movimento che affiorò nei secoli XVI e XVII dall’interazione e amalgamazione tra Yungdrung Bön e Nyingma, la più antica tradizione buddhista in Tibet.
    Gli studiosi Euro-Americani, in particolare Snellgrove, Martin, e Kvaerne, accettando l’idea che gli insegnamenti Bön siano una forma di Buddhismo non-ortodosso, credono che gli insegnamenti Bön derivino dalla stessa fonte del Buddhismo (da Sakyamuni), ma che arrivarono in Tibet in periodi differenti e per vie diverse. Snellgrove crede che gli insegnamenti in seguito chiamati Bön fossero una forma di Buddhismo (principalmente tantrico) che iniziò prima in Zhang-zhung e poi si diffuse nel Tibet centrale. Lì, questi insegnamenti si scontrarono con quelli buddhisti che provenivano direttamente dall’India.
    E’ evidente che ci fosse una religione Bön in Tibet prima dell’arrivo del Buddhismo attorno al VII – VIII secolo C.E. ma è difficile determinare quali insegnamenti allora comprendeva. Oggi Yundrung Bön è composto di tutti i nove veicoli. Come Kvaerne scrive: “Il Bön non era una sinistra perversione del Buddhismo ma piuttosto una tradizione eclettica che, diversamente dal Buddhismo in Tibet, insisteva nell’accentuare, invece che negare, i suoi elementi pre-Buddhisti.” Per questo, non supporto il comune fraintendimento che limita la religione Bön solamente ai veicoli causali o “sciamanici”, o l’ugualmente problematica identificazione di tutti i praticanti Bön con i “veicoli risultanti”.

    Come molti autori hanno rilevato, il Bön ha la propria tradizione Chöd, e classifica i vari testi in accordo con la precedente descrizione di Gyatso:
    Le tradizioni Bön dividono le pratiche Chöd in tre tipi: a) Chöd pacifico, b) Chöd esteso, c) Chöd potente. Le tradizioni Nuovo Bön ne aggiungono un quarto, il Chöd irato.
    Il “Chöd Pacifico della A Bianca” fu ricevuto in trasmissione da Khandro Karmo Chenching (“La Grande Signora Bianca Viaggiatrice Celeste”) da Marton Gyale, nato nel 1062 a nord di Shigatse, nell’area tibetana dello Tsang. Egli fu discepolo di Gongdzo Chenpo, il grande eremita che promulgò le Istruzioni del sistema A.
    Proseguendo cronologicamente, il “Grande Yungdrung Chöd” rappresenta precetti da Tongyung Thuchen a Shense Lhaje alias Gode Phagpa Yungdrung Yeshe e Nyo Nyima Sherab, che fiorirono prima del 1310.
    Continuando la sequenza storica, il “Chöd delle Viaggiatrici Celesti Segrete” del XIV secolo è stata una delle più popolari sadhana Chöd tra i Bönpo. Fu rinvigorita nella prima a parte del XX secolo, quando molti lama che ne impartivano gli insegnamenti attrassero un forte gruppo di seguaci, e che rimane molto popolare anche oggi. La prefazione in Inglese del Chöd delle Segrete Viaggiatrici Celesti spiega: La Trasmissione Orale fu ricevuta dal Tulku Tronyan Gyaltsen. Secondo la cronologia di Nyima Tenzin, la Tradizione Orale fu ricevuta nel 1386.
    Trai i testi Chöd del Nuovo Bön, ci sono precetti riscoperti da Nyagter Sangngang Lingpa alias Walchung Terchen (n. 1864) e la sua consorte Khandro Dechen Wangmo (n. 1868), tra gli altri.
    Il Chöd si trova anche in altri testi ma, di fatto, è fuori dalla quadruplice divisione che troviamo le fonti Bön più antiche riguardo alla pratica Chöd: Il Tantra Madre “Prendere il Luogo Spaventoso come Via”, compreso nel Ciclo dei Tantra Segreti della Madre, “promulgato la prima volta all’umanità dallo Shen Reale Milu Samlek. Inoltre, la spiegazione di questo testo Chöd del XX secolo per opera di Shardza Rinpoche asserisce che il Tantra Madre è la fonte di tutti e quattro i differenti tipi di Chöd.
    Riguardo all’aspetto filosofico del Chöd, Yongdzin Tenzin Namdak dichiara che nella tradizione Bön, in particolare dal punto di vista Dzogchen, non vi è molta similarità tra l’omonimo gcod, significante recidere o tagliare, e spyod che significa pratica. E che questa tradizione non è fondamentalmente basata sugli insegnamenti della Perfezione Interiore (Prajñāpāramitā) – sebbene gli aspetti della generosità siano presenti – ma è principalmente interessata al taglio della base dell’ignoranza, che è comparata al demone dell’avidità egoica. Questa è l’ignoranza che ci conduce alla ciclica esistenza samsarica, alla nascita, alla morte, e così via. E’ il re dei demoni.
    Come il praticante occidentale del Chöd Tsultrim Allione dice: I Demoni non sono sanguinosi spiriti che ci attendono in luoghi oscuri; essi sono dentro di noi, sono le nostre ossessioni e paure, l’insicurezza, la malattia cronica o problemi comuni come depressione, ansietà e dipendenza.
    In breve, possiamo dire che la pratica contemplativa del Chöd – dalle trazioni Dzogchen Bön e Buddhiste – può essere compresa in modi diversi che vanno oltre (e includono) “recidere attraverso gli attaccamenti al proprio corpo e al proprio ego” e “recidere attraverso la paura.” Questi sembrano coinvolgere una fusione di tradizioni Tibetane e pre-Tibetane con entrambe le cornici etiche Indo-Tibetana e Zhang Zhung-Sūtra Tibetano Mahayana, come anche con il Tantra Tibetano e lo Dzogchen.
    Nella tradizione buddhista la pratica del Chöd è ricondotta al Sūtra della Perfezione Interiore, e successivamente ai Tantra, ma nella tradizione Bön è ricondotta ai Tantra Madre.


    *Liberamente tratto da Chöd Practice in the Bön Tradition
    2009, Snow Lion Pubblications

    Disponibile anche in italiano:
    Il sacrificio rituale tibetano. La pratica del chöd nella tradizione Bön
    2011, Editore Foschi
     
    Top
    .
5 replies since 14/9/2011, 23:16   3461 views
  Share  
.