30 Anni dalla fondazione di Merigar

video commemorativo

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    Quest'anno si festeggiano i 30 anni dalla fondazione di Merigar, il centro Europeo per l'insegnamento dello Dozgchen della Comunità che fa capo a Chogyal Namkhai Norbu Rinpoche.
    Questo è un piccolo video commemorativo... ^_^

     
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    Merigar West
    Il Gar europeo di Merigar West è situato sulle pendici del monte Amiata in Toscana. Fondato da Chögyal Namkhai Norbu nel 1981, Merigar West è stato il primo centro della Comunità Dzogchen (Merigar vuol dire “residenza della montagna di fuoco”).
    Il Gar si estende su una superficie di circa cinquanta ettari su un’area che confina a nordest con l’Amiata e a sudovest col Monte Labro. Negli anni si è proceduto alla ristrutturazione dell’unica struttura abitativa presente, la casa colonica. La struttura così riedificata si chiama Serkhang (la casa dorata) ed ospita la segreteria, la mensa, un negozio e l’alloggio del custode (Gekö).
    È stato poi costruito un nuovo edificio che ospita la preziosa biblioteca dov’è conservata un’importante collezione di testi tibetani, e la sala del Mandala, dove si pratica la Danza del Vajra. È anche possibile fare ritiri personali nelle apposite casette costruite nel cuore del bosco vicino.
    Nel 1990 è stato costruito il Gonpa o Tempio della Grande Contemplazione, inaugurato da Sua Santità il XIV Dalai Lama. Di forma ottagonale, contiene numerose pitture tradizionali tibetane, tra cui alcuni meravigliosi dipinti opera di Drugu Chögyal Rinpoche.
    Nel 1998 Chögyal Namkhai Norbu ha inaugurato il Grande Stupa. Lo Stupa è un monumento reliquiario che rappresenta l’illuminazione del Buddha e che ha la funzione di promuovere il benessere e la prosperità dei luoghi in cui sorge. Tutte le costruzioni sono armoniosamente inserite nello stupendo scenario naturale in cui Merigar si trova.
    Merigar West ha ospitato negli anni gli insegnamenti di alcuni tra i più importanti Maestri della tradizione spirituale tibetana, come Sua Santità il Dalai Lama, Penor Rinpoche, Sakya Trizin, Jetsun Chimed Luding, il XII Tai Situpa, il XII Gyalwang Drugpa, Sögyal Rinpoche, Lopön Tenzin Namdak Rinpoche, Drugu Chögyal Rinpoche, Dorzong Rinpoche, Ontul Rinpoche, Ayang Rinpoche, Trogawa Rinpoche, Sey Rinpoche.

    Preso da qui: www.dzogchen.it/it/merigar-ovest
     
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    Ciao Micio Serve Aiuto?!

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    che spettacolo, peccato non potervi partecipare !

    Pero' fa niente gli son vicino ! Galas Kagpo red!!
     
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  4. fabiokungfu
     
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    curiosità x seguire lo dzochen bisogna affidarsi a un lama o basta anche un maestro che ha seguito x 10 anni Chogyal Namkhai Norbu Rinpoche'
     
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  5. Theiwaz
     
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    CITAZIONE (fabiokungfu @ 26/10/2011, 10:00) 
    curiosità x seguire lo dzochen bisogna affidarsi a un lama o basta anche un maestro che ha seguito x 10 anni Chogyal Namkhai Norbu Rinpoche'

    No Introduzione Diretta e lung vari, no party. Serve il Maestro.
     
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    Nella comunità in questione, quella di Merigar, non ci sono altri Maestri operanti oltre Chogyal Namkhai Norbu Rinpoche e suo figlio Khyentse Yeshe Silvano Namkhai. In altre Tradizioni o Comunità ci sono altri Maestri, ma devono essere sempre e comunque Maestri qualificati e riconosciuti.
    Non sono gli anni di pratica a fare i "maestri".
    Devi incontrare un Maestro qualificato e avere da lui l'introduzione diretta allo stato naturale della mente, altrimenti puoi essere un simpatizzante o uno studioso ma non un praticante.
     
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  7. aquilapicco
     
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    Curioso che abbiano scelto proprio l'amiata (montagna di fuoco perchè e' un ex-vulcano?), un luogo considerato magico anche dagli etruschi, una sorta di montagna sacra. E li' vicino c'è il tempio voluto dal Santo davide, Davide Lazzeretti, un mistico rivoluzionario del 1800.
     
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  8. Tomo Ko
     
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    CITAZIONE (aquilapicco @ 27/7/2012, 20:08) 
    Curioso che abbiano scelto proprio l'amiata (montagna di fuoco perchè e' un ex-vulcano?), un luogo considerato magico anche dagli etruschi, una sorta di montagna sacra. E li' vicino c'è il tempio voluto dal Santo davide, Davide Lazzeretti, un mistico rivoluzionario del 1800.

    http://archiviostorico.corriere.it/2011/ma...110522033.shtml

    I LUOGHI GROSSETANO NELLA VALLE DI ARCIDOSSO FONDATO DA NAMKHAI NORBU, CHE GIUSEPPE TUCCI CHIAMÒ A INSEGNARE IN ITALIA, IL CENTRO BUDDISTA ORA MIRA A PORTARE LA SUA SAPIENZA NELLE UNIVERSITÀ
    Merigar, il piccolo Tibet ai piedi dell' Amiata
    La scuola Dzogchen che fa lezione online e salva i manoscritti dei Lama Documenti Al vicino Istituto di studi tibetani, quattromila manoscritti su carta di riso, scrigno della sapienza Dzogchen, vengono digitalizzati per preservarne la memoria Il maestro Vogliamo integrare i nostri insegnamenti con le materie universitarie che, come nelle facoltà di filosofia o economia, si occupano dello sviluppo delle potenzialità individuali Nelle sterminate pietraie dei monti troverai uno strano mercato: vi puoi barattare il vortice della vita con una beatitudine senza confini (Milarepa)

    N arra la leggenda che Merigar non sia nata per caso ai piedi del monte Amiata. Trent' anni fa, un arcobaleno si aprì davanti agli occhi degli «esploratori» nel luogo dove la prima comunità laica buddista Dzogchen in Italia e nel mondo si sarebbe insediata
    : una vallata a circa tre chilometri a Nord di Arcidosso, in provincia di Grosseto, città-fortezza della nobile famiglia degli Aldobrandeschi. È una spaccatura dai declivi addolciti, su un asse tra il monte Labbro e la cima dell' antico vulcano. In paese mancano le indicazioni per Merigar. Ma almeno nei bar della piazza principale sanno guidarti «per Santa Fiora». Una volta imboccata la strada verso la montagna, l' atmosfera diventa suggestiva. Una fitta foresta di castagni, cedri, abeti, querce e aceri dà riparo a una fauna ricca e particolare. L' unico cartello per Merigar sbuca all' improvviso da un incrocio sulla destra, dopo circa un chilometro e mezzo. Poi ci si inerpica lungo una stradina quasi subito sterrata per un altro chilometro. Un paio di curve e quando il muso dell' auto punta diritto verso il cielo, dove volteggiano nibbi e sparvieri, sembra di saltare nello spazio attraverso uno stargate. File di lungta e darchor, le bandierine colorate tibetane con le preghiere scritte, svolazzano dai pali ai lati del sentiero e tra i rami degli alberi. Da uno sperone di roccia, perfettamente mimetizzato in mezzo alla vegetazione, sbuca il tetto ottagonale del Gompa, il «tempio della grande liberazione», inaugurato nel 1990 dal Dalai Lama. A chi come l' oggi 73enne caposcuola della comunità, il maestro Chögyal (titolo onorifico che vale per «re del dharma», cioè re dell' insegnamento) Namkhai Norbu (ovvero «Gioiello del cielo» e questo è il nome proprio), sa leggere i segni, non sfuggirono neppure altre caratteristiche. Quelle geomantiche di aria e acqua. L' elemento fuoco, nel vulcano spento. Da qui il nome Merigar: gar vale per luogo, aggregazione. Meri designa la montagna di fuoco. Altri ancora furono i segnali di buon auspicio. «Quello è il monte Labbro - dice Giorgio Dallorto, ex manager della Fiat e oggi direttore di Merigar, indicando un cocuzzolo brullo con un rudere di torre in cima -. È famoso perché David Lazzaretti, un mistico cristiano, lì sopra aveva creato la sua comunità a fine Ottocento. E che questo mistico cristiano avesse predicato là, insomma, ha un suo peso. È un luogo, questo, favorevole al lavoro interiore». Per non parlare della profezia dello stesso Lazzaretti, fondatore della comunità detta Giurisdavidica, improntata a una sorta di socialismo mistico e utopistico. Il «Cristo dell' Amiata», come fu ribattezzato, giudicato eretico da Santa Romana Chiesa e ucciso nel 1878 dai carabinieri durante una processione, avrebbe predetto l' arrivo di un altro maestro spirituale proprio nella vallata di fronte, nel secolo successivo. Sarà la suggestione. Ma a Merigar hanno scoperto che anche sulle mappe catastali quel luogo era indicato con il nome di «piccolo Tibet». I tibetani, appunto. Così gli abitanti di Arcidosso chiamavano le avanguardie del movimento che negli anni 70 raggiungevano la comunità buddista. Allora era proprio una realtà a parte, rispetto al territorio. «Erano visti come figure un po' strane - ricorda Emilio Landi, 54 anni, sindaco della giunta di centrosinistra di Arcidosso -, quasi alla David Lazzaretti. Allora la tipologia dei frequentatori era soprattutto in stile hippie, figli dei fiori. Siccome non davano noia e non facevano male a nessuno, la gente li ha vissuti così: stanno lì, fanno le loro riunioni, pregano». Adesso Arcidosso è conosciuta a livello mondiale proprio grazie a Merigar. Dal primo nucleo di venti «pionieri» si è arrivati agli attuali 2.300 associati in Italia. Ma da Arcidosso, l' insegnamento Dzogchen, considerato nel buddismo il più alto e definitivo percorso verso l' illuminazione, si è diffuso a macchia d' olio e conta 10 mila seguaci in quattro continenti. La comunità è internazionale ormai e, attraverso la sua Onlus, Asia, cura progetti a favore della popolazione in Tibet. Basta dare un' occhiata al centinaio di persone, dai 19 ai 70 anni, arrivate in un fine settimana di ritiro spirituale con Yeshi Silvano, il 41 enne figlio (italiano) di Namkhai Norbu, anche lui maestro di Dzogchen e, alla stregua del padre, riconosciuto come reincarnazione di maestri vissuti precedentemente. Oltre agli italiani, ci sono polacchi, austriaci, tedeschi, francesi e russi. Sotto le volte del Gompa, seguono la meditazione di Yeshi trasmesse online via webcast anche alle altre comunità Dzogchen sparse nel mondo. Praticano lo yantra yoga chiamato «L' unione del sole e della luna», considerato molto probabilmente il più antico fra i vari sistemi di meditazione diffusi nel Tibet. E tibetana è l' atmosfera della vallata di Merigar. A Est dello sperone con il Gompa si intravedono il Changchub Chorten, il grande stupa, e in alto il piccolo stupa, sono dei «reliquari», simboli della mente illuminata e del percorso per il suo raggiungimento. In mezzo a un prato, la grande statua di Adzom Drugpa, una delle reincarnazioni precedenti di Namkhai Norbu. Sopra una collinetta, si apre la spianata dell' edificio Zikhang, sede dell' Istituto internazionale di studi tibetani Shang Shung, con i suoi 4 mila manoscritti di carta di riso, scrigno della sapienza Dzogchen, che oggi vengono digitalizzati per preservarne la memoria. Al piano terra, la sala del mandala della terra dove si insegna la danza del vajra, un altro «veicolo» di meditazione per armonizzare l' energia dell' individuo. Poco distante il Serkhang, la casa dorata, che comprende l' alloggio del Gekö, il custode di Merigar, unico residente stabile e responsabile del centro, la segreteria e la mensa. Fa quasi tenerezza la foto ingiallita dell' edificio, poco più di una cascina diroccata alla fine degli anni Settanta. Su quei mattoni, i volontari lavorarono senza tregua per costruire il primo nucleo della comunità. Erano soprattutto giovani studenti del corso di lingua e letteratura tibetana e mongola all' Istituto universitario orientale di Napoli, dove Norbu ha poi insegnato per 30 anni. A invitarlo in Italia fu Giuseppe Tucci, il più grande orientalista del nostro Paese, che lo conobbe nel Sikkim, dove Namkhai si era trovato nel 1960 senza poter tornare in patria a causa della rivoluzione cinese. «Un amico mi aveva detto di questo maestro che parlava italiano - racconta Anna Desole, responsabile delle attività culturali di Merigar, una tra le prime allieve -. Gli altri Lama avevano dei filtri: segretari, traduttori. Era difficile parlare direttamente con un maestro. Lui, invece, era tutto il contrario». Quale sarà ora il futuro di Merigar? Il successore di Namkhai Norbu ci ha pensato a lungo: «In questi ultimi anni stiamo lavorando molto perché le cose vadano in una direzione di grande apertura - spiega Yeshi Silvano -. Vorrei che il buddismo entrasse nella cultura generale delle persone». I festeggiamenti per il trentennale, dal 15 al 18 luglio prossimo, seguiranno questa linea e si svolgeranno tutti sul territorio. Ma l' obbiettivo più ambizioso passa per l' università. Yeshi Silvano ritiene che si possano integrare i principii dell' insegnamento buddista in quelle materie che, ad esempio nelle facoltà di filosofia, economia o management aziendale si occupano di sviluppo della potenzialità individuale. L' idea è di sfruttare la sua formazione universitaria, in filosofia e informatica, e il suo lavoro di manager esperto in comunicazioni e consulenze aziendali. Collabora già con alcuni atenei in Russia ed è in attesa di risposte anche in Italia. «Così le persone potranno vedere che il buddismo, l' insegnamento o comunque quello che ha promosso e sviluppato mio padre non è qualcosa di lontano dalla società. Non si trova in Tibet, ma qua. Si trova nel contesto del bisogno di ogni persona. Un bisogno che si può chiamare non solo spirituale, ma di felicità, di essere soddisfatti e contenti». RIPRODUZIONE RISERVATA **** Percorsi Il Trentennale Quattro giorni di festeggiamenti, manifestazioni ed eventi si terranno dal 15 al 18 luglio nei tre paesi che circondano Merigar: Arcidosso, Castel Del Piano e Santa Fiora ospiteranno concerti, mostre d' arte, conferenze (programma completo su www.merigar30blog.com) Le visite Merigar si può visitare in qualunque periodo dell' anno, prendendo accordi con la segreteria (tel: 0564.966837). Ma essendo luogo d' insegnamento spirituale non ci si può fermare L' organizzazione Namkhai Norbu l' ha ideata come un Mandala formato da gar, siti di più grandi, e ling, più piccoli. I gar in Europa sono: Merigar West (Italia) e Merigar East (Romania). In Nord America: Tsegyalgar East (Usa) e Tsegyalgar West (West Coast Usa e Messico). In Sud America: Tashigar North (Venezuela) e Tashigar South (Argentina). In Oceania, Namgyalgar (Australia) * * * I luoghi Il film Reincarnazioni: di padre in figlio Merigar, le vicende di Namkhai Norbu e del figlio Yeshi sono diventate un film documentario. Il titolo è My reincarnation, frutto di 20 anni di riprese girate dalla regista Jennifer Fox, studentessa di Namkhai Norbu. Il lungometraggio narra la storia di Namkhai, ultimo maestro reincarnato che sia stato istruito in Tibet, e la riluttanza di suo figlio a seguirne le orme. Il film, una coproduzione Usa, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Italia, è stato presentato al Festival dei popoli di Firenze. Sarà disponibile in dvd entro l' estate e si sta pensando di distribuirlo nei circuiti cinematografici alternativi

    Corcella Ruggiero





    Interessante... :rolleyes:

    Vi posto il programma del 2012/2013

    www.dzogchen.it/CNN-shcedule_20120414.pdf
     
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  9. aquilapicco
     
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    CITAZIONE
    Interessante... :rolleyes:

    sai, lo sospettavo. :lol:

    (Per un quarto sono amiatino, e quei luoghi li conosco bene)

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    Svastica+Etrusca
     
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8 replies since 31/7/2011, 16:13   712 views
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