No Tav

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  1. Tomo Ko
     
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    Oggi in valle (Susa) c'è l'ennesima manifestazione no tav, una manifestazione pacifica, tra di loro ci sono anche amici e praticanti che conosco personalmente. Vorrei chiedervi di inviare un pesniero positivo per loro, perchè vada tutto per il meglio, ma anche per i poliziotti che usano il gas tossico senza essere a conoscenza delle conseguenze che può avere anche sulla loro salute, lo stesso gas usato al g8 di Genova, a distanza di anni si sono sviluppati tumori polmonari anche in persone molto giovani, direttamente correlati all'inalazione di tale sostanza tossica. Dagli idranti che utilizzano per "annaffiare" i manifestanti non esce solo acqua ma sostanze urticanti, un fotografo che era lì solo per documentare è stato colpito da un lacrimogeno in pieno volto, ha subito la frattura della mandibola e gravi problemi alla dentatura. Alcune notti fa è scoppiato un incendio in mezzo al bosco, sono stati incolpati i manifestanti ma in realtà si trattava di un razzo sparato dai poliziotti che ha incendiato il sottobosco (per disorientare i manifestanti vengono sparati anche fuochi d'artificio). Tutto quello che ho scritto mi è stato riferito da un amico, persona estremamente attendibile, che era presente durante quello che è successo. In questi giorni molti alpini (sono stati mandati a "difendere" il cantiere) hanno strappato le tessere e se ne sono andati adducendo che loro sono per la difesa della popolazione e del territorio, non per attaccare gente indifesa che manifesta in modo pacifico.
    Personalmente alle 15 (ora di inizio della manifestazione) ho praticato reiki di secondo livello per tutto il gruppo dei manifestanti.

    www.libero-news.it/articolo.jsp?id=793991
     
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  2. aquilapicco
     
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    Tutta la mia solidarieta'. Tra l'altro anche Sabina Guzzanti sta facendo controinformazione.

    http://www.sabinaguzzanti.it/2011/07/04/va...vane-torturato/
     
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    ***Karma Drolma***

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    a me sembra assurdo che alcuni ritengano che se appoggi i no tav sei di sinistra se non li appoggi sei di destra!

    come è possibile ritenere una cosa del genere? quali sono i valori di questi signori? :shifty: :ph34r:
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  4. Bosone Pazzo
     
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    CITAZIONE (maris81 @ 3/9/2011, 02:22) 
    a me sembra assurdo che alcuni ritengano che se appoggi i no tav sei di sinistra se non li appoggi sei di destra!

    come è possibile ritenere una cosa del genere? quali sono i valori di questi signori? :shifty: :ph34r:

    Concordo
     
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  5. Tomo Ko
     
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    da leggere:

    http://informarexresistere.fr/2011/09/03/i...in-val-di-susa/

    http://www.notav.info/news/guarda-video-gi...a-di-chiomonte/
     
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  6. Tomo Ko
     
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    Chiedo a tutti voi di inviare un pensiero positivo a tutti i manifestanti in valle, oggi sarà giornata di manifestazione pacifica, ci sono molti amici e praticanti, ma il pensiero è comunque rivolto verso tutti affinchè si svolga in modo pacifico senza problemi per nessuno.
    grazie
     
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  7. zimanu
     
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    mi auguro che nè i "guerriglieri" nè i politicanti o le forze dell'ordine riescano a zittire o a stravolgere la protesta

    il mio pensiero è con voi
    con noi, perchè anche io sono contraria alla TAV

    :;namaste:
     
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  8. Tomo Ko
     
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    CITAZIONE (zimanu @ 23/10/2011, 08:09) 
    mi auguro che nè i "guerriglieri" nè i politicanti o le forze dell'ordine riescano a zittire o a stravolgere la protesta

    il mio pensiero è con voi
    con noi, perchè anche io sono contraria alla TAV

    :;namaste:

    :;namaste:
     
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  9. Tomo Ko
     
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    Mi hanno chiesto di condividere...





    >----Messaggio originale----

    >Ogg: Comunicato sgombero baita clarea
    >
    >SU RICHIESTA CIRCOLATA ALCUNI MINUTI FA TRASMETTO IL COMUNICATO SCRITTO
    >DA CHI ERA IN CLAREA DURANTE LO SGOMBERO VI PREGO DI POSTARLO E FARLO
    >GIRARE AL PIU' PRESTO VIA WEB STAMPA RADIO...
    >
    >
    >Era nell’aria da giorni.
    >E stamattina, pochi minuti dopo le otto è arrivata la logica
    >prosecuzione delle mire espansionistiche dei cantieri del TAV nella val
    >Susa. Ci siamo trovati in pochi in baita circondati da centinaia di
    >poliziotti in tenuta antisommossa, che affollavano la val Clarea. La
    >situazione sembrava apparentemente sotto il controllo delle guardie,
    >quando inaspettatamente Luca, un attivista del movimento è riuscito ad
    >eludere i controlli salendo sul traliccio dell’alta tensione vicino alla
    >baita. Uno dei due agenti che lo rincorrevano, è salito immediatamente,
    >con una fretta inusuale, sconsiderata e senza nessuna messa in sicurezza
    >sul traliccio, mentre noi siamo tenuti a distanza, isolati di fronte
    >alla porta della baita. In quel momento Luca in diretta con radio
    >Blackout manifesta esplicitamente ed in modo incontrovertibile la sua
    >intenzione di resistere allo sgombero. Preoccupati per il frettoloso
    >inseguimento verticale a cui veniva sottoposto Luca, gridavamo alle
    >forze dell’ordine di fermarsi. La risposta è stata: “Non vi preoccupate,
    >siamo professionisti”.
    >Pochi secondi dopo, Luca costretto a salire più in alto, per sfuggire
    >all’agente che lo insegue, viene folgorato da una scarica elettrica da
    >50.000 volt. Il suo corpo privo di sensi precipita al suolo da oltre 10
    >metri. Risuona nella mente il “morto” annunciato nei discorsi del capo
    >della polizia Manganelli, e dell’ex ministro dell’interno Roberto
    >Maroni. Mentre a noi, scioccati dall’episodio veniva impedito di
    >avvicinarci, il tempo passava senza che a Luca fossero prestate le prime
    >cure. Solo dopo oltre mezz’ora è arrivata l’ambulanza. Nonostante vi
    >fosse una persona in grave pericolo di vita, ferita per terra, i lavori
    >per l’allargamento del cantiere procedevano ininterrotti, dimostrazione
    >evidente di quali siano le priorità dei rappresentanti dello stato e
    >degli operai presenti sul posto: la TAV prima della vita umana.
    >Nonostante le nostre insistenze parecchio tempo è trascorso prima che ad
    >uno di noi venisse dato il permesso di avvicinarsi a Luca che dopo oltre
    >un’ora veniva finalmente trasportato in elicottero all’ospedale.
    >Scriviamo questo comunicato per informare su quanto accaduto realmente
    >durante lo sgombero della baita Clarea, smentendo così le false
    >ricostruzioni partorite dai media di regime insieme a tutte le voci che
    >stanno girando in questi giorni. Non ci sono state trattative da parte
    >nostra con le guardie per far scendere Luca, non sono stati usati
    >lacrimogeni, nessuna corda di sicurezza era stata fissata dall’agente
    >che seguiva Luca sul traliccio, non vi è stato nessun barricamento
    >collettivo all’interno della baita. Solo nel pomeriggio ci è stato
    >permesso di lasciare la baita, costringendoci ad assistere allo scempio
    >della val Clarea e alla pantomima delle deposizioni: l’ennesimo
    >“incidente” avvenuto per motivi di ordine pubblico…
    >L’esempio di Luca esprime quello che tutti noi abbiamo nel cuore,
    >difendere questa terra a tutti i costi senza se e senza ma.
    >Il lampo che lo ha colpito rimarrà inciso nella nostra memoria per
    >sempre insieme all’indifferenza dimostrata dagli operai e dagli agenti
    >delle forze dell’ordine di fronte ad un fatto di tale gravità.
    >Ti abbracciamo Luca aspettando di vederti tornare al più presto a
    >lottare sulle montagne a te e a noi così care.
    >
    >Gli ultimi ad andarsene
    >
    >
     
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  10. Tomo Ko
     
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    http://www.libreidee.org/2012/03/vattimo-h...verno-fascista/

    Vattimo: ho paura della polizia, grazie al governo fascista
    Scritto il 04/3/12 • nella Categoria: idee
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    Cari amici NoTav, se nei prossimi giorni mi capiterà di non venire alle manifestazioni in valle non sarà (solo) a causa di altri impegni, sarà principalmente perché ho paura. Lo confesso senza pudore, e tanto più esplicitamente quanto più mi sembra un sentimento nuovo, che non avevo più provato da tanti anni, almeno dai fatti di piazza Statuto (governo Tambroni, un millennio fa), anche perché ai tempi del G8 di Genova ero, fortunatamente per me, all’estero per lavoro. Dagli anni di Tambroni porto sempre con me il ricordo di un suggerimento a cui penso con un certo umorismo: quando stai per andare alla manifestazione non mangiare o mangia poco, perché se ti sparano nello stomaco vuoto è più facile che la ferita si rimargini. Non ho mai avuto modo di verificare se è vero.

    Comunque, non si sa mai, dato il clima che il governo sta deliberatamente creando per costruire il Tav. Rifletto su questa faccenda della paura fisica pensando all’immagine di Perino trascinato via e con il gomito rotto a manganellate; pensando ai dimostranti inseguiti nelle strade del paese e fin nel bar, quando ormai la manifestazione era dispersa e si trattava solo di “punirli” a botte. Che cosa posso aspettarmi da un governo che dice di voler “andare avanti a tutti i costi”? E comunque: è normale una situazione in cui un cittadino decide di restare a casa per paura? Non paura dei violenti black bloc – credo ce ne fossero anche sabato passato che marciavano in valle del tutto inermi, allegri e amichevoli. No, ho paura delle “forze dell’ordine”, non dei singoli carabinieri e poliziotti, che, lo penso anch’io, “fanno solo il loro dovere”. Ma paura di chi questo dovere glielo impone in forme e modi fuori da ogni legalità. Difficile pensare che la caccia all’uomo di mercoledì sera a Chianocco e Bussoleno, come la carica di sabato a Porta Nuova, sia stata una iniziativa di singoli agenti scatenati e assetati di vendetta.

    Paura, dico. Certo può capitare di trovarsi in un tafferuglio dove si prendono anche manganellate. E la prudenza consiglia sempre di non fermarsi sul luogo in casi come questi: “Circolare”… Ma qui si tratta davvero di tafferuglio casuale, di ristabilimento dell’ordine? In valle la faccenda dura da più di vent’anni, il dialogo è stato sempre rifiutato: mente Virano sapendo di mentire, da quando ha deciso – con il pieno favore di tutte le autorità, Pd in testa – che al tavolo dell’osservatorio sedessero solo i sindaci preliminarmente favorevoli alla Tav, cioè la minoranza, mentre tutti gli altri non avevano voce in capitolo.

    Se nel futuro vicino la resistenza della valle dovesse attenuarsi, se altri, come me, vi dicessero “non contare più su di me, ho paura, mia madre, mia moglie, i miei figli, ci stanno troppo male”; oppure: “Io sono troppo vecchio e debole per sdraiarmi per terra, farmi trascinare via a calci e pugni” – non sarà certo perché ha vinto la sana ragione di chi vuole lo sviluppo, isolare i violenti, tenere l’Italia agganciata all’Europa, promuovere il lavoro e i commerci… Sarà solo perché un governo sempre più esplicitamente fascista (organizzazione armata delle classi dirigenti) avrà vinto la battaglia per la sua pretesa legalità (Berlusconi prescritto docet!), costringendo i cittadini a una più o meno rassegnata clandestinità. Purtroppo ce n’est qu’un debut!

    (Gianni Vattimo, “Quando le forze dell’ordine fanno paura”, dal “Fatto Quotidiano” del 3 marzo 2012. Prestigioso intellettuale e filosofo, Vattimo è europarlamentare dell’Idv).

    http://astereli.wordpress.com/2012/03/01/n...-testimonianza/

    Mercoledì 29 febbraio. Raccordo autostradale del Vernetto, Chianocco. “A Chianocco non si molla il blocco”. E’ un coro che suona bene.

    E’ il terzo giorno che blocchiamo l’A32. Arrivo alle 17.00, la polizia è giunta qualche minuto prima e ha sgomberato il tratto sopraelevato. Passano le ore: interviste, telecamere e giornalisti mentre le ruspe continuano a lavorare per rimuovere le barricate. Si fa sera, qualcuno spegne le luci dell’autostrada, poi le riaccende, poi forse le rispegne più tardi, quando inizieranno le cariche: il tutto è fin da subito suonato vagamente inquietante, con il sospetto che ci fosse l’ interesse a tenere nascosto qualcosa . E iniziamo a farcene un’idea, con i poliziotti disposti in assetto antisommossa che prendono a spingere per farci venir giù dalla discenderia autostradale: scudi , manganelli e caschi, contro le nostre mani nude, messe in alto, bene in vista. In prima linea molti leader del movimento, pronti a rischiare e a resisere, a dare un esempio che dà forza. La polizia spinge, noi non molliamo. Spingiamo anche noi e riusciamo a riguadagnare i passi che ci avevano fatto perdere. Tutti a cordone, legati a braccetto , si spinge. La tensione a quanto pare sale, dall’altra, non dalla nostra parte. Arriva un idrante puntato su di noi e ci rendiamo conto che presto o tardi, calato il sipario del teatrino dell’ultima diretta televisiva, faranno ogni cosa per farci andar via. Sdrammatizziamo. Un ragazzo in seconda linea lancia un avviso a chi sta dietro di lui – Oh ragazzi, attenzione che nello zaino ho le uova, fate piano – Ridiamo, tutti, e si scioglie un po’ di tensione. Un amico davanti a me tira fuori una battuta dopo l’altra e sono davvero contenta che ci sia perchè sto meglio. Quando arrivano i cambi delle forze dell’ordine commenta: – Forza ragazzi, anche noi: cambio! Forze fresche, forze fresche! - E’ da quattro giorni che si passa le notti fuori casa, domenica ha visto Luca cadere dal traliccio e ha visto le ruspe continuare i lavori davanti a lui come se niente fosse. Ne ha passate di tutti i colori, ma continua ad esserci. E fa morir dal ridere. Qualcuno tira fuori dallo zaino un vasetto di olive, qualcun altro del succo e dell’acqua. Si passa di mano in mano, improvvisamente ogni vicino si prende e ti concede la confidenza di un amico di sempre. Siamo tutti insieme, ci aiutiamo come si può, ci diamo una mano, per forza. Ma arriva il punto in cui si spegne l’ultima telecamera, finisce l’ultima diretta e l’ultimo giornalista con il caschetto nero e la scritta TV in skotch bianco, prende e se ne va. – A cosa ti serve quel caschetto? – mi chedo io. Una messa in scena. Tutto una messa in scena….Fa segno a un ufficiale: – Ok, ho finito- e poi si allontana. Bom, per oggi il suo dovere è finito. Si volta e se ne va. Quello che segue non è importante, o meglio, non è affare della nostra informazione, non si dice, non si fa vedere, non si trasmette. Quello che segue sono le cariche della polizia. Immediatamente iniziano a spingerci con maggior vigore di prima, ma noi manteniamo la posizione. Io sono in terza linea, non molliamo. Davanti a me una ragazza urla: – Non passeranno, non passeranno! – . Ci facciamo forza, gridiamo tutti assieme “Giù le mani dalla Valsusa!”, vinciamo la salita e muoviamo addirittura un piccolo passo avanti. I poliziotti intuiscono che si può andar per le lunghe e devono risoverla in fretta, farcela capire una volta per tutte e darci una breve, conclusiva lezione. Alzano i manganelli, battono sugli scudi e subito dopo sulle teste di chi, davanti a loro, tiene le braccia alzate e retrocede. Non è abbastanza. Via con l’idrante. Non è abbastanza. Sparano lacrimogeni. E noi lì, in mezzo allo scontro, ai getti d’acqua e al gas CS, micidiale, irrespirabile, schifoso e disumano come sempre.

    La resistenza si sposta sulla statale 25, sulla strada che conduce nel centro di Bussoleno. Macchine parcheggiate ai lati, case e abitazioni, finchè si arriva a una trattoria. Non vogliamo andarcene e continuiamo a rimanere. A un certo punto i poliziotti partono con una carica più veloce, corrono ed io rimango indietro. Arrivo alla trattoria La Rosa Blu, vedo che c’è gente fuori che guarda e penso di entrare lì. Vado oltre il gazebo del dehors, ma sbaglio entrata, becco quella chiusa. Sono angosciata, panico. Batto forte sul vetro e grido : – Fateci entrare vi prego fateci entrare! – . Da dentro la proprietaria mi dice, leggo il labiale e i gesti – Fai il giro dall’altra parte – . E’ troppo tardi, non avrei il tempo di tornare indietro per entrare perchè me li ritroverei di fronte e non posso che inventarmi un’ uscita, un vicolo , un’apertura da qualche parte che non c’è . Ho 22 anni, molti nel movimento sanno o intuiscono il mio spirito non-violento. Meglio prendersele che darne, dico. Gli sbirri sono persone, ribadivo…e forse un po’ ci spero ancora. Mi sono ritrovata lì senza sbocchi e nessuna via d’uscita. Giusto il tempo di realizzarlo e di vedere con me altre due o tre persone e poi i poliziotti arrivare. Prima che si voltino ho non so quale insperato attimo per togliermi la maschera antigas e buttarla a terra per evitare di complicare ulteriormente le cose. Si girano verso di noi e ci vedono. Le mani alzate: – Non mi fate del male, vi prego non mi fate del male – Grido. Impressione di vulnerabilità, impotenza. D’istinto indietreggiamo tutti verso l’androne dell’abitazione alle nostre spalle. Un poliziotto mi guarda in un modo che non mi piace: in quel momento ho detestato i miei capelli biondi. Un altro in prima fila scatta, picchia un signore alla mia sinistra con lo scudo, che riesce a rimanere in piedi per non so quale azzardo di possibilità. Un altro ancora o forse lo stesso, non ricordo, impazzisce e inizia a prendere a manganellate il terreno, lo scudo, il muro, cose inanimate. La violenza mi getta in un ambiente sconosciuto e non ho il coraggio di assistere o di rimanerci. Ho solo pensato: di qua me ne devo andare – mi rifiuto di ritrovarmi nella merda. Dietro di me un cancello alto un paio di metri conduce alle abitazioni al primo piano. In cima spuntoni anti-ladro. L’avevo già adocchiato prima come possibile via di fuga ma le punte mi avevano scoraggiata. Ora in un modo o nell’altro mi impongo di farcela. Mi aggrappo al cancello e alla mia istintività, mi arrampico, dietro di me sento – Prendetela, non lasciatela scappare prendetela! – (Siamo proprio in un film, penso…con chissà quale avanzo di ironia). Non ci riesco bene, ho le pedule troppo spesse che non passano tra le sbarre, sono impacciata. Una punta mi spinge nella coscia, riesco ad arrivare anche con il secondo piede dall’altra parte ma mi si impigliano i pantaloni. E porca puttana! Penso grido sbraito non lo so. E vaffanculo strappo, strappo via i pantaloni, mi si aprono e faccio giusto in tempo a togliere le dita della mano dal cancello quando vedo uno sbirro che tenta di prendermele a manganellate. Mi metto a posto i pantaloni, me ne vado, corro su per le scale. Citofono all’alloggio a destra, vedo un vecchietto attraverso la finestra illuminata, seduto, a guardare. – Mi faccia entrare, mi faccia entrare, per piacere, per piacere!- Intuisce il panico e la disperazione – le emozioni sono difficili da imbrigliare nella novità – ma se ne sbatte. Rimane impassibile, scuote la testa e anzi sulla sua faccia prende forma una sprezzante espressione di schifo. Adesso, a mente ferma, sono più schifata io, ne stia certo. Volo a sinistra, mi aggrappo al campanello con insistenza. Suono e ri-suono. Sotto sento voci, grida, manganelli che sbattono, ma non so dove o su chi. Mi apre la porta un volto che vedo e che mi pare delizioso. Una donna dallo sguardo a metà tra l’angosciato e il sorpreso: – Mi faccia entrare, per cortesia mi faccia entrare! – Penso di non aver mai supplicato qualcuno per davvero, fino a quel momento. Mi guarda.- Entra…- Una voce dolce. Una voce dolce in mezzo a tutto questo schifo e a questa prepotenza. Entro, tremo, rotolo in salotto. Mi seggo per terra. Mi scusi ho i pantaloni bucati, mi scusi. Sono pure sporca di sangue perchè mi si sono bucati nei giorni sbagliati. Mi scusi, mi scusi. Tranuilla, stai calma. Respiro, guardo a terra, respiro, guardo a terra, mi volto. Un ragazzino è sulla porta, allucinato. E’ il figlio. Mi rendo conto che prima stava combinando qualcosa a cavallo tra giocare a soldatini e guardare “Il Gladiatore”. La vita a volte sa essere incredibilmente sarcastica. Mi guarda, uno sguardo veloce, e poi mi butto di nuovo a guardare il pavimento. Vado in bagno, mi sistemo, mi vengono offerti dei pantaloni nuovi e mi rimetto in sesto. Esco dal bagno. Scambiamo due parole che non ricordo e che, sono certa, non ricorderà neanche lei. Andiamo alla finestra e guardiamo cosa succede fuori. Un gruppo di poliziotti prende una via laterale, un signore per strada indica un punto in lontananza e questi prendono a seguirlo. Caccia all’uomo. E non so se possano entrare in casa, non so se riescano o possano prendersi il diritto farlo, come loro solito. Da sotto sento: – Polizia, fate entrare, polizia! – e botte di manganello e una donna che grida. Sono sconvolta, non vedo, sento soltanto e faccio correre le immagini su quello che le mie orecchie riescono a percepire. Sento arrivare anche un’ambulanza e qualcun altro grida – Guardate cosa provocate, guardate cosa provocate voi! – . Ho paura. Sento delle manganellate metalliche e capisco che sono sul cancello che ho scavalcato. Ho ancor più paura. Forse per sorridere o forse per sperare in qualcosa che possa rivelarsi improbabilmente efficace, dico: – E se cambiassi i vestiti? Può essere una buona idea? – . Mio Dio, sembra davvero di essere in guerra. Mi tornano in mente quelle storie di fuggitivi che trovavarono rifugio in case di privati, durante le guerre mondiali. Ma non siamo in quel periodo, siamo nel 2012, in Italia, in un paese che dovrebbe essere democratico, in un paese che questi mezzi dovrebbe abolirli, sbatterli fuori dal suo registro, ripugnarli! E invece no. Scene incredibili, irragionavoli,, ingiuste, brute, incivili! Mi cambio, mi metto in desabillè, la signora nasconde lo zaino e l’altra roba. Puzzo di lacrimogeno, ho i capelli bagnati e il cuore a mille, ma andrà tutto bene. – Se entrano sono tua figlia? – , – Se entrano sei mia nipote- . E andiamo. Sporgo ancora l’orecchio vicino alla finestra: -Guardate che non siamo terroristi, siamo normali cittadini di Bussoleno e guardate che abbiamo visto cosa avete fatto eh! – Un signore, cliente o frequentatore della trattoria ha avuto il coraggio di dire quello che gli sembrava giusto: ho poi visto, una volta uscita, che quella porta chiusa da cui non ero potuta passare, i poliziotti l’avevano mandata in frantumi a colpi di manganello. Rimango lì . I poliziotti del vicolo della caccia all’uomo tornano. La proprietaria della casa in cui mi trovo io rivece una telefonata da un vicino che le dice che ha nascosto una quarantina di attivisti da lui. A quanto pare se la sono scampata bella e si ravviva in me la fiducia che andrà tutto bene.

    Allontanatisi i poliziotti, finalmente, rientro nella cameretta del ragazzino per rimettermi i miei vestiti e uscire. Sul suo cuscino, con a lato la stampa di un leone, leggo queste parole : “Il potere corrompe. Il potere assoluto non è niente male”.
     
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9 replies since 30/7/2011, 16:56   187 views
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