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Ciao a tutti,
L'altro giorno un maestro della tradizione tibetana stava spiegando l'importanza della pazienza, il che non stupisce perché è una delle sei perfezioni necessarie per ottenere lo stato di buddha. Ha un posto veramente fin troppo centrale, almeno nel B.T.
Mi chiedevo se questa fondamentale importanza sussiste anche nel Theravada. Da un punto di vista fattuale sono certo di sì, perché se non altro è la ovvia conseguenza di una mente domata e a posto. Piuttosto, la domanda è se esistono riferimenti testuali o nella tradizione orale, che siano abbastanza estesi e significativi, e/o oggetto di pratica meditativa mirata.
La curiosità nasce anche dal fatto che tempo fa mi son preso il Visuddhimagga e sono restato una volta di più sorpreso di quanto almeno la scuola Gelug.Pa sia simile al Theravada. Magari anche la questione della pazienza, pur afferente esplicitamente al Mahayana, ha una solida base nelle scuole più vicine al Buddha storico.
ciao ciao
A.. -
Yodha.
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http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esr...dDnYlMpopdDQOHQ
Ovada Patimokkha:
La paziente tolleranza
È il vertice dell'ascesi.
Suprema mèta,
Dicono i Buddha,
È la profonda liberazione.
Un rinunciante
Non tiranneggia nessuno.
Smetti di fare il male,
Coltiva il bene,
Purifica il cuore.
È questa la Via
Del Risvegliato.
Non insultare, non maltrattare,
Coltiva la rinuncia
Nel rispetto della disciplina,
Frugale nel mangiare e pago
Della dimora che hai
Donati all'intento consapevole:
Questo è l'insegnamento del Buddha.
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zimanu.
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forse questo può avere attinenza con il ragionamento sulla pazienza:
LUNA PIENA -- venerdì 6 aprile -- da Ajahn Munindo
Come un elefante in battaglia
resiste alle frecce
io scelgo di tollerare
gli attacchi verbali degli altri.
Dhammapada strofa 320
Quando il gioco si fa duro, se vogliamo siamo liberi di scegliere di tollerare. O possiamo invece scegliere di reagire. Nessuno al di fuori di noi ha l’autorità di forzarci in una delle due direzioni. Certe volte, quando le nostre non addestrate abitudini reattive deflagrano, può assolutamente sembrare che il responsabile sia qualcos’altro o qualcun altro. Diciamo: “Sono stato preso da qualcosa” o: “Ero fuori di me,” il che significa che ho perso le staffe. Il Buddha non le ha mai perse. Il che non significa che non abbia mai avuto a che fare con forti disaccordi. Li ha avuti. E ha scelto di tollerare anziché reagire. Era pienamente consapevole, pienamente sveglio nei confronti della realtà, e sapeva di avere l’autorità per fare quella scelta.
Questo ci aiuta a riflettere che ce l’abbiamo anche noi.
Con Metta
Bhikkhu Munindo
(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)
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Yodha.
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Bhikkhu Bodhi sulla pazienza:
Seguendo il sentiero buddhista alla suo compimento, penso che abbiamo bisogno di adottare una prospettiva a lungo termine, e questo significa sviluppare pazienza e diligenza. Pazienza assicura che non siamo avidamente intenti a risultati rapidi, magari per aggiungere i risultati personali conseguiti nella meditazione alla nostra lista di credenziali. Pazienza ci permette di sopportare per lungo periodo, anche attraverso le fasi dure e sterili che dobbiamo inevitabilmente affrontare. diligenza o sforzo significa che, sebbene la via sia lunga e difficile, non dobbiamo scoraggiarci, senza arrendersi o diventare lassisti. Invece restiamo risoluti nella nostra determinazione a percorrere il sentiero, non importa quante vite potrebbero essere necessari, nella fiducia che nella misura in cui ci sforziamo con diligenza stiamo facendo progressi, anche se che il progresso non è immediatamente evidente.
l'intervista completa, dedicata al tema dei vari problemi Buddhismo in occidente, molto bella ed interessante.
a mio giudizio, un intervento prezioso al fine di comprendere la differenza fra il 'riformismo' ed un certo 'modernismo' in ambito theravada buddhista.
www.theravada-dhamma.org/blog/?p=9175
Edited by Yodha - 9/4/2012, 12:48.