Ruota del Dharma, un forum di scambio e confronto sulle attività e la pratica del Buddhismo.

Posts written by warmbeer

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    Anche per me ha il sapore di una deriva. Si ce ne sono un tot di testi così.

    Poi mi son detto: ok ho fatto il mio pippone da rincoglionito, aspetta che vado a cercare qualcosa in contrasto... E ho visto ancora corsi e accademie a prezzi modici e meno modici. Sicuramente bisogna campare anche come insegnante di dharma, le spese ci sono, e il sostegno ecc ecc però il punto che passa è il fatto che sia qualcosa tipo un diploma, e che basti avere / occorra avere il certificato di frequenza. Certo senza non si può, ma il fulcro deve essere altro, non è catechesi e non si sta insegnando né un mestiere né un hobby.
    Forse per questo alcuni non ordinano successori nel dharma o consentono ordinazioni.
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    Ma, facendo un giro in rete, probabilmente sono io a non capire.
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    La ricerca del paradiso, lasciare che la vita venga a te.
    Sono frasi/modelli che mi hanno sempre diviso: la vita comunque viene a te, il paradiso non lo trovi aspettando.
    Quello che si legge nell'estratto fa parte di quelle sfumature che non mi quadrano. O forse il periodo che mi rende un pò come gli umarell di guardia a chi lavora.
    Pur ritrovando molte cose a cui sono d'accordo, a cui aderisco, la sfumatura che si legge mi sembra divisiva e slegata dall'esperienza. E' un po' di dharma in salsa new age: la vita ci viene incontro se siamo a Varanasi, come esempio di servire dove c'è bisogno c'è l'esempio della citazione di Dalai Lama, notiamo di vivere vicino alla morte durante la pandemia. Pur personalmente ritenendomi fortunato (non vivo una vita particolarmente difficile rispetto a quella di molti altri) questo rapporto con l'esperienza lo trovo annacquato da una buona dose di fantasia.
    Nel pieno rispetto dell'intervistato (insegnante, scrittore, ecc) per carità.

    Tricycle si presenta come "the buddhist review" però in estratti come questo dovrebbe mettere almeno un disclaimer imho

    https://tricycle.org/magazine/pico-iyer-pa...79cff-307278909

    (se funziona) la traduzione in italiano mediante google

    https://tricycle-org.translate.goog/magazi...&_x_tr_pto=wapp
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    Non saprei dirti. Lasciale entrambe solo se ritieni che siano complementari. Se no metti solo l'originale. ma fai come credi non c'è problema.

    CITAZIONE (arkeo2001 @ 22/2/2023, 15:14) 
    (anche se presumo non lo sapranno mai che mi son scusato) :D

    Intanto lo sai tu, e mi sa che basta :D
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    A occhio mi paiono due release differenti, però non le ho confrontate ... valuta tu se lasciarle entrambe o meno :b:
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    Grazie. Prima del tuo contributo sono state prese/raccolte/editate da qui?
    http://www.acidharma.org/aci/online/_media...15/C15Notes.pdf
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    "Vedere chi aveva ragione" è l'errore che credo accomuni un po' tutti, ma - sempre imho - non serve evitare l'ostacolo per imparare a superarlo. Migliore/peggiore solo non dovrebbero appartenere al nostro percorso - imho. Ci sono le cose che si comprendono e si scelgono ed è fin che mai. In effetti è un percorso solitario, nessuno può vedere lo stesso nostro panorama (cit#1) o scoreggiare dal nostro culo (cit#2)... Quello che scelgo non è detto che valga per altri.
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    C'è qualche libro che non hai nella tua biblioteca zenbaba? ;)
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    Spero che sia un lungo passaggio. Dopotutto hai fatto nascere tu il forum, un po' ti mancherà no? ;)
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    Ciao Tab!
    Ok sul cercare contrasti sfondi una porta aperta.
    Ma essere curiosi porta sinceramente a farsi domande sulle differenze, a cercare di capire.
    Svuotare mente e preconcetti non è la parte difficile, sedersi non basta. E ignorare le contraddizioni è una perdita di tempo, non è il modo che ci viene indicato - imho - di concentrare il proprio impegno nella pratica.
    Ovviamente restano opinioni personali
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    In effetti anche in questo trovo concordanza ... anche nello zen si parla di "non opporsi" mantenendo però quel "lasciare andare", "non aggrapparsi". Forse il diverso accento sulla comprensione analitica risalta per l'enfasi a questa azione, portata come fondante tratto comune (comunitario) nella pratica individuale (solitaria). Ognuno deve fare i conti con le proprie cause/condizioni e la soluzione razionale/logica a queste non viene indicata come sufficiente.

    Sempre "boh" però, eh!
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    Domandona, visto che non pratico Theravada non so.
    Mi pare che anche nel Theravada vada ;) evitato quanto positivo/negativo/neutro perchè comunque si genera quell'io/mio che ci è d'impedimento. Ho letto/capito male?
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    Per me bisogna accordarsi su negativo o positivo, o neutro. E una volta fatto lasciare andare tutto.
    Occorre lasciare andare, non attaccarsi a qualsiasi cosa: in questo caso qualsiasi cosa è qualsiasi pensiero, e visto che tutto il gioco avviene nella nostra mente, qualsiasi atto che percepiamo come "fatto da noi", se vogliamo è tutto quell'indugiare a quanto ci si sente inclini.
    Un certo tipo di comportamento generoso, altruista, etico, gentile, operoso ecc è "propedeutico", necessario a creare le condizioni per poter arrivare a fare un po' di strada nella Via, e in questo vedo l'enfasi su certe azioni da compiere e altre da evitare, che ciascuna tradizione insegna a modo suo. Non considerarci il centro di qualcosa è un altro lato del triangolo. "Accettare quel che viene pur facendo il nostro meglio" lo chiude.

    In questo non trovo molta discrepanza tra i vari insegnamenti, ma forse sono io che faccio "cherry picking" nella mia memoria prendendo quello che mi fa comodo.

    Modificare il proprio comportamento cecando di conformarci alle paramita, non attaccarsi a qualsiasi cosa come io/mio.
    Però mica so 'na fava, è solo un'opinione e come zenbaba non pretendo di conoscere tutto quello che c'è.
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    Grazie!
4072 replies since 13/7/2009
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