Ruota del Dharma, un forum di scambio e confronto sulle attività e la pratica del Buddhismo.

Posts written by warmbeer

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    Sito interessante

    https://www.iusinitinere.it/la-manipolazio...religiose-35610
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    CITAZIONE
    The Buddha laid down rules regarding sexual ethics recognising the importance of having guidelines for the purpose of promoting harmony. However, over the last few millennia, various cultures, traditions, and customs have evolved to suit the needs of community living. While it’s natural that people interpret the precepts and adapt their values due to societal needs, there is a danger in reinterpreting such rules without understanding the principles/true intentions behind them. So what is considered sexual misconduct as taught by the Buddha, and what should we keep in mind when adapting these teachings to modern living? How do we navigate these rules as a Buddhist practitioner?

    00:00:00 - Introduction
    00:02:09 - Meditation
    00:12:14 - Homage to the Buddha
    00:13:14 - Sutta texts
    00:19:26 - Right intention
    00:21:29 - Adultery
    00:21:48 - Principles
    00:26:37 - Laws in "Buddhist countries"
    00:40:18 - Q & A
    00:41:15 - Q: How beneficial is celibacy for laypeople?
    00:45:06 - Water fasts
    00:51:54 - Q: Celibacy & meditation
    00:55:29 - Q: Craving like cessation of fire, satisfaction
    01:02:51 - Q: Multiple partners
    01:09:44 - Q: Harmlessness and ordination
    01:15:58 - Q: Attitude to precepts
    01:23:02 - Closing and Dedication of Merits


    ** About the Speaker **

    Ayyā Somā is an Italian Buddhist monk and co-abbot of Empty Cloud Monastery in New Jersey. A former fashion and lifestyle editor, her first encounter with Buddhist monasticism was at Santacittārāma Monastery in Italy, in the tradition of Ajahn Chah. She started practicing as a renunciant in 2016, received monastic ordination in 2018, and full bhikkhunī ordination in 2020. As the co-founder of Buddhist Insights, a non-profit organization connecting people with monastics, she has learned the Dharma through the perspective of monks of all different traditions like Bhante Suddhāso, Bhikkhu Bodhi, Ajahn Pasanno, Ven. Robina Courtin, Khenmo Drolma, Ajahn Brahm, Thich Phap Hai, Ven. Paññavati, and Bhante Gunaratana.


    ** About Metta Centre **

    To find out more about the Metta Centre & how you can support us you can visit
    www.mettacentre.com

    https://ayyasoma.com/
    https://emptycloud.org/home/
    https://buddhistinsights.org/
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    Ricollegandomi ad altra discussione ...

    I testi, il riferimento a chi pratica e studia da tempo, sono strumenti e aiuto al percorso solitario e individuale. Se anche le tradizione si rivelasse "inesatta", anche senza "guru", proprio perchè la prova la dobbiamo cercare non nella tradizione ma nel quotidiano, il metodo ci dovrebbe risultare ( e ci risulta ) ugualmente efficace.
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    http://agamaresearch.dila.edu.tw/buddhismo-hinayana

    CITAZIONE
    ‘Hīnayāna’ è un termine dispregiativo impiegato nell’ambito del discorso polemico buddhista. Manca di realtà storica, non essendo mai esistita un’istituzione o un gruppo religioso nella storia del buddhismo che possano a ragione essere designati come ‘hīnayāna’.
    [... ]l’ideale del bodhisattva è parte integrante anche delle tradizioni Theravāda, attestato in iscrizioni e in testi, ed evidente nell’esperienza
    vissuta dei Theravāda contemporanei(Anālayo, 2014, p. 22). [...]La differenza tra i Theravāda e i seguaci del Mahāyāna è considerevolmente più sfumata di quello che il termine hīnayāna suggerisce: il cammino da bodhisattva è un’opzione praticabile per i Theravāda, sebbene non la sola, mentre è considerata una scelta superiore e al tempo stesso la norma per i seguaci del Mahāyāna.
    Neppure il buddhismo antico, il periodo dello sviluppo del pensiero e della pratica buddhista che corrisponde all’incirca ai primi due secoli dopo la scomparsa del Buddha, può essere designato come hīnayāna, poiché in questa fase l’ideale del bodhisattva non era ancora venuto in essere. L’idea che il Buddha storico Gotama/Gautama si sia intenzionalmente preparato alla mèta di diventare un Buddha nel corso di una serie di vite passate è chiaramente un elemento tardo,sebbene alla fine sia diventato una credenza condivisa di tutte le tradizioni buddhiste (Anālayo, 2010). Dato che il buddhismo antico non conosce ancòra la distinzione tra discepoli che si dedicano o meno alla futura buddhità, non ha alcun senso utilizzare il termine hīnayāna in riferimento a questo periodo, perché il termine si basa proprio su questa distinzione.
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    CITAZIONE (Tabasco @ 1/4/2023, 18:22) 
    Cosi a brutto muso ti direi che si, assolutamente é un percorso individuale. Di responsabilità ed indagine individuale.

    Al netto che ci possono essere momenti di riflessione, e in cui è necessario ridiscutere le proprie scelte e convinzioni (facciamo prendere aria alla stanza) ...

    Quello che volevo maldestramente sottolineare con

    CITAZIONE
    secondo voi quanto condiziona il fatto che l'insegnamento originale sia stato trasmesso oralmente per secoli prima di essere trascitto, e che spesso in ogni caso quello che ci è perventuto sono le traduzioni di quei testi originali.
    Siamo giustamente critici nei confronti del cristianesimo, perchè le sue fonti, i vangeli, sono "dubbi" nel senso che contengono più quello che pensava chi li ha redatti di quello che poteva essere stata la vita e la predicazione di Gesù.
    Secondo me dovremmo essere altrettanto critici ed attenti nei confronti delle "nostre" fonti.

    Ci viene in aiuto il discorso che il Buddhismo non è una religione rivelata allo stesso modo dei teismi, ma che è frutto dello sforzo e dell'esperienza ripetibile di quanti lo praticano, però in questo caso diventa tutto un po' autoreferenziale. Del resto non si può fare altrimenti.

    E' che anche se spesso supponiamo di essere al riparo dalle debolezze che riscontriamo in altri percorsi spirituali (di ricerca, preferisco) , è necessario cercare di approfondire - nonostante la tradizione millenaria - la ricerca dell'insegnamento più aderente all'originale. Se non possiamo avvalerci nè solo dei testi nè della garanzia del lignaggio... la questione diventa problematica tanto quanto pericolosamente soggettiva.
    Volevo mettere anche in evidenza la necessità di trovare un equilibrio critico nell'affidarsi alle fonti, non cadendo in un approccio troppo tipo (l'ha detto xy, l'ha scritto wz, è tradizione) e lo scadere in un "secondo me" che svilirebbe tutto il discorso. E' necessario (certo solo secondo me che non son nessuno) mantenere un forte attegiamento critico e scettico

    La domanda era: visto che la trasmissione orale dei primi secoli ha condizionato il trasformarsi dell'insegnamento originale già nelle prime tradizioni, come vi regolate a proposito?

    CITAZIONE (zenbaba @ 27/3/2023, 15:50) 
    Secondo me la strada a volte si fa da soli a volte in compagnia ...il Buddha stesso ha alternato momenti cosi' secondo i testi ...e oltre alla razionalita' bisogna imparare ad ascoltare la voce interiore che si puo' chiamare in molti modi ...
    intuito ,natura di Buddha etc. come piu' ci piace ...
    non ci sara' mai una conferma dall'esterno al 100% ...il Buddha si dice ebbe un esperienza su cui baso' il proprio insegnamento avendo fiducia in essa e noi partiamo da quella fiducia ...
    la comprensione e' imho un meccanismo che si autoalimenta ...qualche volta c'e' bisogno di nuovi input magari ...o magari anche di fare esperienze diverse , ma una volta messa in moto va da sola

    Sono d'accordo. Credo che una mia mancanza sia proprio quella della capacità di ascolto della "voce interiore". O meglio di distinguere le diverse voci. :ko!: :laugh:
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    :b: :peace2:
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    In realtà questa domanda sul "senso di" l'hai posta tu in questi termini e non io.

    Per estrarre la freccia bisogna chiedersi almeno come fare.
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    Vabbè è lecito contraddirsi, ed è divertente giocare con la logica. Però "se esistesse un unico momento in cui anche la memoria... " da che cosa si genera la memoria? Sarebbe inutile anche cercare di sostenersi e mangiare, anche respirare visto che non esiste né passato né presente. Non ci sarebbe responsabilità né causa né effetto. Non partirei se prendessi a testate lo spigolo del muro. Non è l'esperienza né la percezione che abbiamo, è gioco di fantasia.

    Il concetto di spazio tempo poi è curiosamente legato alla cultura e se invece guardi alla fisica andrebbe indagato.

    Sull'assenza della percezione del tempo
    www.focus.it/scienza/scienze/la-tr...ive-senza-tempo

    Esiste anche un'altra piccola popolazione che non ha numeri, ad esempio...
    www.ilpost.it/2013/10/19/piraha-li...meri-amazzonia/
    CITAZIONE
    i Pirahã non hanno miti sull’origine del mondo.[...] non hanno una memoria collettiva che si estende oltre una o due generazioni

    In ogni caso se non sperimenti cambiamento, nascita e morte, invecchiamento, sofferenza e disagio buon per te, non è certamente obbligatorio!
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    Frse e' solo un problema di semantica: se osservi Pedone ora converrai che è sorto (nato) dalla cessazione (morte) di Pedone un nanomicromillisecondo fa. O in altre parole che proprio la precisa combinazione di cause e condizioni che compone Pedone ora, muore ora per fare nascere Pedone di ora+1. Ciascun Pedone - nei limiti che possiamo sperimentare - è unico e non si ripete, è diverso dagli altri Pedone (anche se avendo a disposizione un "tempo infinito" qualsiasi cosa diventa possibile ... ma è troppo off tpoic)
    c'è un tempo/luogo in cui per la prima volta questo cambiamento ha cominciato a percepire l'esperienza di questo preciso divenire (nascita convenzionale) e ci sarà un certo tempo/luogo in cui smetterà di poterlo esperire (morte convenzionale).
    Questi due istanti (o combinazioni di cause condizioni) differiscono tra loro e dagli altri allo stesso modo di tutti gli altri istanti (o combinazioni) intermedi.
    Se diamo convenzionalmente un significato al termine "vita di Pedone", qualunque esso sia, ci saranno un suo inizio e fine (nascita e morte) precisi e identificabili in un preciso tempo e luogo. In mezzo, c'è un continuo cambiare in cui quello che è stato non potrà più essere. Anche qui nascita e morte.
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    Non credo ci si riferisca a nascita e morte viste come istanti della nascita e morte fisica. Ad ogni istante c'è nascita e morte di "questo", e in questa nascita e morte c'è quell'immutabile, che non si trova

    mi viene in mente , ma solo perché ne ho letto di recente, la frase di Bodhidharma tenendo bene a mente che è un parallelismo e non è esattamente nel contesto ...

    CITAZIONE
    La mia mente non è pacificata. Per favore pacifica la mia mente".
    Il fondatore disse: "Portami la tua mente e io la pacificherò".
    Il successore disse: "Ho cercato la mia mente e non l'ho trovata".
    Il fondatore disse: "Ho pacificato la tua mente"

    Cerco di tornare in topic: noi si esiste come divenire (nascita/morte). Non troviamo quello che ci sostiene in questo divenire, e quando cerchiamo di cogliere la presenza di qualcosa, stiamo in fondo solo sbagliando domanda.
    Non si possono definire i confini di quel qualcosa (nel testo: vita immutabile) perché come esseri umani possiamo solo sperimentare/investigare nella condizione samsarica di nascita/morte.
    Sempre imho ovvio

    Hai ragione che non ha senso arrovellarsi su quel che è stato ieri o su quel che immaginiamo potrà essere domani, ma non ho letto questo in quel testo
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    Mi sono accorto di essermi spiegato male. Cerco di coregermi. ;)

    Ok e dopo i dieci minuti, dopo aver assaggiato, magari per svariati anni, come approfondire?
    Certamente è possibile ma non è sempre facile "trovare" ... talvolta anche il lignaggio non sempre è garanzia. Capire a chi rivolgersi per poter conoscere qualcosa di sincero può essere un problema.

    Tornando ai testi. Facendo esempi banali, c'è gente che pensa realmente che Shakyamuni sia stato pertorito dal fianco di Maya, o che realmente Bodhidharma sia rimasto seduto 9 anni di fronte a un muro e che dalle sue palpebre recise sia germogliata la pianta del the. Tralasciando le cose più inverosimili il lavoro si fa più complicato.

    Non che sia impossibile, ma qualsiasi testo e commento ai testi va letto in maniera critica, cercando con l'unico strumento che possiamo avere a disposizione, la razionalità, di scremare la fuffa, e lavorando col proprio vissuto a confronto. Sempre avendo presente che non basta solo (e non serve solo) la ragione e che sicuramente dovremo ricrederci di continuo su come agiamo ...

    Imho ... Dev'essere chiaro che non essendo una religione rivelata, ma una proposta da verificare, dobbiamo accettare e lavorare su sbagli e per "approssimazioni successive": fiducia, studio ricerca e sperimentazione, ma mai fede.
    E' un cammino solitario allora?
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    Tutti "si cerca di", anche quelli più sgamati di noi. :beer2: e auguri per il futuro!
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    Salve a tutti.

    secondo voi quanto condiziona il fatto che l'insegnamento originale sia stato trasmesso oralmente per secoli prima di essere trascitto, e che spesso in ogni caso quello che ci è perventuto sono le traduzioni di quei testi originali.
    Siamo giustamente critici nei confronti del cristianesimo, perchè le sue fonti, i vangeli, sono "dubbi" nel senso che contengono più quello che pensava chi li ha redatti di quello che poteva essere stata la vita e la predicazione di Gesù.
    Secondo me dovremmo essere altrettanto critici ed attenti nei confronti delle "nostre" fonti.

    Ci viene in aiuto il discorso che il Buddhismo non è una religione rivelata allo stesso modo dei teismi, ma che è frutto dello sforzo e dell'esperienza ripetibile di quanti lo praticano, però in questo caso diventa tutto un po' autoreferenziale. Del resto non si può fare altrimenti.
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    Ciao
    Ti rispondo per quella che è la mia opinione, per cui senza pretese.
    "lasciare andare e accettare la sofferenza" non vuol dire accettare passivamente quel che viene, e morta lì. Se perdi l'equilibrio cerchi di non cadere, se ti arriva un tram in faccia cerchi di scansarti, se incontri qualcuno in difficoltà lo aiuti, se vivi una condizione insoddisfacente cerchi di migliorare.
    Seguire la via imho non vuol dire sorridere, obbedire passivamente ai precetti e essere utili servi di qualche prete.
    Non ci viene detto di accontentarci, perchè "tanto è il migliore dei mondi possibili".
    Lasciare andare è un movimento interiore, vuol dire cercare di fare in modo che sensazioni/condizioni/cose/percezioni/ecc.. non possiedano il nostro tempo, certo nei limiti delle nostre imperfezioni, mancanze, nel confine del nostro errore. Lasciare andare ci aiuta a agire, non ci rende passivi, è quell'abitudine a non considerare fondante qualcosa, a non aggrapparsi a qualcosa.
    Il confine tra il lasciare andare e la passività, non c'è: perchè sono due cose diverse, come chiedersi quel è il confine tra un trapano e una pozzanghera.
    Putroppo possiamo solo usare il linguaggio che abbiamo, perciò "lasciare andare" è frainteso.

    ... questo sempre solo secondo me che non posso insegnare niente a nessuno ...

    Quanto e come impegnarsi sta nella responsabilità di ciascuno.
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    Trovo questo sutta particolarmente significativo, almeno per me e adesso. O più banalmente, leggerlo mi ha dato una buona sensazione e volevo condividere

    https://en.wikipedia.org/wiki/Upajjhatthana_Sutta
    https://www.canonepali.net/an-5-57-upajjha...contemplazione/


    CITAZIONE
    AN 5.57: Upajjhatthana Sutta – Argomenti di contemplazione

    “Ci sono questi cinque kasina (oggetti di meditazione) sui quali si dovrebbe meditare, che sia una donna o un uomo, laico od ordinato. Quali cinque?

    ‘Sono soggetto all’invecchiamento, non sono al di là dell’invecchiamento.’ Questo è il primo kasina sul quale si dovrebbe meditare, che si sia una donna o un uomo, laico od ordinato.

    ‘Sono soggetto alla malattia, non sono al di là della malattia.’…

    ‘Sono soggetto alla morte, non sono al di là della morte.’…

    ‘Vado a diventare distaccato, separato da tutto ciò che mi è caro ed attraente.’…

    ‘Sono il proprietario delle mie azioni (kamma), l’erede delle mie azioni, sono nato dalle mie azioni, vincolato alle mie azioni, e ho le mie azioni per giudice. Qualunque cosa faccia, in bene o in male, è ciò che erediterò. ‘…

    Questi sono i cinque kasina sui quali si dovrebbe meditare, che si sia una donna o un uomo, laico od ordinato.

    Ora, a partire da quale linea di ragionamento si dovrebbe spesso meditaree… che ‘sono soggetto all’invecchiamento, non sono al di là dell’invecchiamento?’. Ci sono degli esseri che sono intossicati da un’infatuazione per la gioventù [tipico] della gioventù. A causa di questa infatuazione per la gioventù, hanno una cattiva condotta fisica … verbale… e mentale. Ma quando meditano su questo argomento, questa infatuazione per la gioventù della gioventù è abbandonata interamente o si indebolisce…

    Ora, a partire da quale linea di ragionamento si dovrebbe spesso riflettere… che ‘sono soggetto alla malattia, non sono stato al di là della malattia?’. Ci sono degli esseri che sono intossicati da un’infatuazione per la salute [tipico] della persona in salute. A causa di questa infatuazione per la salute, hanno una cattiva condotta fisica, verbale e mentale. Ma quando meditano su questo argomento, questa infatuazione per la salute della persona in salute è abbandonata interamente o si indebolisce…

    Ora, a partire da quale linea di ragionamento si dovrebbe spesso riflettere… che ‘sono soggetto alla morte, non sono stato al di là della morte?’. Ci sono degli esseri che sono intossicati da un’infatuazione per la vita [tipico] di una persona vivente. A causa di questa infatuazione per la vita, hanno una cattiva condotta fisica, verbale e mentale. Ma quando meditano su questo argomento, questa infatuazione per la vita di una persona vivente è abbandonata interamente o si indebolisce…

    Ora, a partire da quale linea di ragionamento si dovrebbe spesso riflettere… che ‘vado a diventare distaccato, separato da tutto ciò che mi è caro ed attraente?’. Ci sono degli esseri che provano avidità per le cose che sono loro care ed attraenti. A causa di questa passione, hanno una cattiva condotta fisica, verbale e mentale. Ma quando meditano su questo argomento, questo desiderio e questa passione per le cose che sono a loro care ed attraenti è abbandonata interamente o si indebolisce…

    Ora, a partire da quale linea di ragionamento si dovrebbe spesso riflettere… che ‘sono il proprietario delle mie azioni (kamma), l’erede delle mie azioni, nato dalle mie azioni, vincolato alle mie azioni, ed ho le mie azioni per giudice. Qualunque cosa faccia, in bene o in male, è ciò che erediterò?’. Ci sono degli esseri che hanno una cattiva condotta fisica, verbale e mentale. Ma quando meditano su questo argomento, questa cattiva condotta fisica, verbale e mentale è abbandonata interamente o si indebolisce…

    Ora, un discepolo delle nobili persone considera ciò che segue: ‘Non sono il solo ad essere soggetto all’invecchiamento, a non superare l’invecchiamento. Come ci sono degli esseri – passati e futuri, deceduti e ritornati – così tutti gli esseri sono soggetti all’invecchiamento.’ Quando medita su argomento, [i fattori mentali positivi] nascono. Egli li mantiene, li sviluppa, li coltiva. In questo modo, le sue catene cadono, le sue ossessioni sono distrutte.

    Ed ancora, un discepolo delle nobili persone considera ciò che segue: ‘Non sono il solo ad essere soggetto alla malattia, a non essere andato al di là della malattia.’… ‘non sono il solo ad essere soggetto alla morte, a non essere andato al di là della morte.’… ‘non sono il solo destinato a diventare distaccato, separato da tutto ciò che mi sia caro ed attraente.’…

    Un discepolo delle nobili persone considera ciò che segue: ‘Non sono il solo ad essere proprietario delle mie azioni, erede delle mie azioni, nato dalle mie azioni, vincolato alle mie azioni, ed ad avere le mie azioni per giudice; qualunque cosa faccia, in bene o in male, è ciò che erediterò. Come ci sono degli esseri – passati e futuri, deceduti e ritornati – così tutti gli esseri sono i proprietari delle loro azioni, eredi delle loro azioni, nati dalle loro azioni, vincolati alle loro azioni, e hanno le loro azioni per giudice. Qualunque cosa facciano, in bene o in male, ne erediteranno.’ Quando medita spesso su ciò, i [fattori mentali positivi] nascono. Li mantiene, li sviluppa, li coltiva. In questo modo, le sue catene cadono, le sue ossessioni sono distrutte.”

    Soggetti alla nascita, all’invecchiamento,
    alla morte,
    le persone ordinarie
    trovano repellenti coloro che soffrono
    di questo a cui sono soggetti.
    E se dovessi trovare repellente
    degli esseri soggetti a queste cose,
    non sarebbe adatto da parte mia,
    vivendo come fanno.
    Mantenendo questo atteggiamento–
    conoscendo il Dhamma
    ho sormontato ogni infatuazione
    per la salute, la gioventù e la vita
    come colui che vede
    la rinuncia come un riposo.
    Per me, l’energia è sorta,
    ho visto chiaramente la liberazione.
    Non potrei più
    dividere dei piaceri sensuali.
    Avendo seguito la vita santa,
    Non ritornerò.
4072 replies since 13/7/2009
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