Ruota del Dharma, un forum di scambio e confronto sulle attività e la pratica del Buddhismo.

Posts written by warmbeer

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    Ciao Tab!
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    Grazie zenbaba
    Durante tutto il testo c'è il consueto continuo oscillare che penso non possa essere risolto - sempre imho -attraverso una chiave, però hai ragione soggettivo/oggettivo è un punto importante.

    Anche ad esempio l'accostare la comprensione di un bambino e di un anziano e l'investigazione della domanda ad esempio portano lontano

    Edited by warmbeer - 21/1/2023, 10:24
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    SHOAKUMAKUSA
    Non Commettere Cattive Azioni
    fonte: www.shobogenzo.it/capitoli.php?p=capitolo_31

    E' un capitolo impegnativo, e imho contiene molto sul modo di affrontare il lato etico (nella pratica e nella vita non *dovrebbe ma chissà* far differenza)

    La traduzione è quella dall'inglese di Sergio Oriani

    http://asia.it/adon.pl?act=doc&doc=2600
    CITAZIONE
    Questa traduzione dello Shobogenzo in italiano nasce da un'iniziativa intrapresa nel 2018 e con l'intento di mettere online l'intera traduzione effettuata da Sergio Oriani (Dosen), a partire dalla versione inglese di Kōsen Nishiyama Roshi (pubblicazione completa di tutti i 92 capitoli nel 2003 da Editrice Pisani). Avendo tutti i diritti editoriali, a fine 2018 Dosen ha espresso il desiderio che il testo italiano fosse messo interamente online, cosi' è stato creato www.shobogenzo.it.

    CITAZIONE
    Qui il Maestro Dōgen enfatizza il punto di vista etico comportamentale sottolineando che, di fatto, ciò che produce il male è l’intenzionalità. Questo è da investigare considerando la totale concretezza delle nostre azioni, parole e pensieri che determinano, producono e mettono in atto ciò che ne consegue, nel bene e nel male. Perciò l’insegnamento è: “Produci ciò che è bene, astieniti da ciò che è male.”

    Copiaincollarlo per intero non è corretto, riassumerlo non è possibile
    Un breve estratto

    CITAZIONE
    Ogni male significa la natura cattiva del bene, del male e di ciò che è neutro; questa natura è innata, così come è innata, incontaminata e dotata di vera forma la natura del bene e di ciò che è neutro. Questi tre elementi hanno forme differenti. Ogni male significa che il male, in questo e in altri mondi, sia nel passato che nel presente, tra gli uomini e gli dèi, non è sempre il medesimo. Circa l’interpretazione di ciò che è bene, male o neutro, c’è una grande differenza tra la Via del Buddha e la vita mondana. Bene e male sono il tempo, ma il tempo non è il bene e il male. Bene e male sono il Dharma, ma il Dharma non è il bene o il male. Bene, male e Dharma sono la stessa cosa.

    [...]

    La prassi è realizzata attraverso la legge del karma; ciò significa che non è mossa dal karma, né crea nuovo karma. Il karma esistente ci induce ad addestrarci. Quando la natura originaria del karma è illuminata, vediamo il vero astenersi, l’imper-manenza, ed il karma che cessa e che non si ferma mai, perché vi è solo non-attaccamento. Studiando in tale modo, ci scopriremo capaci di astenerci da ogni male; realizzando questa comprensione possiamo astenerci totalmente da ogni male e, attraverso lo zazen, sradicare tutte le illusioni. Allora tutte le nostre azioni, dalla prima all’ultima, sono libere dal male e nessuna condizione potrà far sorgere un cattivo karma. C’è soltanto una non-produzione del male. Non è che il male venga annientato dalle condizioni, piuttosto, vi è semplicemente una non-produzione del male. Se tutto il male è uguale, anche tutti i dharma sono uguali. Non pensate che il male sorga da certe condizioni di causa ed effetto; se non comprendete che il karma stesso è non-creato, siete da compatire. Il germe del risveglio sorge dalla catena della causazione e viceversa.
    Non c’è non-esistenza del male, non c’è esistenza del male, non c’è vacuità e non c’è forma: c’è soltanto l’astenersi dal male. Il non astenersi dal male diventa astenersi dal male. Ad esempio, un pino in primavera, un crisantemo autunnale, tutti i Buddha, così come un pilastro, una lanterna di pietra, uno scacciamosche, un bastone, noi stessi, siamo né esistenti né non-esistenti. Questo genere di investigazione consente la risoluzione del nostro kōan,6 e viceversa. Bisogna studiare il kōan sia oggettivamente che soggettivamente. Ogni rammarico o rimorso che risulta dal commettere il male, deriva dal principio dell’astenersi da ogni male; questo è il potere, colmo di virtù, dell’astenersi dal male. Tuttavia, pensare che non siamo capaci di astenerci dal male, è come dirigersi a nord volendo andare a sud.

    www.shobogenzo.it/capitoli.php?p=capitolo_31
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    che la terra ti sia lieve




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    A me invece conferma l'insensatezza di tutta la storia del libero arbitrio (messa così almeno). Cioè tu crei un essere (che tu ami) dotato di libertà, in modo che possa scegliere liberamente di soffrire e far soffrire, di essere infelice. E infine lo condanni alle pene di un inferno eterno per 100anni di errori su questa terra?
    Poteva tranquillamente divertirsi in altro modo.
    Però adesso sto esagerando, mi automodero e non replicherò.
    Mi scuso se posso aver urtato la sensibilità di qualcuno, non era mia intenzione.
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    Io lo interpreto: dio (esistesse mai :-P) ha creato il fico in modo che non facesse il frutto in quella stagione, però ne pretende godere. dio crea l'uomo impossibilitato a raggiungere la salvezza, però pretende devozione e purezza. Quindi occhio e abbiate fede, tanto solo per grazia o volere di dio sarete dannati, o salvi.
    Di per sè un essere onnipotente fa e sceglie quel che vuole, se sceglie di far soffire un bambino sordocieco, o di far crescere presto dentro lui un cancro, o di farlo vivere in una favelas è perchè a monte è tutto predisposto a quel fine, non esiste libero arbitro ma solo una terrificante necessità di devozione. Non c'è scelta.
    Il mio amico morto perchè provato da una vita di eccessi non aveva scelta, visto che tutto l'onnipotente ha predisposto perchè fosse così (infelice) Anche il peccato originale: l'uomo è stato creato ben sapendo che avrebbe scelto di "mangiare la mela". O dio non sarebbe onnipotente.
    Ma si sa che la logica divina è imperscrutabile. Bastava creare l'uomo differente, ma perchè fargli mancare quella giusta sofferenza che tanto fa fashion?
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    Sul tutti siamo dio boh. Sicuro?
    Poi non è che fosse sempre così "buono", per esempio il recconto dell'episodio del fico che fa seccare perchè non gli ha dato frutti fuori stagione, come lo interpreti?
    Non so che senso ha interrogarmi su cosa potrebbe dire oggi Cristo o meno abbia senso, perchè la sua essendo legge eterna non ha tempo e non è "facciamo come vogliamo". Però qui sto andando su un terreno che non mi sento e non voglio esplorare, ed è OT.

    Capisco il tuo punto di vista, mi trovi in disaccordo.

    Non è ossessione, è che sono proprio cose differenti, come acqua e olio.

    Si può condurre una vita degna, piena, essere ottime persone a prescindere dal proprio orientamento e riconoscere reciprocamente la libertà di essere differenti. Comunione nella diversità tutta la vita.
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    Però non si considera un mezzo. Lui è parte della ss trinità, il suo insegnamento, lui è la porta non la strada. Comunque mi posso sbagliare, e non è che mi interessi della cosa ... ;-)
    Domandona: nel cristianesimo però Cristo ha l'esclusiva sulla salvezza. Questo è imho inconciliabile con una mente razionale. Se poi sia Cristo sia Shakyamuni sono persone realizzate uno è il Figlio di Dio, l'altro un Buddha, e anche questo pone diversi problemi.
    La parte che però in pratica non possiamo ignorare, l'elefante nella stanza, è l'apertura mentale e il diverso approccio all'etica che le due religioni propongono. e il Cristianesimo l'ha scolpita nella pietra, il Dharma no
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    chi lo sa cos'è meglio?
    Però "Ishin-denshin ", poi affermare che "che la vita non è difficile per me" (poi si è ripreso però dai davvero?) ... che un certo impegno (qualsiasi la sia la via intrapresa buddhismo o meno) non sia qualcosa di necessariamente totalizzante, o che sia opportuna la mediazione di un avatar, o chatgpt che compone un koan perfetto.
    Come diceva Fabrizio De André "attenzione che la gente poi ci crede"
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    Adesso però inventarsi un buddhismo diventa anche questo: www.deejay.it/articoli/maestro-zen-significato/
    Mi spiace perchè il maestro Serra è ampiamente accreditato, si siede da molto tempo, eccetera. Qua la strada stretta però non si vede. E si finisce davvero la cantare a paloma

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    Grazie e tutti, come sempre molto su cui riflettere e con cui fare
    Alla fine tutti si cerca di arrivare alla fine della propria corsa indossando il gilè migliore.
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    Io continuo oscillare tra due "centri gravitazionali": il dharma e approccio scettico/materialists...

    ... e non saprei che fare/dire.

    Mi pare che cercare in un luogo/tradizione una salvezza (nel senso buddhista) sia illusorio

    Sono convinto che dare a persone, abitudini un colore esotico sia insensato

    Poi fa sempre bene conoscere altre esperienze, sono daccordo con zenbaba al 100000%

    ... Niente di nuovo sotto il sole, mi chiedo se veramente ci sia una soluzione da indicare o se più realisticamente ciascuno si trovi la propria a modo suo

    Questo chiuderebbe la discussione ma non aiuta a estinguere dukkha
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    Grazie Pedone.

    Sulle "gravi condizioni" c'è la probabilità di passarci una frazione rilevante dei nostri ultimi anni, se tutto va bene.
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    Può essere sicuramente, la psicologia/psicoterapia non è il mio campo.

    ... però volevo dire qualcosa di differente. Ciascuno di noi nasce in un preciso ambiente, con precise possibilità, e con più o meno limitate capacità e non altre. Per questo non si ha al 100% la possibilità di scegliere.
    Per esempio...
    Se una persona ha forti limiti intellettivi/motori/percettivi sperimenta e deve fare i conti con un grado di libertà molto inferiore rispetto ai "normo-dotati" (brutta parola... ma è per capirsi)
    Sotto una differente angolazione, lo stesso se uno nasce in italia o in burkina faso. Se anche in ambienti simili ognuno ha avuto una precisa educazione e istruzione, anche solo per questo ha mezzi e limiti molto diversi.
    Oppure ... per qualche motivo si finisce in carcere.
    Poi la malattia e la vecchiaia
    Ecc.
    Se determinate condizioni per ora non ci toccano, non è detto che non lo possano mai.
    Credo che per ciascuno la soluzione dia individuale, e al di là delle terapie psico* (per cui c'è gente molto preparata a fare e spiegare) nell'aspetto di un cammino religioso valgano il sostegno reciproco, l'empatia, la comunicazione e l'aiuto (cose che se non sbaglio TNH promuove nei suoi insegnamenti) ... mentre il maestro/guru che ti dice qual è il vero sia un po' inutile.
    Thich Nhat Hanh non fa certo parte di quest'ultima categoria e sono convinto che non abbia mai parlato di psicoterapia ;)
    Se ricordo bene indica proprio nell'ottuplice sentiero e nelle paramita un "modo per".

    La cosa molto triste però rimane che qualcuno - a prescindere - sia condannato ad una vita infelice e dolorosa.
    Anche se è frutto di casualità, è ingiusto.
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    Solo non si dovrebbe dimorare in "assoluti" o in credere come idealista che la realtà sia *solo* quella che mi dipingo in testa.
    Non a tutti è concesso di poter "scegliere se"/"impegnarsi a" vivere in armonia o di poter diminuire l'attrito, e la parte psicologica del camino religioso ne è - appunto - solo una frazione.
4072 replies since 13/7/2009
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