Modificare o accettare

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    "Vedere chi aveva ragione" è l'errore che credo accomuni un po' tutti, ma - sempre imho - non serve evitare l'ostacolo per imparare a superarlo. Migliore/peggiore solo non dovrebbero appartenere al nostro percorso - imho. Ci sono le cose che si comprendono e si scelgono ed è fin che mai. In effetti è un percorso solitario, nessuno può vedere lo stesso nostro panorama (cit#1) o scoreggiare dal nostro culo (cit#2)... Quello che scelgo non è detto che valga per altri.
     
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    Buongiorno, mi provo a inserire nel discorso che mi interessa molto e sul quale mi son spesso fermato a riflettere. Vi porterò un esempio pratica (mia esperienza di vita), sono molto curioso di sapere cosa ne pensate. Specifico che quello che vi racconto è avvenuto prima di iniziare ad approfondire (e praticare) il dharma. Sostanzialmente ero molto infelice per la mia situazione lavorativa. Svolgevo una mansione che mi andava stretta, mi sentivo spesso trattato con sufficienza. Per di più lavoravo in un contesto disorganizzato e chi "gerarchicamente" stava in basso come me pagava il prezzo più alto, sopratutto in termini di fatica e carichi di lavoro. Ciò mi ha sempre provocato una grande sofferenza, oltre che un enorme senso di insoddisfazione e tutto ciò si riversava anche nel privato, sopratutto verso moglie e figli. D'altra parte tutta questa insofferenza ed insoddisfazione fu determinante a convincermi a riprendere gli studi. Ciò mi ha permesso di passare di livello, cambiare ambito lavorativo e realizzarmi pienamente dal punto di vista professionale. Ecco quindi il nocciolo della questione: quando leggo gli insegnamenti rispetto il fatto di lasciare andare e accettare la sofferenza, penso a questi principi applicati alla mia vecchia situazione lavorativa e non capisco qual è il confine tra il lasciare andare e la passività. Se l'applicazione degli insegnamenti buddhisti mi ha aiutato enormemente su tantissimi questioni esistenziali e di vita, su questo specifico caso a volte penso che mi avrebbe frenato.Questo esempio potrebbe essere applicato ad altri contesti chiaramente, quindi immagino di non essere il primo a essersi posto queste questioni che sicuramente saranno già state discusse. Spero di essere staro chiaro. Un abbraccio sincero a tutti.
     
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    Ciao
    Ti rispondo per quella che è la mia opinione, per cui senza pretese.
    "lasciare andare e accettare la sofferenza" non vuol dire accettare passivamente quel che viene, e morta lì. Se perdi l'equilibrio cerchi di non cadere, se ti arriva un tram in faccia cerchi di scansarti, se incontri qualcuno in difficoltà lo aiuti, se vivi una condizione insoddisfacente cerchi di migliorare.
    Seguire la via imho non vuol dire sorridere, obbedire passivamente ai precetti e essere utili servi di qualche prete.
    Non ci viene detto di accontentarci, perchè "tanto è il migliore dei mondi possibili".
    Lasciare andare è un movimento interiore, vuol dire cercare di fare in modo che sensazioni/condizioni/cose/percezioni/ecc.. non possiedano il nostro tempo, certo nei limiti delle nostre imperfezioni, mancanze, nel confine del nostro errore. Lasciare andare ci aiuta a agire, non ci rende passivi, è quell'abitudine a non considerare fondante qualcosa, a non aggrapparsi a qualcosa.
    Il confine tra il lasciare andare e la passività, non c'è: perchè sono due cose diverse, come chiedersi quel è il confine tra un trapano e una pozzanghera.
    Putroppo possiamo solo usare il linguaggio che abbiamo, perciò "lasciare andare" è frainteso.

    ... questo sempre solo secondo me che non posso insegnare niente a nessuno ...

    Quanto e come impegnarsi sta nella responsabilità di ciascuno.
     
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    Grazie Warmbeer, ti sei spiegato perfettamente e accolgo ben volentieri il tuo punto di vista. Tra l'altro le questioni che ho posto valgono da puro esercizio intellettuale, anche perché non è certo con un titolo di studio che si è esaurita la volontà di migliorarmi, nel lavoro come negli altri campi, anche ora che applico (o meglio, cerco di applicare) gli insegnamenti del dharma. Quindi nella pratica continuo, come dici tu, ad evitare re di essere maciullato dal tram. Grazie
     
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    Tutti "si cerca di", anche quelli più sgamati di noi. :beer2: e auguri per il futuro!
     
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    Anche a te! Cheers!
     
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    signor no
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    accettare il presente (accogliere direbbe qualcuno) e' il meccanismo che permette la trasformazione prima interiore e poi esteriore ,ovvio che non si sta a subire le situazioni in generale ,ma il meccanismo e' interiore ...
    su questo punto di vista lavorano anche le correnti esoteriche del buddhismo ,la trasformazione delle energie ...
    sulle risposte automatiche di avversione /desiderio ,afflizione/esaltazione di cui parla il buddhismo ,e su alcuni esercizi ,ci sono scritti interessanti anche di Gurdjeff sulla macchina biologica
     
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21 replies since 4/2/2023, 14:19   293 views
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