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Asserire "è colpa mia" come regola non va bene, è miope, non è costruttiva, e non estingue proprio nulla, anzi. 
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.Asserire "è colpa mia" come regola non va bene, è miope, non è costruttiva, e non estingue proprio nulla, anzi.
È solo un atto di consapevolezza, non avversione per se stessi. Se tu pianti cavoli sperando di raccogliere pomodori e poi ti arrabbi, di chi è la "colpa"? Il fatto che tu non sapessi la differenza tra la pianta di cavoli e quella pomodori non significa che sia "colpa" di qualcun altro. Il karma così funziona, almeno questo ho capito dalle decine e decine di libri e Sutra che ho letto e studiato approfonditamente. Se non è così mi dovrò convertire a qualche altra religione, esempio l'Islam, e dare meriti a Dio e colpa (questa vera) a me di non aver avuto fede in Lui.
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Il fatto che tu scriva abbia letto decine di libri non impressiona molto. Non lo dico per sminuirti, però proprio la tradizione (oltre che il buon senso) suggerisce che non basta.
Comunque: con che regola si decide cos'è bene e cos'è male? non c'è un dio-karma che moralmente decide chi è santo e chi dannato, e poi ti colpisce o ti premia, non funziona così,
poi non è vero che tutto quello che capita è "colpa" di qualcuno, succede e basta, ha le sue cause e condizioni, complesse.
Ma siamo ot, sul karma ci sono altri thread
Il punto del topic è come agire: darsi la colpa non risolve niente, i problemi e gli atteggiamenti rimangono tali. Capire quando tacere, quando parlare ... quando fare valere la propria posizione e quando soprassedere ... Ecc ecc
Se l'unica cosa da fare fosse darsi la colpa sarebbe ben poca cosa. -
.Il fatto che tu scriva abbia letto decine di libri non impressiona molto. Non lo dico per sminuirti, però proprio la tradizione (oltre che il buon senso) suggerisce che non basta.
La tradizione parla chiaramente del veicolo degli sravaka, ossia dei semplici uditori.CITAZIONE...Comunque: con che regola si decide cos'è bene e cos'è male?...
Nel Satipatthana Sutta il Buddha suddivide le sensazioni di varia origine in tre tipi, piacevoli, spiacevoli e neutre. Mi pare un classificazione abbastanza semplice e naturale. Chiaramente in questo caso ci troviamo di fronte ad una spiacevolissima sensazione di natura psicologica causa formazione mentale quella tipa che rompe le scatole.CITAZIONE...poi non è vero che tutto quello che capita è "colpa" di qualcuno...
No, è sempre e solamente "colpa" tua.CITAZIONE...Capire quando tacere, quando parlare ... quando fare valere la propria posizione e quando soprassedere ... Ecc ecc...
Mi pare ovvio che l'unica cosa da fare in questo caso sia mantenere la calma evitando atteggiamenti di cui presto ci si potrebbe pentire, in quel caso si che nascerebbe un vero e proprio senso di colpa. L'unico che potrebbe comportarsi diversamente è il bodhisattva il quale, dall'alto della sua saggezza, ha anche licenza di uccidere qualora questo possa servire per il bene altrui.. -
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Ti rispondo come per l'altro topic ...
della via dello shravaka vedi di la'...confondi l' avversione o il desiderio causate dalle sensazioni di una situazione, con la ricerca di un comportamento costruttivo per tutti gli attori in quella situazione e non di un comportamento che elimini il disagio personale e basta ...
il concetto di colpa non esiste pari pari nel buddhismo ,puo' esistere una visione che dice che tu nel tuo karma hai cause di un certo tipo e percio' ti capitano cose di un certo tipo ...ma come ho gia' detto la teoria del karma e' molto complicata ,variegata e a tratti contraddittoria ...ma il ogni caso "la colpa e' tua" non esiste
sulla licenza di uccidere sorvolo ...
ti consiglio di provare a frequentare un sangha con uno o piu' maestri solidamente radicati nella tradizione che preferisci per evitare avvitamenti a spirale alimentati da letture maldigerite. -
....ti consiglio di provare a frequentare un sangha con uno o piu' maestri solidamente radicati nella tradizione che preferisci per evitare avvitamenti a spirale alimentati da letture maldigerite
Provi avversione nei miei confronti, poni te stesso superiore dimostrando attaccamento al tuo ego, non sei equanime, non vedi in me (e probabilmente negli altri) tuoi eguali. Al contrario io accetto le tue osservazioni e cercherò di informarmi meglio, la prossima volta dirò solo quello di cui sono certo, come d'altronde ho sempre fatto.. -
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tralascio il fatto che la stai gia' mettendo sul personale ...
ti ho dato un consiglio ragionevole che ho seguito in prima persona io stesso per lungo tempo ...e te lo ho dato con gentilezza
prima argomentando sulle idee proposte
poi non mi sento superiore ne a te ne ad altri ma sono uno dei moderatori (anche se il lavoro lo fa tutto Warmbeer) e posso invitarti a non esprimere idee personali proponendole come dharma buddhista. -
....posso invitarti a non esprimere idee personali proponendole come dharma buddhista
Quello che scrivo sono sempre idee personali, mai Dharma, io non sono nessuno, mi pare ovvio. Ma non sono ne più e ne meno degli altri, il cui confronto non può che giovare a tutti quanti.. -
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nessuno di noi e' nessuno...sia chiaro...men che meno i moderatori ...
pero' per una discussione che sia di beneficio a tutti si deve partire da una aderenza al Dharma e non da cose buttate li
poi si puo' discutere ,perche' ognuno capisce le cose a modo suo, e la discussione e il confronto possono giovare a tutti
se tu rispondi con affermazioni assolutistiche ( e quantomeno opinabili o imprecise ) sembra che tu le proponga come un insegnamento che arriva da qualche tradizione riconosciuta e non come tua idea personale
spero di essermi spiegato. -
.nessuno di noi e' nessuno...sia chiaro...men che meno i moderatori ...
pero' per una discussione che sia di beneficio a tutti si deve partire da una aderenza al Dharma e non da cose buttate li
poi si puo' discutere ,perche' ognuno capisce le cose a modo suo, e la discussione e il confronto possono giovare a tutti
se tu rispondi con affermazioni assolutistiche ( e quantomeno opinabili o imprecise ) sembra che tu le proponga come un insegnamento che arriva da qualche tradizione riconosciuta e non come tua idea personale
spero di essermi spiegato
No, non ti sei spiegato. Io dico quello che voglio soprattutto quando sono sicuro di non fare male a nessuno, quello che dico è mio e proviene da me, e sono sicuro che così facendo offro spunti di riflessione a chi legge. Non sto qui a ripetere quello che sta scritto paro-paro nei libri e soprattutto non linko Wikipedia. Spero sia chiaro.. -
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Siete già andati avanti, spero di non ripetere troppo. Sempre IMHO Il fatto che tu scriva abbia letto decine di libri non impressiona molto. Non lo dico per sminuirti, però proprio la tradizione (oltre che il buon senso) suggerisce che non basta.
La tradizione parla chiaramente del veicolo degli sravaka, ossia dei semplici uditori.
e dice anche chiaramente che gli uditori non possono essere di aiuto ad altri e che a loro occorrono comunque "altri ritorni" prima di ...
Poi il rifugio è triplice, nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha e questo per me risuona parecchio
Infine il Buddha stesso ha suggerito di non basare la propria direzione col sestante di tradizione, testi sacri, maestri
Ma soprattutto in qualsiasi tradizione vengono indicate come fondamentale le pratiche buddhiste
Devi guardare le cose nell'insieme.
Su un piano "convenzionale" esistono Pasquale e Warm, distinti tanto bene che "non riescono a passarsi neppure una scoreggia" (cit.).
Su questo piano se una persona viene resa schiava non è colpa sua, se una donna viene violentata, non è colpa sua, se una persona nasce sordocieca non è colpa sua. Ecc ecc
Su questo piano se tu mi tratti male senza motivo, devo capire se e come farti capire il mio punto di vista:
"se" perchè potrebbe non essere possibile e potrebbe solo peggiorare la situazione
"come" per decidere le modalità di interazione.
Su questo piano se tu compi una azione cattiva tu ne sei responsabile e tua è la colpa, non certo chi la subisce.
Su un altro piano
Per dirla alla zen, parafrasando "io non sono lo specchio, ma lo specchio è certamente me"
Tutti esistiamo come relazione, per cui non c'è quel "chi" può essere oggetto delle conseguenze del karma
Questo non vuol dire che non ci siano sofferenza e dolore e che non ci sia "chi" ne fa esperienza.
E neanche che non ci sia una coseguenza per le nostre azioni, intenzioni pensieri ecc.
La via di mezzo vuol dire evitare eternalismo e nichilismo. La salvezza non viene nè da noi stessi, nè da un divino oltre noi.
sabbe dhammā anattā significa "Tutti i fenomeni condizionati sono non-sé"
La via che cerchiamo di seguire non ci conduce belli e santi e alti e e snelli ad una purezza cristallina eterna, ma fa sbocciare la vita per come riusciamo a renderla piena (il fiore loto) in quel che c'è (il fango)
La questione della colpa / punizione è un retaggio del pensiero in cui tutti siamo stati immersi fin da piccoli, di un giudice (dio. karma o quel che vuoi) che decide cos'è vero e giusto e da a tutti quel che si merita
A me una versione simile mi sembra "panteista" più che buddhista (non tu, ma la questione come mi sembra di capire da quello che scrivi)
Però tra il dire e il fare .... io cammino ancora nel samsara (non so te), e quando picchio il pollicione sullo spigolo del comodino sto ancora qui a smoccolare...
il bodhisattva il quale, dall'alto della sua saggezza, ha anche licenza di uccidere qualora questo possa servire per il bene altrui.
quello è James Bond, ti sei confuso.
... spero tu ti sia solo espresso male. -
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Nel pieno delle situazioni difficili che ci possono essere anche per me è arduo avere compassione, sia per gli altri che per me stesso, però mi piace rendermi conto che è quello che voglio davvero nel mio cuore. Quindi cerco di abituarmi a ri-cor-darmene, forse un giorno la cosa mi diventerà più veloce, automatica . -
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Con l'età (parlo per me) diventi più ruvido, le cose ti scivolano meno addosso, ci devi mettere più impegno. . -
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Mi è venuto in mente che con l'età si perde elasticità fisica e probabilmente anche interiore. Tuttavia l'età può portare anche maggiore esperienza ed automatismo e credo che la compassione possa essere coltivata ripetutamente. .
Compassione? Un attimo di incertezza |
