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Got ignorance?Uncertainty is an uncomfortable position. But certainty is an absurd one.
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Il guaio dell'OT non è tanto l'OT in sé ma che anche volendo fare un fork i rami risultanti spesso risultano monchi. Però ci sta, diversamente è tutto ingessato, noioso e mancherebbe l'occasione di divergere su argomenti interessanti. . -
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Sì in effetti hai ragione . -
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Secondo me sulle anime forti che nascono dalle ceneri della sofferenza , forse la domanda originaria intendeva la sofferenza può realizzare la via? Secondo me se si parla, intende sofferenza personale credo di no, se si intende la sofferenza altrui , delle altre persone e si sente questa sofferenza come propria credo di sì , può aiutare a realizzare la via. Le cose complicate bisogna renderle semplici, buona serata 🙋 . -
Sukkiri.
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Quindi, se ho capito bene: il soggetto A perde un figlio, ma siccome è una sofferenza sua personale da quelle ceneri non può sorgere nulla di buono tanto meno la comprensione della Via, ma se invece il soggetto A soffre perché il soggetto B perde un figlio, allora da quell’empatia può sorgere qualcosa di buono, soprattutto la comprensione della Via.
Dimmi che ho capito male, ti supplico.. -
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Non ho detto che non può sorgere nulla di buono nella propria sofferenza intesa personale, sicuramente la comprensione della via sarà ancora legata all ego, un genitore soffre perché suo figlio è morto, sicuramente dal legame affettivo egli soffre sia per sé che per lui, quindi in queste situazioni la sofferenza è veicolo , mezzo di possibile comprensione della via , perché ci colpisce da vicino, perdiamo una persona cara e cerchiamo in qualche modo di ricordarla con azioni buone, è una cosa buona . Ma difficilmente chi perde una persona cara ,se non ha già intrapreso la via , cioè il buddhismo si metterà a recitare sutra. È più facile che chi si approccia al buddhismo perché sente la sofferenza altrui e cerchi un mezzo per estinguerla sia in grado di raggiungere livelli superiori di comprensione, perché inizia con un concetto molto vicino alla legge del Buddha, poi certo ci vuole tempo e buona pratica e un buon maestro, ecco credo sia così , magari sbaglio , era un mio pensiero. Buona serata . -
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Non ho detto che non può sorgere nulla di buono nella propria sofferenza intesa personale, sicuramente la comprensione della via sarà ancora legata all ego, un genitore soffre perché suo figlio è morto, sicuramente dal legame affettivo egli soffre sia per sé che per lui, quindi in queste situazioni la sofferenza è veicolo , mezzo di possibile comprensione della via , perché ci colpisce da vicino, perdiamo una persona cara e cerchiamo in qualche modo di ricordarla con azioni buone, è una cosa buona . Ma difficilmente chi perde una persona cara ,se non ha già intrapreso la via , cioè il buddhismo si metterà a recitare sutra. È più facile che chi si approccia al buddhismo perché sente la sofferenza altrui e cerchi un mezzo per estinguerla sia in grado di raggiungere livelli superiori di comprensione, perché inizia con un concetto molto vicino alla legge del Buddha, poi certo ci vuole tempo e buona pratica e un buon maestro, ecco credo sia così , magari sbaglio , era un mio pensiero. Buona serata
Mah mica è detto .. prima.. dopo... io ... un altro... boh troppa roba.
C'è chi si avvicina alla via da vecchio, e diventa difficile pensare che non abbia già sofferto in abbondanza.
Difficile è difficile comunque.
Il cammino è sempre individuale.
Come dici tu ci vogliono tempo e pratica. Ma mai fossilizzarsi/aggrapparsi alle convinzioni e credenze.. -
Sukkiri.
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CITAZIONEquindi in queste situazioni la sofferenza è veicolo , mezzo di possibile comprensione della via , perché ci colpisce da vicino, perdiamo una persona cara e cerchiamo in qualche modo di ricordarla con azioni buone, è una cosa buona . Ma difficilmente chi perde una persona cara ,se non ha già intrapreso la via , cioè il buddhismo si metterà a recitare sutra
Ciao Massimiliano, pensiero interessante che condivido in parte. Ho conosciuto nei centri molte persone che si sono avvicinate al buddhismo solo dopo una grande sofferenza. Però io di solito sconsiglio intraprendere percorsi religiosi dopo grandi dolori: non ci sono fondamenta solide e ritengo sia meglio aspettare.CITAZIONEÈ più facile che chi si approccia al buddhismo perché sente la sofferenza altrui e cerchi un mezzo per estinguerla sia in grado di raggiungere livelli superiori di comprensione, perché inizia con un concetto molto vicino alla legge del Buddha, poi certo ci vuole tempo e buona pratica e un buon maestro, ecco credo sia così , magari sbaglio , era un mio pensiero.
Certo. Come ho scritto sopra, credo che l'approccio al buddhismo sia più sincero e solido se effettuato consapevolmente e in un periodo della propria vita "sereno".. -
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urca, 5 pagine per un topic uscito così di getto .