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Da quando ho abbracciato la vita religiosa, nascondendomi al mondo , guardando la bellezza della natura , credendo di trovare il nirvana, pensando che tutti gli esseri potessero distogliermi dalla via, mi sono accorto della egoismo del mio essere. Ho rinunciato ad aiutare gli altri, mi sono chiuso in me stesso , guardando i fenomeni e le sofferenze altrui come malattia per il mio essere, ma chissà perché non sono ancora diventato un Buddha, (Massimiliano) 
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Abbracciare la vita religiosa può includere una relazione con "il mondo".
Come "si traduce" il termine "mondo" ?. -
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e' una cosa quantomeno curiosa che ti sia nascosto al mondo visto che mi pare di avere capito che avevi studiato il Sutra del Loto ,il picco dei sutra Mahayana ... dove si predice l' illuminazione di tutti i tipi di esseri tranne gli arath che lasciano l' assemblea per l arroganza della loro presunta comprensione della Via ...gli arath erano i tradizionalisti che vivevano fuori dal mondo seguendo molteplici precetti . -
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Forse mi sono espresso male , ma non sono io che mi sono nascosto, mi riferivo alla autore della poesia o pensiero. E a chi crede che questo sia un concetto di buddhismo, io lo trovo solo molto legato all io, inteso egoistico. Mondo è inteso come concetto in cui viviamo, ci relazionano, ma non intendevo io come uscito dal mondo, non si può nascondersi, ritirarsi in un in luogo isolata e credere che tramite le pratiche illusorie siamo diventati Buddha. Lo si può fare quando sei all inizio della via , ma sempre aiutato da un maestro, anche se ci sono eccezioni. Il Buddha ha creato la meditazione , il Dharma come un modo per conseguire il risveglio, finché si è legati ad essi non si prosegue sulla via. Visto che parlavo di rane, ora parlo di un fiume, la meditazione , i sutra , le poesie, la stessa legge del Dharma è solo un illusione creata per raggiungere la a tra sponda del fiume, fatto questo bisogna lasciare queste pratiche . Raggiunto l altra sponda del fiume si avrà realizzato la vera intenzione del Buddha, realizzato questo è l azione altruistica che determina l uscita dalle illusioni e la vera consapevolezza, ciao buona serata a tutti 🙋🌈 . -
Sukkiri.
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criticare Komo no Chomei senza sapere nemmeno chi è, senza aver letto nemmeno un suo testo ... è tipico dei neo-illuminati ...
a questo punto cito quel pazzo di Linji:
... e cose come i Tre Veicoli e le Sacre Scritture non sono altro che carta igienica con cui pulirsi il culo. Il Buddha è un fantasma... siete nati da una donna, non è vero? finché cercherete il Buddha, finché cercherete qualsiasi cosa, continuerete comunque a soffrire. Molto meglio non fare nulla.
quindi avanti tutta, un bel sonnellino, senza far nulla e godiamoci la vita , magari con una bella birra
Edited by Sukkiri - 4/5/2021, 21:30. -
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Ognuno intende in base al suo livello di saggezza, ognuno può pensare, credere di essere ciò che vuole, tra le frasi l illuminato coglie l essenza della verità, da un gesto capisce i fenomeni legati ad una persona, perché la sua visione va al di là di come vede una persona , perché la sua visione è la visione del Buddha. Perciò io comprendo anche da una frase detta in un forum come è una persona ed il suo livello di saggezza. Ma questo è un mio pensiero , buona serata, . -
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Massimiliano, secondo me tu ci tiri in giro. E noi ci cadiamo come allocchi. Capisco che sei preso dall'entusiasmo, però dai... Fai sul serio? . -
Sukkiri.
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Warm è un troll, è ovvio! ... Zero msg sul forum e dal nulla manda un mp con autodichiarazione di illuminazione e giudicando un soggetto (me) e la mia pratica (manco sa chi sono). L’mp finisce dandomi consigli su come risolvere i miei koan esistenziali e come praticare. 
Gli ho risposto citando Ikkiu Sojun e si è pure incazzato
Massimiliano te lo ripeto: il buon Ikkiu Sojun affermava:
tutti i koan ti prendono soltanto in giro, ma non la deliziosa passera delle giovani fanciulle a cui la lecco.
Quindi il tuo koan è smetterla di prenderci in giro.
Ps: ricordo che questa frase di Ikkiu è contenuta nella sua famosissima raccolta di poesie zen Nuvole Vaganti, tradotte in moltissime lingue e studiate a livello accademico in moltissime università, cosi come le poesie del VI Dalai Lama.. -
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Massimiliano, magari sei in buona fede, ma fai (puoi fare) dei danni terribili. Non giudico la pratica di un altro, ma fai attenzione: quello che esponi è un mix di mille letture senza relazione. Così sono solo parole. Non ribadire la convinzione di essere un illuminato, ma continua a verificare, che è fin che mai. . -
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“Poiché se n’è andato il nobile amico, l’oscurità oramai si distende!”
Ricordo questa cupa sensazione nel cuore in circostanze in cui irruppe la improvvisa consapevolezza di un luttuoso “mai più”.
Quella amata persona era morta, mai più l’avrei rivista.
I seguenti versi, così umanamente toccanti, sono attribuiti ad Ananda, monaco, attendente del Buddha, oltre che suo cugino, quando seppe della morte dell’amico Sariputra, il più profondo dei discepoli del Buddha.
Ananda si illuminò solo dopo la morte anche del Buddha stesso.
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“Non traspaiono più le regioni del cielo, non splendono più per me i dhamma,
Poiché se n’è andato il nobile amico, l’oscurità oramai si distende!
Dipartito il compagno, andatosene oramai il Maestro,
Non vi è più un simile amico, così rammemorante circa il corpo e circa l’azione.
I compagni del tempo antico se ne sono andati, quelli del tempo nuovo non sono adatti a me,
Così oggi io sono qui da solo a meditare, come un uccello da nido sotto la pioggia.”
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(Canone buddhista, Classici UTET, primo volume, I canti dei monaci, pag. 666)
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Franco Bertossa (Maestro contemporaneo di meditazione di orientamento buddhista). -
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…Forse la ragione più profonda che ci fa temere la morte è il non sapere chi siamo. Crediamo di essere un’individualità personale, unica e separata; ma, se osassimo esaminarla, scopriremmo che questa individualità dipende da una serie infinita di cose che la sorreggono: nome e cognome, la nostra ‘biografia’, il compagno o la compagna, la famiglia, la casa, il lavoro, gli amici, le carte di credito…
È sul loro fragile appoggio transitorio che costruiamo la nostra sicurezza.
Se ci togliessero tutto questo, avremmo ancora idea di chi siamo veramente?
Privati dei nostri puntelli familiari siamo di fronte a noi stessi: una persona sconosciuta, uno straniero che fa paura e con il quale siamo sempre vissuti senza mai volerlo conoscere realmente.
Non è per questo che riempiamo ogni attimo del nostro tempo di rumore e attività, per noiose e insignificanti che siano, allo scopo di assicurarci di non rimanere mai soli in silenzio con quello straniero?
Sogyal Rinpoche
Fonte: Il libro tibetano del vivere e del morire.. -
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[…] Si fa poesia non pensandoci perchè occorre farla…come avviene non si sa, avviene così d’un tratto […]
Giuseppe Ungaretti (1888 – 1970)
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Manlio Sgalambro, "De Mundo Pessimo"
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Ciascuno deve accorgersi che l’insegnamento di una religione solo per mezzo di regole ed esempi altrui è un imbroglio.
Un insegnamento giusto e corretto si riconosce facilmente.
S’intuisce subito, perché risveglia in te una sensazione di qualcosa che hai.”
“Ogni strada seguita precisamente fino alla sua fine non porta proprio in nessun luogo.
Scala una montagna solo un poco, per verificare che sia una montagna.
Dalla cima di una montagna non puoi vedere che si tratta di una montagna.”
Frank Herbert (1920 – 1986)
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Un saluto a tutti... Buon weekend
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"Soffrire la solitudine è povertà del sè;
vivere la solitudine è ricchezza di sè.
May Sarton.
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