Un'altro testo del maestro Brad Warner: Concentrasi sul vuoto e gli apatosauri...

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    Concentrarsi sul vuoto e gli apatosauri
    Published by Brad on July 13, 2014 | Focusing on Nothingness and Apatosauruses

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    Ecco una variazione sulla domanda che mi si fa più frequentemente. E' un'ottima versione, per cui ci rispondo sul blog:

    “Quando siedo in zazen, se ti vengono pensieri e ti metti a concentrarti su di loro in vece del 'Vuoto', come fai? Lasci i pensieri prendere piena forma o gli respingi prima che abbiano il tempo di diventare concreti? Cos'è più importante: concentrarsi su di essi oppure respingerli subito?”

    Il problema qui è lo stesso che ha avuto ognuno che abbia mai fatto meditazione attraverso tutta la storia. La persona sta paragonando il suo stato in zazen coll'immagine dello stato così come pensa che dovrebbe essere, e ha l'impresssione che lo stato reale suo non è all'altezza dell'ideale suo.

    Il tuo stato reale non sarà MAI all'altezza del tuo ideale.

    Tal'è la natura degli stati idealizzati. E’ un inganno che può fare il tuo cervello. Questi ha un valore pratico grandissimo. I nostri antenati più antichi considerarono i suoi sforzi per ammazzare apatosauri col lanciargli sassi. Si resero conto che quello non funzionava e idearono uno stato idealizzato in cui gli apatosauri potessero venir ammazzati più rapidamente con meno sforzi. Idearono un'arma ideale per ammazzare gli apatosauri, forse sassi puntati legati a grandi bastoni. E così nacque la lancia e si poté ammazzare gli apatosauri con abbastanza efficienza per fare sicché tutta la tribù potesse mangiarsi apatosauro-burgers per mesi interi. Yay!*

    I praticanti della meditazione hanno tutti lo stesso problema di tentare di paragonare il loro stato meditativo reale con il loro stato meditativo ideale. A volte ci si arriva a delle soluzioni brillanti che sembrino fare sicché si realizzi questo stato ideale. Si inventano parole da ripetere, oppure si accendono candele da guardare fissamente, oppure ci si riflette a dei problemi assurdi, oppure concentrano tutta la loro mente sul loro plesso solare, oppure registrano suoni bizzarri per ascoltarli, oppure mettono occhiali scuri idioti con aggiunta di luci colorate… Ci sono migliai di variazioni.

    Tutte fanno lo stesso: fanno sicché certa gente abbia l'impressione di avvicinarsi al loro "stato meditativo" ideale coll'ingannarsi dell'aver raggiunto la sua meta. Ma cosa succede quando si ha raggiunto una meta? Il processo di creazione di idealizzazioni ribatte e crea una visione di uno stato ancora migliore che vorrebbe concedere. Allora si è proprio tornato al punto di partenza.

    Quel che cerchiamo di fare nella pratica dello Zen è totalmente diverso. Nishijima Roshi diceva “dimensionalmente diverso” per sottolineare quanto diverso fosse stato. E' così diverso che potrebbe diffatti stare in una dimensione del tutto diversa della realtà.

    Accontentati di sedere con qualsiasi cosa che spunti. Che corrisponda o meno con la visione idealizzata di cosa dovesse essere la meditazione è del tutto irrilevante. Basta sedere con ciò che si è a quel momento. Se è un sacco di pensieri che prendono forma e diventano concreti, allora sarà quello che si ha in giro per oggi. Siediti con quello.

    In ogni caso, i pensieri non prendono mai forma e mai diventono concreti. Anche quello è un'illusione. E' sempre un processo in corso.

    Quel che faccio quando mi succede questo tipo di cosa è di aggiustare la mia postura.In 30 anni, non mi è mai successo un incidente del tipo in cui mi stavo troppo avvolgendo nelle cose nella mia mente e in cui la mia postura non si era almeno un pochino spostata. Risiediti ritto, lascia cadere le spalle, vedi se il tuo collo non piega in avanti o indietro. Bilanciati un po' e riscopri il tuo punto di equilibrio se c'è ne bisogno. Poi riprendi.

    Non c'è nessun bisogno di focalizzarsi sul "vuoto". Non c'è nessun bisogno di fare della tua mente un encefalogrammo piatto. Kodo Sawaki diceva che l'unico momento in cui abbiamo un encefalogrammo piatto è quando siamo morti. Non c'è bisogno di andare a caccia di uno stato ideale e perfetto di zazen perchè quel stato perfetto è nient'altro che un altro pensiero inutile creato dal tuo cervello. Non ci fare più caso che lo faresti a qualsiasi altro pensiero casuale.

    * Sono ben cosciente del fatto che l'ultimo apatosauro è morto qualche 100 milioni di anni prima che fosse nato il primo essere umano. Oppure???
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    Grazie Yudo. Mi viene in mente che sarebbe veramente insopportabile se dovessi scoprire di non meditare in maniera sbagliata, in cos'altro potrei sperare?
     
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