Consapevolezza Non Selettiva - Chiedo aiuto per la pratica

Richiesta di aiuto ed istruzioni per la pratica della "Consapevolezza non selettiva" o "Choiceless Awareness"

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Eckhart
     
    .

    User deleted


    Buongiorno a tutti.

    Se ci fosse qualche maestro o praticante esperto in ascolto, avrei bisogno di alcuni chiarimenti “tecnici” circa la pratica della “Choiceless Awareness" o "Consapevolezza non Selettiva" (a volte anche detta “senza oggetto prestabilito” o “senza scelta”, per intenderci).

    Piccola premessa: da più di due anni pratico meditazione secondo la Tradizione della Foresta, ma ravviso diversi problemi, soprattutto nelle pratiche di concentrazione.

    Nello specifico: le pratiche concentrative preliminari imperniate sul respiro mi causano quasi sempre fastidiosi mal di testa (dolore particolare nei pressi della zona dell'occhio sinistro).
    Ho provato vari punti sui quali concentrarmi: dalle narici (punto per me definitivamente out, viste le feroci cefalee causatemi) all'addome, al petto, sino all'area più vasta del corpo.
    Purtroppo dopo un po', chi più, chi meno, tendono tutti a procurarmi i dolori di cui sopra.

    Non riesco altresì a praticare come spesso viene comunemente insegnato: e cioè inizialmente concentrandosi su un punto particolare per poi, preso atto dell'eventuale distrazione esterna presentatasi,
    ritornare continuamente sull'oggetto primario (soprattutto, ad esempio, in presenza di rumori disturbanti e continuativi di sottofondo): lo trovo difatti forzoso e frustrante. E, alla fine, non riesce a darmi la calma che le pratiche concentrative dovrebbero produrre come base iniziale sulla quale far perno per poi proseguire nella pratica vera e propria di Visione Profonda.

    E' probabile che, lo sforzo prodotto dal cercare continuamente di tornare su un punto prestabilito, produca gli effetti fisici e mentali indesiderati (mal di testa, frustrazione, nervosismo).
    E' altresì probabile che per me il respiro non sia affatto l'oggetto migliore sul quale poter basare una pratica di concentrazione preliminare.

    Tengo a specificare che, nel corso del tempo, oltre a sondare vari punti del corpo nel quali prendere consapevolezza/seguire silenziosamente il respiro, ho anche successivamente provato ad accompagnare la respirazione con il mantra “Buddho”, le parole “dentro-fuori”, e il conteggio dei numeri.

    Preciso inoltre (qualora dovesse tornare utile per valutare meglio la situazione), che ho provato a praticare sia ad occhi chiusi che semichiusi (sguardo riposato, come in zazen) e che la posizione assunta è la birmana.

    Alcuni praticanti più esperti di me mi hanno consigliato, appunto, la pratica della consapevolezza non selettiva come più adatta alle mie inclinazioni personali e mentali.
    Purtroppo, però, per una serie di motivazioni, non riescono a guidarmi tecnicamente nell'esecuzione della stessa.

    Più nello specifico: spiegare la pratica semplicemente dicendo “lascia andare tutto, apriti e stai con il fenomeno che si manifesta” è per me un'istruzione "fumosa", che può voler dire tutto e assolutamente niente.
    Il che, sinceramente, non mi aiuta affatto nell'esecuzione.

    Di fatto non capisco cosa, tecnicamente, uno debba fare.
    Quali sono, insomma, i passaggi CONCRETI da seguire.
    Se è necessario uno sforzo, che tipo di forzo è, e COME, in pratica, viene messo in atto?

    Da quel che ho capito, bisogna porsi in una posizione di osservatore. Osservare ciò che si presenta.
    C'è dunque da porre un distacco voluto (frutto di sforzo) tra noi (osservatore) ed il fenomeno che si presenta?

    Lo chiedo perchè taluni dicono di “abbandonarsi”, altri di lasciar “scorrere le cose” (come farlo, poi, non mi è chiaro.
    E questo lasciar scorrere, implica un certo distacco tra noi ed il fenomeno?).
    Altri, invece, più esplicitamente consigliano di porre in essere una certa “vigilanza” che produca un distacco tra noi.
    Esattamente, però, come ci si arriva?

    Sul sito del monastero Santacittarama, la pratica è descritta, ma si danno poche istruzione tecniche (almeno per il mio livello di comprensione) sul come realizzare questa “osservazione distaccata” :

    http://santacittarama.altervista.org/medit...e.htm#SOSTENERE

    Nel brano si dice:

    “Questa pratica dell''attenzione pura' si presta bene all'osservazione dei processi mentali. Oltre a osservare i particolari 'ingredienti' della mente possiamo rivolgere l'attenzione alla natura del contenitore. Per quanto riguarda i contenuti mentali, gli insegnamenti buddhisti mettono in rilievo soprattutto tre semplici e fondamentali caratteristiche.”

    Ok. Ma a me pare che “osservare i particolari 'ingredienti' “ o sondare “la natura dei contenuti mentali“ comporti non solo un'attenzione intuitiva (e come ci si arriva?), ma anche un certo grado di “elucubrazione mentale” che però, a quanto mi consta, dovrebbe invece essere assente in meditazione.

    Chiedo pertanto l'aiuto di chiunque nel forum sia esperto di tale pratica (non ho purtroppo maestri in carne ed ossa di tale approccio a cui poter fare riferimento).
    Sarebbe possibile avere indicazioni chiare e tecnicamente dettagliate su come arrivare alla corretta esecuzione di questa pratica (COSA bisogna fare e, soprattutto, COME farlo)?

    Oramai non so più che pesci prendere e spero davvero che qualcuno possa aiutarmi:
    non voglio abbandonare la pratica, ma non riesco davvero più a capire cosa fare.

    Vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione e per la cordiale ospitalità.

    Con Metta.

    P.S.
    Spero che la sezione nella quale ho postato sia quella appropriata per l'argomento.
    In caso contrario, domando scusa e chiedo gentilmente agli amministratori di spostare la conversazione.
     
    Top
    .
16 replies since 1/7/2014, 12:45   485 views
  Share  
.