Recitare mantra

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  1. Abicetta
     
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    “Una tecnica meditativa molto usata nel Buddismo tibetano utilizza il suono di un mantra per unificare la mente. La parola mantra significa cio’ che protegge la mente. Un mantra è ciò che protegge la mente dalla negatività, o che ci protegge dalla nostra stessa mente.

    Quando siamo nervosi, disorientati o emotivamente fragili, cantare o recitare un mantra con ispirazione puo’ cambiare radicalmente lo stato mentale, trasformandone l’energia o l’atmosfera. Com’è possibile? Il mantra è l’essenza del suono, l’incarnazione della verità sotto forma di suono. Ogni sillaba è intrisa di potere spirituale, condensa una verità spirituale e vibra della benedizione della parola dei Buddha.

    Si dice inoltre che la mente cavalca l’energia sottile del respiro, il prana, che attraversa e purifica i canali sottili del corpo. Mentre cantiamo un mantra, carichiamo il respiro e l’energia con l’energia del mantra, intervenendo direttamente sulla mente e sul corpo sottile”.
    - (Sogyal Rinpoche)
     
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  2. MrZanzibar
     
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    con una mente concentrata un mantra può far miracoli :B):
     
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  3. dianabluda10
     
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    Non penso siano nulla piu di cantilene che ripetute per piu volte stimolano la mente a dissociarsi dai pensieri; piu o meno come quando ci si mette a cantare una canzone per distrarci dalle preoccupazioni... e con una buona dose di autosuggestione puo essere che sollecitino alcune ghiandole a produrre endorfine che danno una sensazione di benessere.
     
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  4. Abicetta
     
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    CITAZIONE (dianabluda10 @ 14/7/2011, 14:12) 
    Non penso siano nulla piu di cantilene che ripetute per piu volte stimolano la mente a dissociarsi dai pensieri; piu o meno come quando ci si mette a cantare una canzone per distrarci dalle preoccupazioni... e con una buona dose di autosuggestione puo essere che sollecitino alcune ghiandole a produrre endorfine che danno una sensazione di benessere.

    Non si tratta solo di sensazioni. C'è una reale trasformazione che può essere più o meno manifesta a seconda della concentrazione e dell'apertura mentale di chi pratica.
     
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  5. MrZanzibar
     
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    CITAZIONE (dianabluda10 @ 14/7/2011, 14:12) 
    Non penso siano nulla piu di cantilene che ripetute per piu volte stimolano la mente a dissociarsi dai pensieri; piu o meno come quando ci si mette a cantare una canzone per distrarci dalle preoccupazioni... e con una buona dose di autosuggestione puo essere che sollecitino alcune ghiandole a produrre endorfine che danno una sensazione di benessere.

    sò dici te....... :rolleyes:
     
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  6. dianabluda10
     
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    CITAZIONE (MrZanzibar @ 14/7/2011, 23:27) 
    sò dici te....... :rolleyes:

    Non voglio offendere o sminuire nessuna tradizione, tuttavia spesso vado in contrasto con questo ordine di idee suscitando inutili polemiche non volute ne dovute. Tuttavia ho una visione del Dharma estremamente "fisica" che si limita agli insegnamenti di Sakyamuni senza divagazioni "mistiche" ( metto le virgolette sempre per non cercare di offendere ). Oltretutto, di quello che Sakyamuni ha tramandato, scarto anche le cose che si è trascinato dietro dall'Induismo ( lo fece sospettare lui stesso che il suo insegnamento fu un po corrotto... se ricordate l'esempio dei bambini nella casa in fiamme ).
    Questo è il mio pensiero e non posso fare a meno di dirlo, sempre in rispetto delle credenze degli altri.
    :;namaste:
     
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    Buddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centriBuddhismo, Buddhadharma, Buddha, Zen, Dzogchen, Soen, meditazione, Mahayana, Vaijrayana, Theravada, sesshin, ritiri, centri

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    E' importante capire che qui si esprimono opinioni per cui - entro certi limiti - nessuno si dovrebbe sentire offeso, soprattutto se viene espresso ben chiara il concetto che si esprime un concetto che vale "per se stessi" e non è verità assoluta o giudizio nei confronti di. Poi più che di credenze, sarebbe meglio parlare di esperienze, no? Cioè uno viene a sapere di una cosa, la prova, la verifica e agisce di conseguenza, non è che ci si decide un bel momento "adesso credo in .... e per me è così".

    Sono convinto che sia un peccato ridurre la pratica ad una questione "fisica" punto preso, o in senso più allargato ridurre la pratica in generale a quanto ci è più consono, a quanto ci pare essere o che vorremmo sia.
    Ci viene proposto un metodo, scegliamo di farvi affidamento, pratichiamo e verifichiamo. Porsi a prescindere nella condizione di "conoscere già" ci preclude un sacco di occasioni, un sacco di spazio, di strada.

    Nonostante io abbia un approccio "razionale" alla pratica, rilevo però che spesso ho avuto torto. Per cui sto cambiando un po' il modo di.
    La recitazione dei mantra in forme diverse credo sia presente in tutte le tradizioni (e forse in tutte le religioni c'è qualche forma simile).
    Secondo me la recita di (mantra, sutra , *) collocandosi all'interno di un metodo ha effetti sperimentati che vanno al di là della stimolazione di qualche ghiandola.
    Voglio dire che andare in montagna non vuol dire soltanto sviluppare i muscoli delle gambe, è come sostenere che farsi una bella camminata ha lo stesso effetto di un elettrostimolatore, o che bisogna misurare la propria massa muscolare prima e dopo per capire se è stata una bella arrampicata. La pratica coinvolge l'intero "me", non posso razionalizzare completamente qualcosa che mi introduce ad una esperienza e trasformazione non razionale. Chiaramente è un opinione personale, e da praticante zen.
     
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  8. MrZanzibar
     
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    CITAZIONE (dianabluda10 @ 15/7/2011, 03:15) 
    CITAZIONE (MrZanzibar @ 14/7/2011, 23:27) 
    sò dici te....... :rolleyes:

    Non voglio offendere o sminuire nessuna tradizione, tuttavia spesso vado in contrasto con questo ordine di idee suscitando inutili polemiche non volute ne dovute. Tuttavia ho una visione del Dharma estremamente "fisica" che si limita agli insegnamenti di Sakyamuni senza divagazioni "mistiche" ( metto le virgolette sempre per non cercare di offendere ). Oltretutto, di quello che Sakyamuni ha tramandato, scarto anche le cose che si è trascinato dietro dall'Induismo ( lo fece sospettare lui stesso che il suo insegnamento fu un po corrotto... se ricordate l'esempio dei bambini nella casa in fiamme ).
    Questo è il mio pensiero e non posso fare a meno di dirlo, sempre in rispetto delle credenze degli altri.
    :;namaste:

    sisisisisi liberissimo di dire ciò che vuoi.....e chi si sente offeso dalle opinioni altrui dovrebbe praticare di più e leggere di meno :lol:
     
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  9. Abicetta
     
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    CITAZIONE (dianabluda10 @ 15/7/2011, 03:15) 
    Non voglio offendere o sminuire nessuna tradizione, tuttavia spesso vado in contrasto con questo ordine di idee suscitando inutili polemiche non volute ne dovute. Tuttavia ho una visione del Dharma estremamente "fisica" che si limita agli insegnamenti di Sakyamuni senza divagazioni "mistiche" ( metto le virgolette sempre per non cercare di offendere ). Oltretutto, di quello che Sakyamuni ha tramandato, scarto anche le cose che si è trascinato dietro dall'Induismo ( lo fece sospettare lui stesso che il suo insegnamento fu un po corrotto... se ricordate l'esempio dei bambini nella casa in fiamme ).
    Questo è il mio pensiero e non posso fare a meno di dirlo, sempre in rispetto delle credenze degli altri.
    :;namaste:

    Nessuna polemica, solo punti di vista. Nel buddhismo non è solo una questione di credere o meno che le cose siano o funzionino in un certo modo e basta. Esistono tante vie, tanti approcci e tante pratiche davvero molto diverse e c'è chi ne ha sentito solo parlare o ne ha letto nei libri e chi le ha sperimentate e ne ha constatato gli effetti. Quello che voglio dire è che per alcuni si tratta di teoria e quindi di fede per altri si tratta di pratica e quindi di esperienza.
    Ed è giusto rispettare la 'realtà' di tutti senza giudicare troppo in un senso o nell'altro.
     
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  10. Rvinz
     
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    CITAZIONE (warmbeer @ 15/7/2011, 07:54) 
    E' importante capire che qui si esprimono opinioni per cui - entro certi limiti - nessuno si dovrebbe sentire offeso, soprattutto se viene espresso ben chiara il concetto che si esprime un concetto che vale "per se stessi" e non è verità assoluta o giudizio nei confronti di. Poi più che di credenze, sarebbe meglio parlare di esperienze, no? Cioè uno viene a sapere di una cosa, la prova, la verifica e agisce di conseguenza, non è che ci si decide un bel momento "adesso credo in .... e per me è così".

    Sono convinto che sia un peccato ridurre la pratica ad una questione "fisica" punto preso, o in senso più allargato ridurre la pratica in generale a quanto ci è più consono, a quanto ci pare essere o che vorremmo sia.
    Ci viene proposto un metodo, scegliamo di farvi affidamento, pratichiamo e verifichiamo. Porsi a prescindere nella condizione di "conoscere già" ci preclude un sacco di occasioni, un sacco di spazio, di strada.

    Nonostante io abbia un approccio "razionale" alla pratica, rilevo però che spesso ho avuto torto. Per cui sto cambiando un po' il modo di.
    La recitazione dei mantra in forme diverse credo sia presente in tutte le tradizioni (e forse in tutte le religioni c'è qualche forma simile).
    Secondo me la recita di (mantra, sutra , *) collocandosi all'interno di un metodo ha effetti sperimentati che vanno al di là della stimolazione di qualche ghiandola.
    Voglio dire che andare in montagna non vuol dire soltanto sviluppare i muscoli delle gambe, è come sostenere che farsi una bella camminata ha lo stesso effetto di un elettrostimolatore, o che bisogna misurare la propria massa muscolare prima e dopo per capire se è stata una bella arrampicata. La pratica coinvolge l'intero "me", non posso razionalizzare completamente qualcosa che mi introduce ad una esperienza e trasformazione non razionale. Chiaramente è un opinione personale, e da praticante zen.

    :quoto:
     
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  11. dianabluda10
     
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    CITAZIONE (Abicetta @ 15/7/2011, 11:58) 
    Nessuna polemica, solo punti di vista. Nel buddhismo non è solo una questione di credere o meno che le cose siano o funzionino in un certo modo e basta. Esistono tante vie, tanti approcci e tante pratiche davvero molto diverse e c'è chi ne ha sentito solo parlare o ne ha letto nei libri e chi le ha sperimentate e ne ha constatato gli effetti. Quello che voglio dire è che per alcuni si tratta di teoria e quindi di fede per altri si tratta di pratica e quindi di esperienza.
    Ed è giusto rispettare la 'realtà' di tutti senza giudicare troppo in un senso o nell'altro.

    Premetto che la mia non è una presa di posizione, la recitazione del mantra l'ho scartata quando ho visto che non ne avevo benefici, tuttavia a volte ricorro al Kuji che, anche se per il Buddismo è un "incantesimo", io lo vedo come un'auto-ipnosi e qualche beneficio ne ricavo anche se consapevole che si tratta di uno stato autoindotto e alimentato da molta suggestione. Se molti hanno risultati recitando il mantra posso solo dire "beati voi !" :bow: io se non mi metto in pericolo in alta montagna, completamente isolato e così stanco che mi tremano le gambe, non ottengo nulla.

    CITAZIONE (warmbeer @ 15/7/2011, 07:54) 
    ...
    Voglio dire che andare in montagna non vuol dire soltanto sviluppare i muscoli delle gambe, è come sostenere che farsi una bella camminata ha lo stesso effetto di un elettrostimolatore, o che bisogna misurare la propria massa muscolare prima e dopo per capire se è stata una bella arrampicata. La pratica coinvolge l'intero "me", non posso razionalizzare completamente qualcosa che mi introduce ad una esperienza e trasformazione non razionale. Chiaramente è un opinione personale, e da praticante zen.

    :quoto:
     
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  12. Abicetta
     
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    Riporto un estratto dal libro di Jigme Rimpoche "A... come Buddha!" sui mantra che spiega in modo molto semplice il punto di vista del buddhismo tibetano.
    CITAZIONE
    I mantra sono suoni che produciamo con la voce e di cui ci serviamo per mettere la nostra personalità in contatto con uno degli aspetti profondi della nostra vera natura buddhica, allo scopo di consentire a tale aspetto o qualità di venir fuori e manifestarsi attraverso la nostra attività, per il bene di tutti gli esseri senzienti. I mantra sono strumenti di alto sviluppo. Di solito li ripetiamo un gran numero di volte nel corso delle meditazioni e delle pratiche finchè la qualità che vogliamo realizzare comincerà ad agire attraverso di noi.

    ....

    ...Le parole sono formate da lettere, e le lettere non sono altro che forme capaci di catturare su un piano fisico i suoni, che sono fenomeni eterici. Ecco perchè il suono è così importante nella pratica dei mantra. In realtà noi scriviamo delle lettere dell'alfabeto per richiamare i suoni che corrispondono a determinati aspetti dell'energia, che potremmo descrivere come qualità della nostra perfetta natura profonda. Possiamo dunque richiamare la compassione , l'intelligenza, la generosità, la guarigione e così via.

    I medici moderni hanno scoperto da un pezzo il potere del suono: riescono addirittura a distruggere con esso i calcoli biliari. Con il suono si può rendere una persona pazza furiosa e aggressiva, oppure calmarla.
    Il suono è vibrazione, sicchè ogni diversa vibrazione corrisponde ad una diversa qualità di energia. Alla luce di questa conoscenza, spesso gli Occidentali pensano che non riusciranno mai a far funzionare questo nostro sistema, dal momento che la loro pronuncia dei mantra tibetani è quasi sempre diversa da quella che insegnamo loro.

    Per fortuna la capacità che hanno i mantra di richiamare certi aspetti della nostra vera natura funziona malgrado la pronuncia della gente: il suono è molto importante nel mantra, naturalmente, ma ci sono anche altri ingredienti, quali il nostro atteggiamento quando ci serviamo di questo strumento, la nostra fiducia, la nostra intenzione e il senso delle parole che diciamo. Ad esempio il tibetano orale è molto diverso dalla sua forma scritta, che deriva direttamente dal sanscrito, dal momento che i nostri insegnamenti provengono dall'india: questo significa che i tibetani probabilmente hanno avuto le stesse difficoltà a pronunciare il snscrito che hanno oggi gli occidentali quando cercano di imitare il tibetano, sicchè di generazione in generazione la pronuncia originale dei nostri mantra dev'essere profondamente mutata. Eppure continuano a funzionare, quindi fate del vostro meglio e non preoccupatevi. Se aggiungete il dubbio circa i vostri risultati alla vostra recitazione, perderete la fiducia e probabilmente non avrete successo. Ricordate che ciò che è nelle vostre intenzioni, ciò che sentite è più importante della forma che usate.

    Quando pratichiamo i mantra, di solito abbiamo bisogno di un periodo di ritiro: dipende da quante migliaia di mantra dobbiamo dire. In realtà, recitando il mantra, a poco a poco sviluppiamo la qualità a cui il mantra si riferisce, finchè diventiamo uno con quella qualità. Se ritorniamo all'esempio precedente del mantra di guarigione (...non ho scritto tutto il testo, perchè è un pò lunghino ma se a qualcuno interessa tutto l'articolo posso farglielo avere), certamente uno o due mantra non saranno sufficienti per guarire: in tal caso possiamo dire che la quantità fa la qualità, giacchè la qualità non si manifesta facilmente senza la quantità. In un certo senso, questa faccenda funziona come una batteria elettrica: prima di poterla usare bisogna immagazzinarvi la corrente. Ci vuole dunque l'accumulazione, affinchè l'utensile-mantra possa funzionare appieno. Dal momento che tutti questi ingredienti non sono misurabili, non possiamodire come funzionano i mantra, ma possiamo testimoniare che in realtà funzionano.....

     
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  13. dianabluda10
     
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    Abicetta, devo chiedere...
    Se il mantra lo recitasse un'altro si potrebbero avere benefici nell'ascolto ?
    ( dopo ti dico perchè chiedo questo premettendo che non c'è nessuna "trappola" :lol: )
     
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  14. MrZanzibar
     
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    CITAZIONE (dianabluda10 @ 15/7/2011, 13:08) 
    Premetto che la mia non è una presa di posizione, la recitazione del mantra l'ho scartata quando ho visto che non ne avevo benefici, tuttavia a volte ricorro al Kuji che, anche se per il Buddismo è un "incantesimo", io lo vedo come un'auto-ipnosi e qualche beneficio ne ricavo anche se consapevole che si tratta di uno stato autoindotto e alimentato da molta suggestione. Se molti hanno risultati recitando il mantra posso solo dire "beati voi !" :bow: io se non mi metto in pericolo in alta montagna, completamente isolato e così stanco che mi tremano le gambe, non ottengo nulla.

    domanda che mantra recitavi, in quale contesto e per quanto tempo?
     
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  15. Abicetta
     
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    Ma guarda io penso che sia giusto che tu abbia l'approccio che dici perchè è quella la realtà che vivi tu e su cui basare la tua trasformazione personale. Se mescoliamo le cose si rischia di creare confusione. Dal mio punto di vista quello che sperimentiamo come realtà non è più solida di un sogno e i mantra aiutano a svegliarci un pochino. Quindi posso dire per me che l'effetto del mantra si ha su quella che io percepisco come realtà ed influenza anche le altre persone e le cose per come le percepisco io. Ma poi ciò che ogniuno percepisce è sempre e comunque la propria realtà, per cui se ad esempio un famigliare sta male, gli dai l'aspirina e il giorno dopo stà meglio. Pensi che l'aspirina l'ha fatto stare meglio. C'è chi recita dei mantra magari da un'altra stanza o da un'altra città pensando con il mantra di aver influito sulla guarigione, c'è chi prega San Pio, o cerca di mantenere dei pensieri positivi pensando la stessa cosa e c'è anche chi pensa che l'aspirina non serva a nulla e che se il familiare è guarito è stato solo un caso e che sarebbe guarito anche senza nulla. Chi può dire cosa è vero e cosa no? Per avere la certezza assoluta di una causa bisognerebbe poter tornare indietro nel tempo e provare a non fare nulla per vedere se la persona guarisce, poi ritornare indietro nel tempo e dargli solo l'aspirina, poi ritornare e fare il mantra ecc. Ma non è possibile. Possiamo solo basarci sulle probabilità che osseviamo nel mondo fisico e sulle nostre esperienze, con la differenza che le osservazioni sul mondo fisico vanno bene per tutti salvo rare eccezioni mentre le esperienze dipendono strettamente da chi le sperimenta ma cosa più importante influenzano solo chi le sperimenta e la sua realtà. Per questo il Buddha non può illuminarci al nostro posto. Ogniuno è dentro al proprio sogno, alle proprie percezioni della realtà
     
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28 replies since 6/7/2011, 15:03   1067 views
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