Le traduzioni in italiano di opere buddhiste sono una chimera, soprattutto se buone. è uno storico problema che purtroppo investe tutte le letterature straniere, d'invenzione come di saggistica. Tendiamo moltissimo a guardarci l'ombelico, e traduciamo prevalentemente narrativa e poesia, e oggi anche male.
Bhò so solo che io penso sempre e molto, questo non vuol dire però che sia intelligente anzi credo di essere un casinista Dico solo che ad esempio quando vedo una clip da qualche parte mi tocca riprenderla N volte, questo perché basta spesso una parola o un concetto che parto con i miei presunti ragionamenti e così mi tocca ritornare indietro per sentire tutto ciò che ho perso… no mi sa che sono semplicemente dispersivo, speriamo che con l'aiuto della spiritualità nel Buddhismo riesca a cambiare e ad essere meno pigro, più concentrato e quindi di produrre veramente
Mi chiedevo se stessi praticando la meditazione, ma ne devo desumere di no Ti consiglio di provare, riuscirai meglio a capire.
Verissimo, la pagina è fatta molto bene. Il buddhismo giapponese è quello che mi interessa maggiormente, anche per l'eredità delle scuole cinesi mahayana e vajrayana ormai estinte.
Vicenda che rappresenta una vergogna per le istituzioni italiane; soprattutto per la politica e la magistratura, due caste marcescenti ancorate al potere per opprimere i subalterni e servire il capitale economico-finanziario.
Sante parole Simma, mai detto il contrario. Anzi la correzione "di chi sa" mi manca.
A chi lo dici, caro mio. Siamo senza guida.
CITAZIONE (Q. A. Simmaco @ 28/10/2019, 23:03)
Ti dirò, a modo mio mi affido alla semplicità di un "chiamiamolo nembutsu" sgangherato ogni tanto. Però e' uno strano periodo dove non capisco. e dove viene meno anche quel certo tipo di conforto. lasciamo stare, va.
Purtroppo capisco bene: anche per me è un periodo in cui non mi riesce nulla. Confido, una volta tanto, nel buon funzionamento dell'impermanenza
Permettimi il termine, ovviamente per "numi" intendevo tutto il complesso di buddha, bodhisattva e deità. Non è necessario essere guidati, semplicemente per alcuni mantra (in realtà, per tutti, ma per alcuni è necessario) ti vengono date delle istruzioni per meglio meditare, o per associare visualizzazioni (ma qui già entriamo nell'esoterico). Però l'esperienza e la seguente valutazione restano sempre al giudizio individuale. Niente di diverso dallo zen, dove comunque ricevi delle istruzioni per meditare. Ti consiglio di provare: non credo si sia mai troppo vecchi e sclerotici per un nembutsu.
A me personalmente è risultato anche utile recitare sutra, tuttavia non ho notato lo stesso beneficio dei mantra (che per me è stato grande, davvero). Il sutra mi sembra che abbia una dimensione più "dotta" e routinaria, per cui non è tanto una pratica che fai per avere immediati benefici in termini di attenzione, rasserenamento, concentrazione; ma al contrario è una pratica devozionale e un motivo di meditazione su varie tematiche (ad esempio appunto il sutra della Prajnaparamita). Può avere anche, credo, un buon effetto in una pratica lunga e costante: per esempio in un contesto di pratiche mattutine miste (mantra, sutra) aiuta a mantenere una concentrazione prolungata in chi ha la mente che tende molto a viaggiare.
Ovviamente per il mahayana e per il vajrayana (anche giapponese, ça va sans dire) il mantra e i sutra sono centrali. I benefici dei mantra a mio avviso sono enormi, in termini di chiarezza mentale e di profondità dell'indagine meditativa, a me sono stati molto d'aiuto per superare vari percorsi mentali meccanici in cui ero bloccato. Tuttavia bisogna avere metodo e anche una certa affinità: scegliere "numi tutelari" che sono affini o utili per gli obiettivi che si vogliono perseguire, sperimentare seguendo le prescrizioni e con una certa assiduità.
Hai perfettamente ragione. Il guaio è che molti distorcono la (giusta) idea secondo cui i mantra vanno recitati in originale, con l'opinione che non vadano tradotti in quanto intraducibili e puramente "sonori". La questione è che il mantra è unione di concetto ed espressione, idea e suono, e queste componenti sono armonizzate nella corretta disposizione perché, recitando una sillaba, tu possa richiamarne il significato e raggiungerne il concetto. Questo ovviamente significa che il mantra è legato alla parola originaria (tieni anche conto del fatto che il sanscrito è sempre stata lingua sacra), ma non certo che non abbia senso; prova ne è che esso viene ampiamente studiato nelle scuole, e che alla recitazione di mantra venga spesso associata l'immagine di una "sillaba-seme" o direttamnte di una divinità, su cui meditare o da visualizzare.
Esattamente, è proprio questo che intendevo. La sensazione di leggere le idee di un'altra persona, l'ammirazione per parole di una profondità che oggi ritieni non avere più; lo stupore per tesi sostenute con acrimonia che oggi ritieni errate e futili. Il tempo che trascorre senza sanare i buchi che ritieni abbia la tua vita. E tutto scorre...
Libro molto interessante nella sua (apparente) semplicità e facile spendibilità presso un pubblico occidentale. Visto il tuo amore per la narrativa breve nello stile dell'apologo, troverai brevi racconti e koan che secondo me potrai molto apprezzare...
Ho guardato qui e là sul forum, ma non mi sembra di aver trovato nessuna discussione dove poter condividere qualche audio, video o testo di mantra o sutra. Apro quindi questa conversazione, e inizio con un sutra che ho sempre molto apprezzato, e che mi è risultato molto utile: