Quando si parla di buddismo molti (cristiani o meno) pensano subito a: yoga, Osho, Kundalini sessuale, canne, manifestazioni free peace and love, dio è ovunque e lo sento, una bella scopata in amicizia perchè siamo figli dei fiori ecc ecc. Il buddista tipico deve essere sporco, morto di fame, alla continua ricerca di se stesso, di un lavoro, non ha soldi, sempre scalzo coi piedi trattati come zoccoli di un animale, con sta borsa in tela di mille colori che urta il bulbo oculare anche di un cieco, rasta, sigarette fatte a mano con cin cin di maria, abbandonato dalla madre, non capito dalla moglie, scroccone e con un bel bagaglio di malattie veneree alle spalle.

Il Buddhismo è la seguente cosa: si rinasce e occorre fermare il processo. Per farlo occorre controllare la mente. Per controllarla si deve approfondire il nesso tra le azioni e i risultati, e per poterlo fare si deve poter pensare senza che la mente si distragga. Questo, ovvero riflettere sugli argomenti e interiorizzarli, è la meditazione analitica. Ma siccome sappiamo che la mente è una scimmia che passa di ramo in ramo, occorre poterla governare e dirigere con tutta la sua capacità sul punto che stiamo esaminando. Per fare questo occorre l'altro ramo, la meditazione di shamata o calma dimorante. Quindi in sintesi: shamata, ovvero la capacità di governare la mente è uno dei due rami. Una volta che si ha shamata la meditazione analitica è efficace. Shamata è difficile da ottenere ma non è necessaria come premessa alla meditazione analitica.

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